mercoledì 14 agosto 2013

Vite di donne

SERGIO BISSOLI VITE DI DONNE INTRODUZIONE Ignote, sconosciute, perse nei misteriosi sentieri del tempo. Molte adesso saranno morte, altre certamente cambiate. La macchina fotografica le ha fissate in un attimo irripetibile della loro vita; in una occasione bella o brutta, felice o triste. La maggior parte delle donne sono inquadrate dentro un ambiente tipico di un’epoca: gli anni dal 1900 al 1960. Un tempo ora lontano e irraggiungibile. Da dove provengono queste foto in bianco e nero? Le ho trovate nei Mercatini dell’Usato dentro a valige piene di carte e vecchi documenti; dimenticate fra le pagine di vecchi libri; in vecchi album rovinati dall’umidità. Man mano che le trovavo, le pulivo, incollavo quelle strappate e le disponevo dentro una scatola. Così si è formata una collezione che trovo giusto condividere. Chi sono le donne qui raffigurate? Impossibile saperlo. Mi sono limitato a classificarle seguendo questo ordine: Copertina. Antenate. Bambine. Bambine e Bambole. Neonate. Cresima. Scolare. Donne in città. Donne in campagna. Donne al mare. Donne in montagna. Donne e animali. Donne bici e moto. Donne e automobili. Interni case. Esterni case. Ragazze. Amiche. Matrimoni. Coppie. Nude. Gruppi. Lavoro. Religiose. Talvolta sul retro della foto ci sono delle dediche sbiadite. Eccone alcune: 25 Aprile 1956 Kiki a Francesca con tanto affetto. 9 Gennaio 1965 Un augurio di Buon Compleanno perchè ti ricordi sempre di me. La tua amichetta Sonia. 19 Marzo 1956 Con affettuosi auguri e un bacione tutto per te. Lorenza. 2 Maggio 1963 In questa foto il mio ricordo Ida 1943 Come segno di amicizia Vanda Perchè tu mi possa ricordare 30 Agosto 1961 Con immenso affetto alla mia amica Elena da Rosy Un ricordo della nostra amicizia intima Agosto 1954 ricordo della spiaggia di Paestum Souvenir de mon amie Suzy à Villacublag Mai 1946 Sono come tu mi vuoi ? Elena A Gian Pietro, perchè qualche volta almeno... mi pensi. Fernanda A colui che amerò sempre. Mirella Come ai vecchi tempi...Ti ricordo e ti aspetto su questa panchina. Anna Lisa L’epoca in cui sono state scattate queste foto si intuisce dagli abbigliamenti e dagli sfondi. Così vediamo le mode di quel tempo: le gonne lunghe sotto i ginocchi, pieghettate o lisce. (Ricordiamo che la minigonna è arrivata nel 1965.) Le pettinature: capelli sciolti, coda di cavallo, le trecce. Notate come gli sfondi sono molto differenti da quelli attuali. Qui si vedono gli orti, i muri di mattoni, i campi, le strade senza automobili. Ho dato la preferenza a soggetti femminili perchè, vedete, io sono un esteta, un estimatore delle cose belle; e la donna è una espressione della bellezza, come un bel tramonto, una notte di luna, un cielo stellato, una passeggiata nel bosco o in riva a un fiume. Donne di tutti i tipi e di tutte le età: neonate, scolare, ragazzine, giovinette, fidanzatine, spose, mamme o nonne. Divertiamoci a guardarle queste donne, o ragazze che ci guardano da un mondo lontano, perduto per sempre. Perchè ho scritto questo libro? Per nostalgia verso un mondo, quello contadino, nel quale sono nato; nostalgia verso un’epoca di povertà e bellezza. COPERTINA Bambina Dimenticata Questa bella foto incorniciata era in vendita in un mercatino dell’usato. Il proprietario del banco esponeva anche altre foto, forse appartenenti alla famiglia della bambina, o forse no. La foto è databile ai primi del 1900. Dietro il cartone c’è una scritta a inchiostro, illeggibile. Se era in vendita da un rigattiere significa che la sua famiglia è estinta e i lontani parenti hanno venduto tutto. La bambina ha uno sguardo triste ed è molto bella. Chi sei? Qual è il tuo nome? Eri di famiglia ricca o povera? Come è stata la tua vita? È già tutta trascorsa? Hai avuto figli? Perchè i parenti hanno buttato via la tua foto, che è così