venerdì 16 agosto 2013

CONFERENZE LETTERATURA

Sergio Bissoli CONFERENZE LETTERATURA Indice Poesia e vita L’uomo e il genio Lo scrittore Bissoli e le case infestate Omaggio a Barbara Steele I fantasmi di Jean Ray Curiosità editoriali Introduzione a Ghost Tales Proposta titoli collana Nuovi orizzonti culturali Sono stato un Hippy Estetica nera Come scrivere una storia di fantasmi Fantascienza scoperta senza fine Letteratura speculativa Guida per i collezionisti di libri Giallo che passione Racconti di fantasmi storie di spettri Guida ai libri gialli, neri, fantascienza anni 60 Baldoria nei Caraibi I capolavori del mistero Dracula e i suoi figli Il paradiso e l’inferno in Lorenzo Alessandri Le belle e i mostri in Lorenzo Alessandri Estratti di Lorenzo Alessandri. Danza delle donne in Vinicio Pradella L’Irlanda Fumetti Rari Case di campagna Che fine ha fatto Minou Drouet Spiritualità e pazzia Antiquariato nero I libri sono necessari Alla scoperta dei tesori della bassa veronese Alla scoperta degli anni 60 Le case della memoria Chi si ricorda? Poesia francese a Cerea Giro delle Dolomiti in bici di Renato Ferrarese Cerea Omaggio a Stelio Rettondini Renato De Paoli Luigina Tambara Mostra san zeno Risaie Annuale raduno Brolo Veneto senza veli Ivo Veronesi Ciak si gira 1 Ciak Ravagnana 2 Ciak si gira 3 L’Arte sacra di Antonella Burato Villa Ravagnana Villa Sogno Halowen Zucca e Maclura Guardami negli occhi Ogni posto è magico Auto d’epoca 4 chiacchiere Danze sacre Arcole Libro Zimella L’Uomo-Statua Il Collezionista Mercedes organetto Asparetto celti Vecchi Barattoli Il paradiso in un cassetto Le case del sogno Un artista al mese: De Carli Evento storico s cecilia Ombretta Foto curiosa Concerto Nichesola Pasquetta in allegria Alghisio Dall’aglio Concerto san zenone Villa ORMANETo Ricordando il Maestro Dea Minerva SOGNI DI PIETRA A SAN VITO DI CEREA Racconti mistery BICI Jolanda band Solstizio Camera oscura GIOVANNI RANA a VERONELLA UOMO BICI Castagnini antoniazzi cinzia olivieri sereno asigliano Maffeo FOTO CURIOSA Vendemmia pressana Ford Vespa Girl Pasqualina Rossin Toilette san Sebastiano GRONDAIE ARTISTICHE A ASIGLIANO Carri armati Omonimi brutture della lingua italiana lettera MUSEO Casa Contadina Concamarise Verona Cereani illustri Uomo pietra Veronesina La dote della Nonna Nudi femminili LA ROSA SEXY Rasoi elettrici da collezione Veronella Augusto Bertè Bibliofilia Mostra civiltà contadina Zimella Padiglione scienza ARTE E BELLEZZE FEMMINILI NELLA CASA DEL PITTORE Giovani modelle e vecchie macchine fotografiche POESIA E VITA di Sergio Bissoli Che utilità ha, nell’era della tecnologia, scrivere ancora poesie? L’uomo è un essere complesso e singolare. Accanto ai bisogni fisiologici coesistono in lui anche altri bisogni, più sottili ma non meno importanti e necessari. C’è il bisogno irrazionale, c’è il fascino per l’ignoto, c’è il senso estetico. La Poesia soddisfa queste esigenze interiori presenti nell’umanità, offrendoci la chiave verso la bellezza e il mistero. Infatti la poesia, la grande poesia, è sinfonia di forme, costruzioni ardite e stupefacenti, gioia di liquide vibrazioni… Ma la vera poesia, lo affermiamo subito, non è solo una forma vuota e sublime, non è solo un bel mazzo di fiori nella stanza dell’anima, che appaga e gratifica lo sguardo. Questo concetto lo comprendiamo meglio se esaminiamo le biografie dei poeti. Uomini per i quali la poesia non era un passatempo, ma uno scopo di vita, un impegno da svolgere con estrema dedizione. C’è ansia e tensione, dolore ed estasi, voluttà e sofferenza nella vita di questi uomini. La loro ricerca assillante dentro alle caverne e ai labirinti dello spirito, si riflette nelle loro opere. La poesia diviene così un diario di bordo di questi navigatori spirituali che si chiamano poeti. E per il lettore la poesia diviene una sonda lanciata dentro ai geroglifici dello spirito umano. La poesia dunque non dà solamente il piacere estetico, ma evolve e arricchisce lo spirito, diventa una vera e propria via alla conoscenza come l’algebra e la psicologia. I temi principali dell’universo spirituale sono da sempre: la donna, la natura, l’amore. Queste semplici parole però non esprimono la complessità di quello che sta dietro. La realtà è un intrico complesso e l’uomo comune ne vede solo la parte superficiale. Il poeta, con la sua sensibilità acuta, penetra la realtà, apre le porte di luoghi sconosciuti e ci mostra altri sfolgoranti universi dei quali non conoscevamo l’esistenza. La poesia diventa allora una veggenza che illumina e stupisce, ci fa provare brividi e vertigini. Nella società di oggi, dove l’attenzione della maggioranza è rivolta verso mète fatue e immeritevoli, occuparsi di Poesia significa ancora ritrovare la dignità, inseguire la conoscenza, scoprire la bellezza. L’UOMO E IL GENIO di Bissoli Sergio Il genio è una forma di follia. La pazzia significa compiere azioni irrazionali, cioè azioni che non hanno lo scopo di nutrirsi, vivere, riprodursi. Ogni uomo compie in misura più o meno grande delle azioni irrazio¬nali. Esempio: gli hobby, i giochi, gli interessi culturali... Un uomo che compie solo azioni irrazionali è un pazzo. Un uomo che compie solo azioni razionali è un uomo grigio e privo di fantasia. L’uomo di genio gestisce la propria genialità con saggezza e mode¬razione. Il genio non è nè un pregio nè un difetto. Il genio è una carat¬teristica, buona o cattiva a seconda dei punti di vista. Essere un genio è bello, perchè significa essere creativo, artista, inventore. Essere un genio è brutto perchè significa essere incompreso, umiliato, emarginato. L’emarginazione è il prezzo che il genio deve pagare. D’altra parte nessun genio sarebbe disposto a rinunciare alla propria genialità, perchè questo per lui significherebbe scendere nella normalità e nella mediocrità. Nel