bella. Sono interrogativi senza risposta che mi tormentano ogni volta che ti guardo. ANTENATE Queste foto sono anteguerra con pettinature antiquate e abiti lunghi. Probabilmente sono dei primi decenni del 1900. Indossano vestiti fuori moda, hanno visi quasi marmorei con espressioni austere. Ci guardano dal fondo di un passato lontano, così lontano da risultare quasi incomprensibile. Chi sono? Come è stata la loro vita? Impossibile saperlo. Probabilmente appartenevano a famiglie ricche, nobili o patriarcali composte da più generazioni. (La fotografia in quel periodo era a lastre ed era un lusso). Ci comunicano un senso di estrema lontananza, di distacco, di angoscia quasi. Una foto sbiadita è tutto ciò che è rimasto per ricordare il passaggio delle antenate su questa terra. E’ la terribile precarietà della vita umana. Forse in futuro qualcuno guarderà le nostre foto e proverà le stesse emozioni. BAMBINE Le foto di bambini si guardano sempre con piacere perché ispirano gioia e stupore. Una bambina è una donna in miniatura, una donna vista col cannocchiale rovesciato. Così scrive Alphonse Karr. Bambine riprese nei vari momenti della vita: alla comunione; mentre pregano; mentre giocano; mentre studiano. Dentro vari ambienti: chiesa, casa, mare, villeggiatura. Anche in queste foto sono interessanti sia i soggetti sia gli sfondi che li accompagnano. Insieme a queste bambine entriamo nelle chiese prima del Concilio Vaticano II del 1962, quando esistevano ancora le balaustre davanti al presbiterio. Entriamo nelle case di ceto medio, dove si festeggiavano i compleanni con una torta o un uovo di cioccolato. Entriamo nelle aule dove le allieve indossavano il grembiule nero con stampato sopra l’anno della classe. Vestite per la prima comunione o con gli abitini della festa, queste foto emanano una grazia e una dolcezza indefinibile. Vestite da angioletti o da fatine, queste bambine sono state l’inizio di qualcosa di bello del quale non possiamo conoscere la fine. BAMBINE E BAMBOLE L’amica Giorgia racconta: I genitori ci regalarono un bambolotto comprato alla sagra. Questo era imbottito di segatura e io e mia sorella ci divertivamo a sculacciarlo per vedere la polvere che usciva fuori. L’amica Antonella racconta: Le prime volte che i genitori mi portavano alle sagre, non avevano i soldi per comprarmi una bambola, così io piangevo disperata. Forse è per questo motivo che, quando sono diventata adulta, ho incominciato a collezionarle. Un giorno in un mercatino d’antiquariato ho rivisto un bambolotto Marca Furga: Gelsomino; era identico a quello che possedevo da bambina. Ho sentito il desiderio di comprarlo; ma ero già sposata, avevo figli e razionalmente rifiutai di acquistarlo. Nei mercatini successivi rividi ancora quel modello e lo comprai, più volte. Così adesso ne posseggo 4 identici! La bambola è un oggetto che accompagna tutte le bambine. Di porcellana o di cartapesta, di pezza, di plastica o di gomma. Bambole che cantano canzoncine, per mezzo di un dischetto inserito nella schiena. Bambole che aprono, chiudono gli occhi e dicono “Uau” quando si coricano. Bambole da vestire, lavare e pettinare. Amiche fidate a cui parlare, raccontare i propri segreti. Da accudire, proteggere, abbellire. E’ un mondo incantato e delicato quello delle bambole. Ricercate nell’infanzia e poi spesso buttate via nell’età adulta. Ricercate nuovamente dalle signore di mezza età, per ritrovare le emozioni dei giorni passati e illudersi di ritornare ancora un pochino giovani. Ecco le foto di alcune bambine insieme alle loro beniamine. NEONATE Quando era alta la mortalità infantile, il neonato veniva fotografato per conservare il ricordo, nel caso non sopravvivesse. Alcune neonate con gli occhi chiusi sono state fotografate quando erano già morte. I bambini morti poco tempo dopo la nascita presentano