piano generale della Natura, dove ogni cosa ha la sua funzione, il genio è il lievito, il faro di luce per i popoli. Poichè il genio è un precursore, solo dopo la morte egli viene riconosciuto. Così sono sempre le generazioni successive che usufruiscono dei suoi doni e dei suoi messaggi. Doni e messaggi meravigliosi che i geni da sempre disseminano nel grande cammino dell’Umanità. LO SCRITTORE BISSOLI E LE CASE STREGATE Foto e testo di Bissoli Sergio Copyright di Bissoli Sergio Case stregate: di immagini, di ricordi, di emozioni. Case troppo a lungo vissute e ora abbandonate a estreme solitudini. Case sature di ricordi, di eventi passati, di generazioni finite. Case che attendono, che vivono, che sognano forse e, per chi sa ascoltare, case che raccontano le loro storie. OMAGGIO A BARBARA STEELE di Sergio Bissoli Ho visto tutti i film di Barbara Steele, superando enormi difficoltà. Negli anni 60 quei film erano vietati ai minori; a questo si aggiunga che io vivevo in un paesucolo retrogrado, in una famiglia bigotta. Perciò, per entrare al cinema dovevo ricorrere a sotterfugi: mi facevo accompagnare da amici più vecchi; aiutavo l’operatore in cabina per vedere il film; in estate spiavo dalle fessure del portone in ferro, al cinema all’aperto. Cara, divina e meravigliosa Barbara, sei stata la donna che tutti gli adolescenti in quegli anni ammiravano. Cara Barbara, con i seni intravisti fra i pizzi bianchi, con i grandi occhi dallo sguardo smarrito, i neri capelli al vento, i gesti nervosi, quasi isterici delle piccole mani. Hai fatto sognare la nostra generazione che ti ha amato e adorato come un idolo di carne. Tu, Barbara, eri l’anima di quelle storie del terrore, dove la femmina ispirava paura e il sesso era un mistero unico e mortale. Gambe, braccia, seni… come è possibile dimenticarli? Cara Barbara, bella come una Dea pagana e altrettanto lontana e irraggiungibile. Fra tombe e sotterranei; dentro castelli tetri, nelle notti di tempesta; fra ragnatele e lume di candela, c’eri tu, Barbara, minacciata da oscuri pericoli, insidiata da fantasmi, spaventata da forze tenebrose. Fra tutti i tuoi film questi sono quelli che ho amato di più: DANZA MACABRA LO SPETTRO IL POZZO E IL PENDOLO LA MASCHERA DEL DEMONIO L’ORRIBILE SEGRETO DEL DOTTOR HITCHCOCK UN ANGELO PER SATANA E anche il capolavoro d’altro genere (commedia amara) LE ORE DELL’AMORE. Dicembre 2002 Bissoli Sergio I FANTASMI DI JEAN RAY DI Sergio Bissoli Jean Ray, è uno scrittore dell’orrore paragonabile a Poe, Lovecraft, Bierce, M. Rhodes James, Blackwood, Meyrink, Ewers. Il suo vero nome è Raymond Marie De Kremer. Egli nasce in Belgio, a Gand l’8 luglio 1887; muore a Gand il 17 settembre 1964, all’età di 77 anni. (In Belgio nascono altri grandi scrittori di genere macabro, decadente; Rodenbach, Lemonnier, Maeterlinck, Verhaeren). Il padre di Jean Ray era un marinaio, sua madre una istitutrice e sua nonna era un’indiana del Dakota. Jean Ray nella vita ha fatto tanti lavori: giornalista, trafficante, marinaio, contrabbandiere di rhum, domatore di leoni… Questa versatilità di esperienze è la sorgente che rende vividi i suoi racconti. Ecco perché Jean Ray possiede quel realismo che manca agli scrittori che sono solamente letterati. Quando leggiamo i suoi racconti, sentiamo che gli ambienti strani che descrive sono autentici e che egli li ha visitati. Quando incontriamo personaggi bizzarri con una psicologia fuori del comune, sentiamo che lo scrittore ha frequentato a lungo queste persone. I racconti di Jean Ray possiedono un’atmosfera cupa e kafkiana. C’è tutto il sapore della vecchia Europa, fatta di nebbie e di paure nelle gelide notti invernali accanto alle stufe di terracotta. Tetre cittadine dai cieli perennemente grigi. Vecchi edifici alti e stretti, dove sono vissute molte generazioni e che portano ancora l’eco di antichi drammi e segreti peccati. Luci oblique di crepuscoli autunnali dove si aggirano personaggi furtivi: nobili decaduti o studiosi di scienze proibite che vanno incontro all’Ignoto. Cacciatori di misteri, ma anche poveri diseredati che si sono sperduti dentro i meandri di un Destino beffardo e incomprensibile. Fantastico, stupefacente imprevedibile, macabro. I suoi scritti sono di una bellezza e di una originalità incomparabile. Jean Ray non assomiglia a nessuno! I suoi racconti rivelano un uomo con una profonda esperienza sulla vita e sulle persone. In compagnia di questo scrittore entriamo in vecchie case del Belgio, piene di segreti, rischiarate con lumi a petrolio e popolate di scarafaggi. Insieme a Jean Ray incontriamo personaggi ricchi di uno strano mondo interiore. E quando le ombre della sera si allungano sui canali, lo scintillio dei liquori e il fuoco del camino aiutano a tenere lontano gli ignoti terrori del buio. Henry Vermes, il più autorevole biografo di Jean Ray (forse lo stesso Jean Ray) colui che ha studiato più profondamente lo scrittore, scrive: “Jean Ray l’inafferrabile, ha fatto 7 volte il gito del mondo; i suoi gusti sono gotici e uno dei suoi passatempi è addomesticare le tarantole. I suoi occhi sono freddi e grigi come quelli di un obiettivo fotografico. E’ ruvido come la pietra pomice e ha il profilo da boia, al quale manca solo il cappuccio. Il suo profilo fa pensare alla lama di una scure che non è ritagliata nella carne, bensì in una materia grigia estratta dai crateri della luna. I suoi compagni sono marinai e pirati, ma nessuno può vantarsi di conoscerlo veramente. Possiede una prodigiosa erudizione poiché ha letto tutti i libri e veduto ogni cosa. E la sua memoria è ancora più prodigiosa. Quando si sente parlare quest’uomo, tutto diventa possibile e credibile. Ed egli ci parla del suo fantasma personale, l’omino col fazzoletto rosso che gli appare in diverse occasioni della vita. Forse è il Daimon di Socrate, o lo Spirito Guida? Ma quando insisto a chiedere i particolari, lo scrittore si rabbuia e cambia argomento”. Gli stupefacenti racconti di Jean Ray sono sogni bizzarri o visioni deliranti; avventure macabre o discese nell’irreale. Questo mago della penna evoca il terrore annidato dentro alle vecchie case o nelle pieghe segrete dell’anima umana. I suoi magici mondi comprendono storie di stregoneria, porte aperte sull’inconscio, viaggi nel surreale… Il racconto LA SCOLOPENDRA è ambientato in una tetra cittadina tedesca. Nella stessa casa c’è il cadavere di una strega morta da poco, insieme a tre studenti ubriachi di Kummel e di noia. Fuori, è un piovoso pomeriggio di Ottobre… LA LOCANDA DEGLI SPETTRI e L’UOMO CHE OSO’ trattano casi di pericolose infestazioni. DENTI D’ORO narra le avventure di uno scassinatore di tombe alla ricerca di eventuali tesori. In L’ULTIMO VIAGGIATORE qualcuno arriva all’albergo quando ormai è troppo tardi, quando la stagione è finita, l’albergo sta per chiudere e il tempo è diventato freddo e burrascoso. Il CUGINO PASSEROX è un parente dimenticato, che arriva da lontano, dopo tanto tempo e porta con sé qualcosa di estremamente pericoloso. In LA NOTTE DI CAMBERWELL il protagonista si scontra con il Caso: una divinità bizzarra, terribile, che domina la vita degli uomini. IL GUARDIANO DEL CIMITERO narra di un uomo povero e sfinito, che accetta l’unico lavoro disponibile. Nel racconto LA GIOSTRA c’è una vecchia giostra, in una sordida piazza di Londra, fra lotterie, baracconi, friggitorie e antri di cartomanti… L’Opera di Jean Ray è immensa: nel 1925 Contes du whisky (I racconti del whisky). 1935 Croisieres des hombres (La crociera delle ombre). 1942 Grand nocturne (Grande notturno). 1943 - 44 Malpertius La citè de l’indicible peurs (La città dell’indicibile paura) Les cercles de l’epauvante (I cerchi dello spavento). Nel 1947 Livre des fantomes (Il libro dei fantasmi) 25 histories noire et fantastique (25 storie nere e fantastiche) Saint Judas de la nuit (San Giuda della notte) Les dernier contes de Canterburuy (Gli ultimi racconti di Canterbury) Les carrousel des maleficies (Il carosello dei malefici) Contews noir du golf (I racconti neri del golf). Sotto lo pseudonimo di John Flanders scrive anche romanzi d’avventure. Scrive anche una serie di gialli che hanno per protagonista Harry Dickson, lo Sherlock Holmes americano. Le uniche Opere uscite in Italia sono: l’ormai introvabile 25 racconti neri e fantastici Editore Baldini e Castaldi 1963 Malpertius, un romanzo dell’orrore, Editore Sugar 1966 Alcuni racconti comparsi nelle antologie I miti di Chtulu Editore Fanucci 1988 Alcuni racconti comparsi nelle antologie Horror Story N° 18 e 19 Editore Garden 1999. Nel 1972 Harry Kunel ha realizzato un film tratto da Malpertius e arrivato anche in Italia. Altri film ispirati alle opere di Jean Ray, girati in Francia sono: La grande frousse di Jean Pierre Mocky del 1964; La citè de l’indicible peur. Scrive ancora il suo biografo: “Jean Ray possiede una immensa esperienza degli uomini e del mondo. La sua immaginazione è sfrenata. Solamente così si spiegano i suoi racconti che sono fantasmagorie, labirinti senza uscita in cui la ragione gira in un circolo chiuso, si smarrisce, si sgretola. Brividi serpeggiano… Si cade in ginocchio… E’ il terrore che passa…” Bissoli Sergio giugno 2003 CURIOSITA’ EDITORIALI di Sergio Bissoli Il disegnatore MARIO CARIA 1934 Roma riciclava i suoi disegni su copertine di differenti collane. Esempio: la donna in copertina del Racconto di Dracula “I SUSSURRI DELLE STREGHE” Editrice Erp maggio 1962 è la stessa donna in copertina al Western for men “LIMA IL MIRINO” edizioni Gold Medal Books 25 marzo 1959. Altro esempio: l’uomo in copertina al Racconto di Dracula “LA LEGGE DELL’ALDILÀ” Editrice Erp gennaio 1962, è lo stesso uomo che appare sulla copertina di “REQUIEM PER UNA SPIA” collana Secret Service, Edizioni Euredi Roma 15 novembre 1959. INTRODUZIONE a Ghost Tales DI Sergio Bissoli Nel 1847 a Hydesville, stato di New York, per merito delle sorelle Margaret e Katie Fox nasce lo Spiritismo che si diffonde subito in Inghilterra, Francia, Germania. A partire da questa data si incomincia a fare le sedute spiritiche, si indagano scientificamente i fenomeni psichici, si fanno le prime fotografie di ectoplasmi… e si scrivono coinvolgenti racconti di fantasmi. Infatti, dopo che lo spiritismo si è diffuso, nascono le famose Ghost Stories e Tales of Terror dalla penna di scrittori specializzati: Le Fanu, Montague R. James, Stoker, Blackwood, ai quali seguiranno innumerevoli altri. Questa che presentiamo è una selezione di eccellenti Racconti di Fantasmi inglesi, del 1900, completamente sconosciuti in Italia. I racconti sono dei veri girelli neri, rari e difficili da trovare ormai perfino in Inghilterra. Sono state scelte quelle storie che possedevano queste tre caratteristiche: Originalità della trama Bellezza dello stile Inedicità in Italia. Iniziamo l’antologia con il delizioso racconto Elsie e Agnies di Richard Davis. Quando una emozione è troppo forte da sopportare, succedono fatti inquietanti. La vita appare diversa. La realtà sembra sdoppiarsi, ma fino a che punto? Qual è il confine fra il reale e il soprannaturale? Gli inglesi sono maestri nello scrivere storie di fantasmi che descrivono spettri di tutti i generi: maligni, terribili, malinconici, burloni… Ma le storie che trattano i fantasmi di animali, sono molto rare. Eppure, se consideriamo la questione, che cosa gli animali hanno di diverso da noi? Anche gli animali vivono, amano, soffrono, gioiscono e muoiono come tutti gli esseri umani. Se sono stati avvistati gli spettri di persone defunte, perché mai non dovrebbe vedersi lo spettro di un animale? E’ il tema originalissimo e affascinante di IL TORO di Rachel Hartfield. In un tranquillo