un problema impossibile da risolvere: a cosa è servita una vita così breve? In questi casi siamo davanti al mistero terribile e incomprensibile dell’esistenza. COMUNIONE E CRESIME Altro evento importante nella vita è rappresentato dai riti religiosi che accompagnano il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. C’è l’emozione del vestito bianco, la medaglia ricordo in regalo, la cerimonia nella chiesa addobbata a festa, la foto ricordo. E poi ancora i parenti, la madrina e le paste... SCOLARE Primo giorno di scuola: un dramma o un divertimento a seconda del carattere del bambino. In quegli anni le aule contenevano anche 50 scolare. I banchi erano di legno, con fori per contenere i calamai. Questi erano vasetti di vetro e venivano riempiti dal bidello, che periodicamente passava con una bottiglia nera. Oltre a libri e quaderni la cartella conteneva penna, pennini e carte asciuganti. C’era inoltre la merenda e bei segnalibri colorati. DONNE IN CITTA’ C’è una enorme differenza fra le città degli anni 1950 e quelle attuali. Notiamo le strade prive di traffico, i marciapiedi con pochi passanti. Le automobili sono rare e hanno forme molto differenti, che suscitano stupore. In quell’epoca c’erano cittadine assonnate, senza traffico nè confusione. Il poeta Rimbaud si augurava di trascorrere il resto della vita in questi posti e scrisse: “Forse mi attende una sera, in cui potrò bere tranquillo, in qualche antica città.” Per il poeta quella sera non è mai arrivata. E per noi arriverà? DONNE IN CAMPAGNA Tranquille zone di campagna: orti, cortili, prati, campi, boschi. Il mondo contadino era affascinante con i gialli campi di grano punteggiati di papaveri; gli orizzonti sconfinati che permettevano di godere l’alba e il tramonto; le notti stellate, silenziose, eccetto per il canto dei grilli e delle rane. C’era tanta bellezza e quiete. La vita aveva il ritmo lento delle stagioni. DONNE AL MARE Eccole al mare le nostre belle sconosciute. Osserviamo i costumi. Negli anni ’50 esisteva il costume a un pezzo che copriva il corpo dai seni alle cosce, con una scollatura a V nella schiena. Spesso questo costume aveva una rigida e corta gonnella che copriva anche le mutande. Nel decennio 1950 - 59 il bikini dava scandalo e spesso era proibito. Nelle spiagge solamente le ragazze tedesche lo indossavano. Il bikini era formato da un largo reggiseno e larghi mutandoni che coprivano tutte le cosce; esso non assomigliava a quello attuale. Nelle spiagge il bikini trionfò negli anni ’60, ma era un bikini che copriva il corpo molto di più di quello attuale; e solamente le ragazze più giovani lo indossavano. Moralisti e preti da giornali e pulpiti condannavano questo costume da bagno con lunghe serie di aggettivi: turpe, osceno, immorale, scandaloso, vergognoso, porcilesco, impudico, indecente, sconcio... Il prete di Sottomarina, dove mi trovavo in villeggiatura nel 1963, nelle sue prediche furiose urlava contro: “la lebbra che infetta le nostre spiagge”. La lebbra era il bikini. Questo comportamento del clero può sembrare ridicolo adesso. Negli anni 1950 – 60 era la regola: le donne dovevano stare nella parte sinistra della chiesa, dovevano avere la testa coperta dal velo, dovevano indossare indumenti di colori smorti con gonne lunghe e maniche lunghe, dovevano portare le calze. Il bikini prende il nome dalle isole dell’oceano Pacifico dove esplosero due bombe atomiche nel 1946. Questo indumento era considerato anch’esso: esplosivo! DONNE IN MONTAGNA L’animo umano, si sa, viene influenzato dall’ambiente. Periodicamente conviene fuggire da atmosfere familiari intossicate o da rapporti sociali oppressivi. La montagna, con suoi grandi spazi e silenzi, risana le ferite dell’anima e consente una più distaccata visione dei problemi. DONNE E ANIMALI Poiché sono amico degli animali, trovo