ambiente di campagna, fra silenzi e ombre pomeridiane, sorgono inspiegabili inquietudini. E nelle burrascose notti autunnali, quando la luna si nasconde dietro alle nuvole, avvengono strani fenomeni. Adrian Cole con il suo ORRORE SOTTO PENMIRE, ci trasporta in un cupo paesaggio nordico. Immersa in un clima da incubo si svolge una vicenda misteriosa, sotterranea, che sarà sicuramente apprezzata da tutti i lettori delle storie di Lovecraft. Il racconto IL POSTO SOLITARIO di August Derleth, è uno dei migliori che egli ha scritto e, stranamente, non è mai stato tradotto. E’ risaputo che certi luoghi possiedono un fascino quasi malefico che suggestiona profondamente il visitatore. Questi posti evocano oscuri pericoli e la nostra anima si riempie di inquietudine e disagio. Ma è l’ambiente a creare paure irrazionali oppure è la nostra mente che popola il luogo di micidiali terrori? La campagna, profonda, selvaggia e isolata è l’ambiente dello stupendo racconto TIMOTHY di Keith Roberts. Nella campagna le tradizioni pagane durano secoli; qui si ripetono da millenni antiche usanze, qui si celebrano riti segreti. E fra queste vecchie usanze, la più antica fra tutte è la stregoneria, cioè la capacità della mente umana di dominare la materia. Si tratta solo di credenze arcaiche? Primitivi modi di pensare? Forse, ma non completamente, visto che la scienza ha inventato una parola moderna per definirla: psicocinesi. Timothy è forse un racconto fantastico, ma suggestivo, allarmante e profondamente umano! SCRIVEIRN INN di Guy Weiner è un racconto mozzafiato su una casa infestata. Le vecchie case conservano la memoria degli eventi tragici che sono avvenuti? Quando i ricordi del passato posseggono una forte carica emotiva, alcune persone sensibili riescono a percepire qualcosa. Qualcosa di terribile, sepolto nella polvere e nell’oscurità del passato. IL 13° PIANO di Frank Gruber. Un grande magazzino in un edificio moderno. Qui, dove tutto è razionale, luminoso, efficiente, non dovrebbero trovar posto deliri e allucinazioni. Purtroppo non è così. Nemmeno in un posto come questo l’uomo è al sicuro. Nemmeno la modernità è una protezione sicura contro emozioni oscure, come la paura e il terrore. La Cornovaglia, terra suggestiva con paesaggi e leggende, è l’ambiente preferito di molti racconti di Mary Williams; e anche di questo UN PICCOLO UOMO CONTORTO. Qui, nelle nebbie serali di antichi villaggi, la realtà a volte sfuma nel sogno, nel folklore di luoghi remoti e senza tempo. OMBRE D’ESTATE di Oliver Knox racconta lo scherzo di qualcuno che vuole giocare ai fantasmi. E’ solamente un gioco, una burla da ragazzi, ma imprevedibilmente il gioco cambia prospettiva e rivela una luce sinistra, percorsa da tragiche ombre. Altro grande autore, Basil Copper con il suo capolavoro CAMERA OSCURA. Chi entra nel delirio di Camera Oscura difficilmente ne uscirà indenne. Ma cosa è Camera Oscura? Un luogo magico, o un incubo terribile? Un luogo reale o un caleidoscopio di miraggi? Ma soprattutto dove si trova la Camera Oscura? E’ un luogo fisico? Oppure è un luogo della mente, una rappresentazione del nostro inconscio? Non diciamo altro per lasciare al lettore il brivido della scoperta. In LA CASA NELLA VALLETTA di John Connel, predomina l’atmosfera della Scozia in autunno. Una atmosfera incantevole, rarefatta, che afferra il lettore e lo trasporta dentro un delicato ricamo di bellezza e paura. Conclude questa antologia, alla quale presto ne seguiranno altre, il racconto IL PADRE DI CARLTON di Eric Ambrose. La storia è originalissima e tratta il tema delle dimensioni, degli enigmi dello spazio e del tempo. E’ un invito a riflettere che le cose che non conosciamo sono maggiori di quelle già note; e che l’Universo e la Vita restano sempre il mistero più grande. Bissoli Sergio Febbraio 2002 Proposta titoli collana GIALLI NOTTURNI Una nicchia di terrore nella quotidianità GIALLI PSYCO GIALLI DEL TERRORE GIALLI DEL BRIVIDO GIALLI THRILLING GIALLI DEL MISTERO GIALLI MISTERY GIALLI DEL TESCHIO GIALLI PSICOLOGICI GIALLI ESOTERICI GIALLI DELL’OCCULTISMO GIALLI DEL POZZO GIALLI DELLA CIVETTA GIALLI DELL’OLTRETOMBA GIALLI DEL FANTASMA GIALLI SPETTRALI GIALLI DELLA CANDELA RACCONTI DEL TERRORE CRISTALLI NERI racconti del terrore PASSI NEL DELIRIO Storie del terrore e del soprannaturale TERRORI NOTTURNI storie di spettri RACCONTI DI SPETTRI capolavori inediti OSCURI TERRORI storie di fantasmi RACCONTI GOTICI racconti del terrore CAPOLAVORI DEL GOTICO racconti inediti GOCCE DI PAURA racconti spettrali INQUIETUDINE E PAURA racconti neri del terrore Un invito a riflettere che le cose che non conosciamo sono maggiori di quelle già note; e che l’Universo e la Vita restano sempre il mistero più grande. RACCONTI DI FANTASMI, STORIE DI SPETTRI, RACCONTI DEL TERRORE NELL’EDITORIA INGLESE DEGLI ANNI ’60 di Sergio Bissoli Presentiamo qui una selezione di copertine di Horror Stories, Ghost Stories e Tales of Terror inglesi pubblicati principalmente durante i meravigliosi anni ’60. Questi libri sono ora difficili da trovare perfino in Inghilterra e praticamente irreperibili qui da noi. I volumetti erano edizioni economiche, periodiche, tascabili, comprendenti raccolte di racconti di grande originalità e bellezza; i disegni di copertina erano suggestivi e coinvolgenti. Ringrazio gli amici di Londra e Northampton che mi hanno aiutato nella massacrante ricerca di questi libri, ora laceri, scollati, ammuffiti, sepolti nei polverosi scaffali delle librerie antiquarie. I loro Autori sono quasi tutti sconosciuti; impossibile sapere qualcosa della loro vita, o rintracciare dati biografici. Certamente essi sono (o erano) scrittori appassionati con una grande sensibilità verso i temi del Mistero, del Macabro e del Soprannaturale. NUOVI ORIZZONTI CULTURALI di Bissoli Sergio L’uomo non nasce libero, ma nasce prigioniero di una rete di superstizioni, malattie e bisogni; (vedi il selvaggio). L'unica via per liberarsi è la Conoscenza. Dunque la conoscenza, cioè la cultura, è vitale per l'umanità. La scuola però non suscita l'amore per la cultura, anzi la presenta come un accessorio ingombrante e sgradevole. I libri sono surrogati di esperienze. Sarebbe molto meglio fare da soli esperienze ed osservazioni, oppure sentirle rac¬contare direttamente dai testimoni. Ma l'uomo non ha il tempo per fare tutte le esperienze. E le persone che le hanno fatte sono lontane o morte. Ecco perciò la necessità di leggere libri o di andare a scuola. Nella scuola però predomina il modello di una cultura chiusa, congelata, sclerotica, imbalsamata. La cultura che giace sepolta nelle biblioteche e nei musei è pietrificata, e mummificata. E' una cultura da cassaforte, da tombe di marmo. La cultura deve essere vitalizzata, deve diventare aperta, fluida, ricca di interscambi con l'esterno. La scuola dovrebbe spalancare le porte a NUOVI libri; dovrebbe far conoscere anche ALTRI autori che raccontano DIVERSE esperien¬ze, DIFFERENTI punti di vista.... Il bisogno di conoscenza è insito nell'uomo. Per soddisfa¬re (o estinguere?) questo bisogno naturale viene diffusa una cultura preconfezionata, con pensieri prefabbricati. Nel fare questo scuola e mass media sono doppiamente colpevoli: negano la conoscenza e saziano l'umanità con una cultura fasulla fat¬ta di tendenze, mode, pensieri standardizzati. Un grande crimine è quello di frenare l'evoluzione, cioè mantenere l'ignoranza e volere il regresso. E' tempo di fi¬nirla di favorire i mediocri e i raccomandati. Se vogliamo vivere in un mondo migliore, lasciamo lavorare quelli che sono all'altezza! La società è come un organismo e ogni organo deve essere adatto a svolgere bene la sua funzione. Un altro crimine occulto è servirsi del linguaggio per creare delle false realtà. Allora il linguaggio non riproduce più la realtà. Dietro alle parole non ci sono fatti, azioni, oggetti. Dietro alle parole c'è solo il vuoto e bellissimi castelli di parole. Un uomo che possiede una qualità va negli ambienti dove la sua qualità viene valorizzata, apprezzata e ricercata. Si verifica così un doppio scambio. L'ambiente si arricchisce e l'uomo realizza le sue aspirazioni. Sembra che la Società abbia paura dei suoi uomini migliori: poeti, scrittori, artisti, geni, medium, veggenti.... Eppure questi uomini sono qui per dare, per costruire, per migliorare. Ma la società vuole camminare lentamente, e così emargina i suoi uomini migliori. Questo perchè nella società esistono forze regressive e forze progressive. Dal loro perpetuo scontro risulta il lento progresso. Propongo qui di fare pulizia nel mondo culturale. Pro¬pongo qui di svecchiare la cultura, di spazzare via le ragna¬tele dai cervelli. In che modo? Rompendo definitivamente con le vecchie acquisizioni. Pren¬dere tutte le conoscenze faticosamente erette come una cupola sopra di noi e romperle, per lasciare entrare la luce. Anzi, prendiamo le nozioni che abbiamo appreso e mettiamole sotto i piedi per salire più in alto, per vedere più lontano. Basta con lo stantio, basta con la cultura ammuffita e amputata, buona solo per addormentarsi. Percorriamo strade nuove. Restituiamo alla cultura la sua essenza, quella del brivido della scoperta, dello stupore che mozza il fiato. Propongo conoscenze che sono esplosioni di luce dentro il cervello. Autori, perfettamente sconosciuti, ma che sono montagne di luce. Spegniamo le lampadine fioche e divertiamoci a guardare le stelle. I loro nomi? Eccoli immediatamente: Jane Roberts; Ouspensky; Algernon Blackwood; Gustav Meyrink; Allan Kardec; Pietro Ubaldi; Eileen Garret; Elisabetta D’Esperance; I. W. Dunne. (e molti altri). Sono Autori che la cultura ufficiale scoprirà fra qualche secolo. Le loro Opere non si trovano a portata di mano, ma vale la pena di cercarle. Lasciamo indietro la zavorra e corriamo con le nostre gambe. Questa è l'umana avventura; questa è la libertà e la felicità dello spirito. Tutto il resto è robotismo e rotelle meccaniche che girano. SONO STATO UN HIPPY di Sergio Bissoli Ricordate gli hippy ? Quelli di voi che hanno le tempie grigie ricorderanno sicuramente quei giovani con i capelli lunghi che andavano per le strade negli anni '60. Avevano i capelli lunghi, indossavano un paio di jeans, una camicia a fiori e suonavano la chitarra. Al petto avevano una collana con un medaglione dove c'era scritto: Facciamo l'amore non la guerra. E andavano vestiti sempre allo stesso modo in tutte le stagioni. Suonavano la chitarra oppure costruivano spille, braccialetti e collane intrecciando il filo di ottone. Simboli fatui dei loro sogni crollati. Sì, gli hippy sono scomparsi ma non hanno perso perché in fondo loro non volevano vincere. I loro inni erano: “Uno in più” di Riki Maiocchi che dice: Una voce sta cantando, ma son pochi ad ascoltare. Altre voci piano piano, stan crescendo da lontano. Se quel canto vuoi seguire, puoi cantare. E così tu sarai uno in più con noi. Lungo strade sco¬nosciute siamo in tanti a camminare con le lacrime negli occhi, con il sole dentro al cuore... E la canzone intitolata Hippy di Fausto Leali dice: Un castello di storia che non serve più, il passato e morto e nasci tu... Dove sono finiti tutti gli hippy che incontravamo 30 anni fa nelle nostre città ? Sono scomparsi tutti ? Sono finiti come un fenomeno anomalo e inutile? Che fine hanno fatto i loro ideali di pace e bellezza ? Sono stati stritolati dalla ruota degli interessi e della corsa al denaro ? Gli hippy sono sempre esistiti ed esisteranno sempre. Nel corso della storia si sono chiamati con nomi diversi. Nel medioevo si chiamavano Goliardi, in Spagna Picari. Nella Francia del 1800 si chiamavano Bohemien e vivevano nelle soffitte di