interessanti e commoventi le foto di donne insieme a piccoli animaletti: cagnolini o gattini. Le bambine più fortunate, anziché giocare con un peluche, un orsetto o una bambola di stoffa, avevano come compagno una creatura viva, che sa ricambiare l’affetto e la tenerezza. Gli animali vivono e amano quasi come noi, ed è meraviglioso vedere il feeling che si stabilisce fra creature differenti. Il cagnolino, il gattino, si sa, ha una vita più corta della nostra. E dopo la separazione rimane il ricordo di un nastro, di un collare, di un nome o di una foto. DONNE IN BICICLETTA e moto Fino la 1970, quando le automobili erano rare, era bello pedalare nelle strade di campagna o nei lunghi viali ombreggiati da platani o da tigli. La bicicletta non crea il senso di isolamento e incomunicabilità che dà l’automobile. In automobile si è chiusi dentro una scatola. In bici è diverso: si partecipa di più al paesaggio; poichè si va piano si vedono più cose; si sentono i profumi, la brezza, il sole o la pioggia, se arriva. Inoltre è possibile parlare con un altro ciclista. Se poi il ciclista è una bella ragazza, allora il tempo vola, la fatica non si sente più e vorremmo che la strada da percorrere insieme fosse più lunga. DONNE E AUTOMOBILI Automobili di forma strana, meno funzionali ma più piacevoli da guardare. Adesso sono diventate auto d’epoca per collezionisti facoltosi. Le strade di paese in quegli anni, erano quasi sempre vuote. Raramente transitava un’automobile. Una donna provava piacere mentre veniva fotografata vicino a un’automobile. RAGAZZE Il lettore avrà notato che lo sfondo dà il nome alla sezione del libro. Ad esempio: Campagna, se la donna appare in uno sfondo campestre. Città, se la donna si trova in città; eccetera. Le donne che compaiono in foto prive di sfondo, le ho inserite nella sezione Ragazze. Sono foto scattate dentro uno studio fotografico. Queste foto servivano per documenti, da regalare al fidanzato, all’amica del cuore, o come semplice ricordo rappresentativo di un periodo della vita. Foto da conservare in un album, da sfogliare nelle giornate di pioggia, quando non si può uscire, mentre si prova piacere ma anche tanta nostalgia. INTERNI DI CASE Con queste foto entriamo nell’intimità delle case e scopriamo scene di vita familiare, anniversari, momenti importanti o consueti, piacevoli o luttuosi. Dietro queste foto ci sono felicità e drammi; c’è tutto il tessuto vibrante della Vita ripresa nel suo scorrere e nella sua mutevolezza. Ogni vita è legata a una abitazione. E ogni casa conserva un po’ delle vicende dei suoi abitanti. Nel 1950 e 60 sono entrato in tante case, abitate o vuote e ho scoperto che ognuna possedeva una propria personalità. L’odore dell’acqua nel secchiaio, della fuliggine in cucina, della naftalina negli armadi. L’odore di chiuso nelle camere da letto. Le mattonelle sconnesse o i pavimenti consumati nei punti di maggior passaggio. I colori sbiaditi delle stanze: rosa, bianco, verde, celeste... gli interruttori di porcellana, i saliscendi delle lampade. Le scarpe abbandonate nel sottoscala. Vecchi quadretti di santi o di madonne. Anche le case abbandonate rimangono impregnate di vita e di ricordi: i chiodi ai quali stavano appesi i calendari con scoloriti disegni pubblicitari; maniglie e campanelli di ottone lucidati dall’uso; corrimani e gradini consumati; tende scolorite alle finestre; ringhiere e inferriate arrugginite. I segni neri sui muri dove stavano appoggiati i mobili. Il carattere, le emozioni e il tipo di vita degli abitanti sono rimaste registrate qui. ESTERNI DI CASE Molte abitazioni fino al 1950 avevano un cespuglio di lillà piantato davanti. Sul retro era molto comune un albero di fichi, l’orto e il pollaio. Eventuali cartelli erano in lamiera dipinta e pubblicizzavano meccanici, barbieri, custodie per bici e altre attività. LAVORO Anche i lavori femminili non sono più quelli di una volta. Donne che cuciono, che lavano, che stirano... Le foto in questa sezione sono poche, perciò molto interessanti, perchè documentano le attività tipiche di un’epoca. AMICHE L’amicizia femminile è differente da quella maschile. L’amicizia fra donne è più profonda, più sottile, più raffinata. La scrittrice danese Karin Michaelis definisce l’amicizia fra donne una specie di giurata frammassoneria. L’amica del cuore è la depositaria di segreti così intimi e personali che spesso nemmeno il marito conosce. L’amicizia femminile è condivisione delle sfaccettature psichiche; accurata analisi di relazioni interpersonali; sottile introspezione di umori e stati d’animo; lunghi resoconti di ansie, speranze, progetti, delusioni, paure. Inoltre le amiche condividono i ricordi della giovinezza e delle varie tappe della vita. Il mondo femminile è più intricato e complesso. Per questo solamente un’amica, cioè un’altra donna, ha la capacità di apprenderlo e condividerlo senza fraintendimenti. MATRIMONI Gli sposi, il vestito bianco, i veli. Le chiese all’interno avevano l’altare ornato di balaustre molto artistiche e decorative. Queste furono abolite e rimosse dopo il concilio di Papa Giovanni XXIII del 1963. COPPIE Insieme per tutta la vita oppure per il tempo di una vacanza. Quando si condividono col partner i giorni e gli anni, i caratteri cambiano, si uniformano e la a coppia diventa quasi una entità unica. Nel corso del tempo le foto di queste coppie conservano un’apparenza statica, immutabile. DONNE NUDE Censurato, sequestrato, demonizzato da preti, censori, bigotti. Esaltato, celebrato, divinizzato da poeti e artisti. Di che cosa stiamo parlando? Del Nudo, naturalmente, del meraviglioso Nudo Femminile. In questa epoca di parità sessuale e di moda unisex, la donna corre il pericolo di perdere la cosa più preziosa che possiede: la sua femminilità. Quell’insieme di caratteristiche (pregi o difetti, dipende dai punti di vista) che la classificano donna: l’incostanza, la volubilità, l’indecisione, la grazia, la ritrosia, la sensibilità, la bellezza. Questo foto rappresentano un invito a riscoprire la donna. Nel medioevo condannata come strega, giudicata inferiore e tentatrice. I Padri della Chiesa si chiedevano se la donna avesse un’anima. Per Tertulliano la donna è la porta del diavolo. Per San Gerolamo la donna è l’aculeo dello scorpione. Per Tommaso d’Aquino la donna è un essere meschino. Per Clemente Alessandrino la donna reca vergogna al solo pensare di esistere. Per San Agostino bisogna fuggire il talamo coniugale. Nei tempi moderni si cade nell’errore opposto. Si tenta di maschilizzare le donne, di renderle uguali agli uomini. E molte donne cadono nell’errore di emulare il maschio, nel lavoro, nella moda, nella società, nella vita. Ma la donna rimane unica e meravigliosa. E’ il lato notturno della Natura. E’ il cielo stellato; è la luna e l’acqua; il segreto e il mistero; la vita e la morte. Questa galleria di nudi femminili non è segregata dentro artificiosi studi fotografici. Qui le donne sono rappresentate in mezzo alla Natura. Qui la donna è regina, Dea. Le immagini ricordano le antiche religioni agricole e matriarcali, quando la terra era considerata la femmina da fecondare. C’era quiete e ritmi stagionali;c’era venerazione per la Natura produttrice di alimenti, vita e piacere. Questa pacifica religione è stata annientata dalla religione patriarcale, fatta di un dio maschio guerriero, imposto da nomadi predatori. Queste brevi considerazioni riassumono secoli di storia umana obbrobriosa. E allora, benvenute queste foto. Un grazie all’editore, al fotografo e alle modelle che si sono dedicate a una operazione artistica e culturale. Togliamo i veli, togliamo le maschere imposte dalla società e ammiriamo l’unica