Parigi scrivendo e dipingendo. Negli anni '60 si chiamavano Hippy. Tanti nomi per un identico bisogno di libertà. Come si chiameranno nell'anno 2.100 ? Il loro nome futuro non lo sappiano. Sappiamo però che gli hippy non sono morti ed esisteranno sempre. Perché il bisogno di libertà fa parte del patrimonio genetico dell'Umanità. Cari, fantasiosi, sognatori hippy che avete portato una luminosità breve ed effimera in questa nostra grigia società. Una luce colorata ed effimera come i fiori di carta che avete preso per emblema. Una luce effimera come il tempo, come l'amore, come la vita... Credo che gli hippy ci hanno insegnato qualcosa. Il loro messaggio di amore e pace non è andato sciupato. Esso dorme, in attesa di risvegliarsi, dentro il cuore di ciascuno di noi. ESTETICA NERA dl SERGIO BISSOLI Ci sono racconti che contengono moltissimi elementi irrazionali. Sono le fiabe e le storie fantasy. Es. Isabella d'Egitto di A. Von Arnim Pericolo di vita di Sarane Alexandrian. In questi racconti succede di tutto e tutto può accadere così il lettore non si stupisce più. Ci sono racconti formati unicamente di elementi razionali. Queste storie rispecchiano fedelmente la realtà. In letteratura appartengono alla corrente chiamata Realismo. Sono i romanzi di Balzac, Flaubert, Maupassant, Zola. Noi ci occuperemo qui di un genere intermedio rispetto alle due definizioni date sopra. Sono i racconti realistici che contengono però uno (o pochi) elementi irrazionali. Sono le ghost stories, i tales of terror, i racconti insoliti, dell'orrore, del supernaturale. Qui lo stupore è massimo perché in un racconto razionale, il lettore non si aspetta l'elemento irrazionale e nemmeno suppone che sembianze avrà. Affinché questo tipo di racconto riesca bene tre sono i punti fondamentali da considerare: 1 IL MODO IN CUI L' ELEMENTO IRRAZIONALE ENTRA NEL CONTESTO RAZIONALE. 2 IN CHE COSA CONSISTE L'ELEMIENTO IRRAZIONALE, CIOE’ DI COSA ESSO E' FORMATO. IN CHE MODO FINISCE L’ELEMENTO IRRAZIONALE E COME RIPRENDE LA VICENDA RAZIONALE. Esaminiamo brevemente questi tre punti perchè da essi dipende il successo e la bellezza del racconto. Inizio dell'elemento irrazionale in un racconto razionale. Il modo migliore per introdurre l'elemento irrazionale è farlo entrare lentamente, quasi impercettibilmente nel contesto. Ad esempio sottoforma di piccoli incidenti, di fatti strani che si possono interpretare come dovuti al caso, anziché come alterazione delle leggi fisiche naturali. In questo modo l'irrazionale diventa più credibile e viene accettato dal lettore. Es. In LA ZAMPA DI SCIMMIA W.W. Jacob introduce l'elemento irrazionale sottoforma di una leggenda riguardante un amuleto, raccontata da un vecchio sergente maggiore in una sera d'inverno. In LA CUCCETTA SUPERIORE di F. M. Crawford l'irrazionale entra nella storia a poco a poco, sottoforma di piccoli eventi inspiegabili: Il portello che si apre da solo di notte, l'odore di acqua stagnante nella cabina, la scomparsa del precedente passeggero… Un graduale avvicinamento all'irrazionale è presente anche in LA CASA DEL GIUDICE di B. Stoker: Il rumore dei topi, il quadro misterioso… L'elemento irrazionale può consistere di : un fantasma, uno spettro: Es. Fischia e verrò da te; di Montagne Rhodes James. La stanza N° 13 di M. R. James Il frassino di M.R. James The verde di Joseph Sheridan Le Fanu Un resoconto di strani disturbi in Auger Street di J. S. Le Fanu Storie di spettri nella casa delle mattonelle di J. S. Le Fanu Una autentica narrazione di una casa infestata di J. S. Le Fanu L’ascoltatore di Algernon Blackwood La casa vuota di Blackwood Una caraffa di sciroppo di Ambrose Bierce Il fiume di sangue di Red Schneider Un vampiro, un demone: Es. Dracula di Bram Stoker L’alito freddo del vampiro di George Vailis La tomba di satana di Geron Brandanus Il guardiano del cimitero di Jean Ray Un alieno, un extra terrestre: Es. Strisciava sulla sabbia di Hal Clemente Gli strani suicidi di Bartlesville di Fredric Brown; e molti altri romanzi di fantascienza. La costruzione di fatti basati su teorie occultistiche. (Re-incarnazione, spiriti elementari, veggenza, ecc.) : Es. La casa del passato di Algernon Blackwood La mosca d’oro di Blackwood Il vento del sud di Blackwood L’occupante della stanza di Blackwood L’appuntamento differito di Blackwood Il ritorno di Blackwood La distruzione di Smith di Blackwood Un episodio in Cain Street di Joseph Paine Brennan Nelle pietre di Brennan La casa in Hazel Street di Brennan “ Un messaggio senza fili di Ambrose Bierce L’uomo che osò di Jean Ray Il bambino preso dalle fate di Le Fanu Il golem dl Gustav Meyrink Laura di Saki La musica sulla collina di Saki Una operazione di magia o di stregoneria (Psicocinesi) : Es.Pollok e l’uomo di Porroh di Herbert Gorge Welles I sussurri delle streghe di Frank Graegorius Lo squalo bianco di Jack Leeder L’abate nero di Puthum di Clark Asthon Smith La pace di Mowsle Barton dì Saki L’elemento irrazionale può consistere di una nuova scoperta scientifica: Es. Frankestain di Mary Wollstonecrsft Shelley Le belle e i mostri di Paul Carter I sosia dell’inferno di Max Dave La vergine di sangue di Paul Carter La femmina dell’ homuncolus di Dough Steiner Aria fredda di Howard Philps Lovecraft Camera oscura di Basil Copper L’elemento irrazionale è una messa in scena, un trucco, una impostura che viene spiegata alla fine in maniera razionale: Es. Satana e donna di Paul Carter Il marchio del vampiro di Werner Welgren Il fu mister Washington di Max Dave La dama in nero di Max Dave La finestra aperta di Saki. L’elemento irrazionale consiste in una strana coincidenza: Es. I segugi del destino di Saki La ragnatela di Saki Una notte d’estate di A. Bierce La notte di Camberwell di Jean Ray L’elemento irrazionale è rappresentato da un oggetto animato: Es. La mezzatinta di M.R. James Rifiuti di Ramsey Campbell Fantasma di fumo di Fritz Leiber Il cimitero di Marlywek di Jean Ray La giostra di Jean Ray Il relitto di William Hope Hodgson L’orologio di John Bartine di Bierce La bara ambulante di Lesile Poles Hartley L’elemento irrazionale consiste di misteriose sparizioni: Es. Entrata e uscita di Blackwood La difficoltà di attraversare un campo di Bierce La traccia di Charles Ashmore di Bierce “ L’irrazionale consiste di strane metamorfosi: Es. Una voce nella notte di W.H. Hodgson Il rampicante della casa di A. Bierce L’irrazionale consiste in spostamenti di tempo: Es. La chiave d’argento di H.P. Lovecraft La casa al N° 1248 di J. P. Brennan. L’irrazionale è rappresentato da mondi paralleli che interferiscono fra di loro: Es. L’amante del loculo tre di Dough Steiner Femmine dell’al di là di Dough Steiner Il romanzo o racconto può finire in questi modi: Sconfitta dell’elemento irrazionale: Es. Dracula di B. Stoker L’elemento irrazionale rimane e viene accettato come tale: Es. La cuccetta superiore di Francio Marion Crawford La dichiarazione di Randolph Carter di H.P. Lovecraft Il protagonista— narratore soccombe all’elemento irrazionale: Es, Pollok e l’uomo di Porroh di H.G. Wells La scolopendra di Jan Ray La falena di H. G. Wells L’esperienza irrazionale era solo un sogno e finisce con il risveglio del protagonista : Es. La caccia del diavolo di Morton Sidney L’uomo che non poteva morire di Morton Sidney I sogni di Albert Moreland di Fritz Leiber Sudario nuziale di Frank Graegorius Il castello delle rose nere di Frank Graegorius COME SCRIVERE UNA STORIA DI FANTASMI di Sergio Bissoli Storie di fantasmi,Ghost stories, Tales of terror, Racconti del soprannaturale. Tanti nomi per indicare un tipo di letteratura nata in Inghilterra circa nel 1.800. Per ottenere il pane sono necessari farina, acqua, sale, lievito, forno... Anche per ottenere una storia di fantasmi sono necessari alcuni ingredienti. L’ambiente. E’ necessario che l’ambiente sia estraneo per il protagonista. Il protagonista arriva in un ambiente inconsueto e vecchio che può essere: una villa antica, un castello, una casa diroccata, una dimora di campagna, un bosco. Tutti gli ambienti datati dal medioevo fino a cento anni fa vanno benissimo. Escluderei ambienti troppo antichi ( 1OOO anni ) e ambienti non europei. Il clima. Bisogna adottare senza dubbio un clima nordico, freddo, cupo e buio. L’autunno, con le sue giornate malate, dense di ricordi, con il vento che fa turbinare le foglie morte. L’inverno con le sue piogge e nebbie che intristiscono l’anima, spengono la speranza e creano un senso di attesa. Anche una notte estiva di temporale va bene. Lampi e tuoni. Il cielo ramificato con scheletriche dita viola. I tuoni che mettono in soprassalto. Il fischio della bufera. Tutta la possente forza della natura che fa sentire l’uomo debole e timoroso. Escluderei senz’altro calde estati, giornate piene di sole, climi mediterranei o africani. Altro elemento importante: il movente che ha spinto il protagonista a recarsi o a soggiornare nell’ambiente estraneo. Anche qui i motivi possono essere molti: un viaggio; la presa possesso di una eredità; la ricerca di un tesoro; una ricerca archeologica; inseguimento di qualcuno. O ancora il movente può essere un contrattempo: per esempio il protagonista ha avuto un guasto al motore e ha dovuto passare la notte in una locanda. Descriviamo adesso il protagonista e le sue caratteristiche. Il protagonista è sempre un uomo un pò superiore alla media. Colto, raffinato, sensibile. Può essere un artista, un ricercatore, un sensitivo, un esteta, un uomo ispirato, o innamorato. Oppure il protagonista può essere amico e accompagnatore di un individuo superiore. Il protagonista non deve mai essere una persona sotto la norma. Per questo escludo senz’altro pazzi, subnormali, allucinati, donne paurose e bambini. Lo scrittore di una storia di fantasmi DEVE credere nei fantasmi. Lo scrittore di storie irrazionali deve essere un esperto in scienze psichiche: parapsicologia, occultismo, spiritismo, magia, stregoneria e anche folklore. Tutte queste conoscenze sono indispensabili per poter scrivere una storia credibile e veritiera. Lo scrittore deve inoltre aver fatto ricerche in luoghi infestati e ascoltato testimonianze dirette. Se uno scrittore scettico e materialista decidesse di scrivere una storia di fantasmi otterrebbe un risultato mediocre, una storia improbabile o esagerata. In una storia di fantasmi la soluzione non esiste o è parziale. Molti misteri restano irrisolti, molti interrogativi rimangono senza risposta. Questa è la differenza fra il giallo e la storia di fantasmi. Nel finale di un giallo il mistero viene completamente risolto. La storia di fantasmi invece presenta problemi irrisolti e irrisolvibili poichè non esiste una spiegazione all’irrazionale. In una storia di fantasmi c’è paura, brivido, terrore. Queste emozioni sono sempre suscitate da fenomeni inspiegabili: apparizioni, ombre, luci, rumori. La grande differenza tra una storia di fantasmi e una storia dell’orrore è questa: nella storta dell’orrore la paura è sempre suscitata da elementi naturali e spiegabili. Esempio: una scena di tortura, di crudeltà; un pazzo che squarta le persone; un folle omicida. Notiamo che la storia dell’orrore suscita il ribrezzo anziché la paura. Una storia di fantasmi deve essere bene proporzionata. Il testo deve essere breve. La suspense non deve essere esagerata per non annoiare. I fatti straordinari devono sembrare veritieri. I fatti non devono essere esagerati, nè eccessivamente fantastici altrimenti il racconto diventa una fiaba. Il racconto deve possedere uno stile bello e originale. La trama deve essere equilibrata, senza lungaggini o digressioni. Le descrizioni degli ambienti e dei paesaggi devono rendere