cosa preziosa nella vita: la Bellezza, in tutto il suo multiforme splendore. In Italia le foto di donne nude prima del 1970 erano rarissime. Quasi sempre erano foto amatoriali, oppure provenivano dalla Francia, dalla Germania e circolavano clandestinamente. Se venivano scoperte queste foto venivano subito sequestrate. Eppure erano foto artistiche, dove il sesso non compariva mai. La seduzione è innata nella donna. Per posare nuda una donna deve essere libera da tabù religiosi. Inoltre deve possedere una mentalità aperta, intelligenza, anticonformismo, autostima e disprezzo delle convenzioni. E poi è necessario bellezza e fascino da esibire all’amico fidato che sta dietro alla macchina fotografica. GRUPPI Qui troverete gruppi di ragazze, unite insieme nel lavoro; a scuola; in fabbrica; in gita; in vacanza. Questi gruppi sono legati dalla colla dell’entusiasmo e dell’amicizia. Ci sono anche gruppi familiari, tanto diversi dalle famiglie attuali. Qui vediamo famiglie patriarcali riunite davanti al fotografo per un’occasione particolare, da festeggiare o da ricordare. RELIGIOSE Le donne hanno un istinto religioso più profondo degli uomini. La maggior sensibilità verso i piccolo segnali della vita, la sesitività per i fenomeni naturali, fanno della donna una ispirata, una medium una veggente. L’anima femminile è associata al lato nascosto della Natura e all’aspetto ciclico delle stagioni e della vita. Da questo nasce la devozione per Sante e Madonne (derivate dalle Dee pagane) che sono disseminate in luoghi naturali: boschi, colline, lontani cioè dagli ambienti artificiali costruiti dall’uomo. Durante la processione il misticismo diventa collettivo e possono prodursi fenomeni psichici. Una processione religiosa è formata da una fila di persone che percorrono le vie del paese. Davanti sta il prete; poi alcuni uomini che sorreggono la statua di un santo o di una madonna riccamente addobbata. Poi ci sono i bambini, gli uomini, le donne e in fondo i vecchi. Tutti camminano lentamente recitando le preghiere. In Maggio o Giugno, davanti alla processione ci sono i bambini con cestelli pieni di fiori dei campi: papaveri, camomille, fiordalisi, robinie. Durante il percorso i bambini spargono i petali sulla strada. La processione serviva per ottenere una grazia, per ringraziamento, per commemorare un anniversario, o per un funerale. Era uno spettacolo molto suggestivo, di sera con il lume delle candele, mentre i partecipanti cantavano un inno sacro. Nel 1950 a Cerea c’è stata la madonna pellegrina. Ad Anson di Minerbe la processione avviene durante la sagra, la terza (ora la seconda) domenica di ottobre. Vedi sagra di Anson su youtube. Una suggestiva processione si è svolta in una sera di Giugno a Marega nel 1980. CONCLUSIONE Il nostro viaggio è finito e concludiamo qui la raccolta di donne del passato. Purtroppo la storia salva solo le briciole. Penso alle centinaia di foto che sono andate distrutte; alle foto che non ho potuto reperire, e a tutte quelle donne che, nei momenti migliori della loro vita, non sono state fotografate. La storia salva solo le briciole delle briciole... Queste fotografie sono state salvate dall’oblio, che tutto inghiotte. Qualche lettore si stupirà nell’apprendere che queste belle foto erano nei mercatini dei robivecchi, e mi ringrazierà per averle salvate e pubblicate. Forse qualche lettore si sarà innamorato di una di queste donne; (è capitato anche a me, sapete). Nel corso misterioso del Tempo, una volta esse sono state reali, ma adesso non lo sono più. Appartengono a un’altra epoca, ora irraggiungibile Maggio 2010 Revisione febbraio 2012 4° di copertina SERGIO BISSOLI. Scrittore Bibliofilo Regista Youtube bissolis VITE DI DONNE Rare foto in bianco e nero di soggetti femminili dal 1900 fino al 1960.

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