l’atmosfera del luogo. I personaggi devono essere psicologicamente profondi; le loro emozioni devono essere ben analizzate e descritte. Gli scrittori specializzati universalmente riconosciuti come Maestri del genere sono: Joseph Sheridan Le Fanu, Montague Rhodes James, Algernon Blackwood, Bram Stoker, Ambrose Bierce, Gustav Meyrink, Jan Ray, ecc. Gli Autori moderni sono: Rosemary Timperly, Cinthia Asquith, Rachel Artfield, Doroty Edwards, Oliver Knox, John Hastings Turner, Guy Weiner, David Compton, A. E. D. Smith, Arthur Quiller Couch. F A N TASCIENZA UNA SCOPERTA SENZA FINE di Bissoli Sergio La fantascienza è un genere letterario che sta suscitando l'interesse dei giovani e l'attenzione degli studiosi che propon¬gono di inserirla fra le materie scolastiche. La fantascienza dispiega infiniti temi rivelando la genialità e la grandezza dei loro Autori. La fantascienza è nata nel 1800 in Inghilterra con i libri di H. G. Wells e in Francia con Giulio Verne. Nelle loro storie questi Autori narrano di nuove invenzioni e scoperte scientifiche. Ma molta strada è stata fatta da allora e la fantascienza mo¬derna non è più un genere unico ma si diversifica in un ventaglio di sottogeneri tutti estremamente interessanti. Fantascienza avventurosa: descrive l'esplorazione dei pianeti con eventuali incontri di esseri più evoluti che hanno fondato civiltà differenti dalla nostra. Fantascienza tecnologica: ipotizza un mondo del futuro ricco di nuove tecnologie e descrive le imprevedibili conseguenze che ne derivano. Fantascienza catastrofica: la terra è minacciata da una cata¬strofe che mette in pericolo l'umanità. Si cercano soluzioni all'-inquinamento, all'alzarsi della temperatura, alla diffusione dei parassiti, delle epidemie... Fantascienza sociologica: una società del futuro strutturata in un nuovo modo presenta nuovi problemi. Esempio una società controllata dai computers limita la libertà individuale. La mani-polazione genetica per fini buoni (eliminazione della criminalità) può venire sfruttata per eliminare i dissidenti. L'autodistruzione del globo può far sprofondare i sopravvissuti nell'ignoranza e nella barbarie. Fantascienza eroica: è la narrazione di imprese galattiche con guerre fra i pianeti e conquiste di imperi stellari. Fantasy o fantascienza fiabesca: è una narrazione fiabesca che si svolge in un ambiente popolato da gnomi, elfi, principi, maghi... Fantascienza parapsicologica: è la narrazione ai fatti dì tele-patia (lettura del pensiero). Veggenza (visione a distanza). Pre-' cognizione (visione del futuro). Fantascienza orrorifica: è l'intreccio della fantascienza con il genere horror; vampiri, mummie, licantropi, spettri, demoni appaiono in ambienti moderni, si manifestano dentro condomini, fabbriche, supermercati. Questo è solo un breve panorama della fantascienza. I lettori incontreranno molte altre meraviglie e sorprese escogitate dagli specialisti della fantasia scientifica. LA LETTERATURA SPECULATI VA di Bissoli Sergio La parola speculazione in filosofia significa: meditazione, teorizzazione, ipotesi. La letteratura speculativa, come la filosofia, offre risposte originali ai grandi problemi del Mondo e dell'Umanità. La letteratura speculativa per mezzo di romanzi e racconti, esemplifica un problema con personaggi, ambiente, situazione e trama. Poi propone una soluzione al problema oppure una ipotesi nuova, oppure mette enfasi sul problema allo scopo di attirare l'attenzione. Tutto questo con forma letteraria attraente e piacevole. La letteratura speculativa è filosofia più estetica. GUIDA PER I COLLEZIONISTI DI LIBRI di Bissoli Sergio Questi consigli sono rivolti ai collezionisti seri di libri, a tutti i lettori, gli appassionati e agli scrittori professionisti. La biblioteca deve essere specializzata. Deve trattare cioè in maniera approfondita e completa un genere letterario. I generi, lo ricordiamo, sono; il nero, il giallo, la fantascienza, l'erotico, il drammatico, il comico, ecc. La biblioteca deve contenere tutte le opere del genere prescelto: i testi fondamentali, i capolavori, le opere minori e anche le opere con grande attinenza al genere prescelto. Sono necessarie le opere complete e in lingua originale di ogni autore. Le opere in lingua originale ( di solito l’inglese) servono per controllare le traduzioni ed eventualmente scartare le traduzioni non integrali o scorrette. Durante la mia esperienza, ho visto traduzioni buone e traduzioni mancanti di intere frasi o interi capitoli. Ho visto traduzioni che usavano parole arcaiche, modi dì dire banali, espressioni inadeguate che stravolgevano il testo originale. Quando la traduzione è buona conviene tenere in biblioteca ( quando è possibile ) due o tre traduzioni dello stesso testo. Questo serve per cogliere le varie sfumature di traduzione da testo a testo. In biblioteca conviene avere due o tre copie per ogni opera importante. Una copia si può deteriorare e in questo caso si ha quella di scorta. Inoltre, in futuro quel libro può diventare raro e prezioso. Allora è possibile vendere una copia di riserva ad alto prezzo, oppure scambiarla con un altro libro raro di pari valore di antiquariato. Una antologia è una raccolta di racconti di autori differenti. Talvolta uno stesso racconto è stampato identico in due o più antologie. In questo caso bisogna rassegnarsi ad avere in libreria alcuni doppioni di testi. Inoltre le antologie a volte contengono alcuni racconti belli e altri brutti. Bisogna conservarle ugualmente, soprattutto se contengono qualche racconto raro e introvabile. Il collezionista deve tenersi aggiornato sulle nuove edizioni o ristampe. Per ogni autore è bene avere tutte le opere. Non è obbligatorio avere tutte le opere di un autore quando questo autore ha scritto testi di genere diverso. Ogni autore ha opere principali e opere minori ( giovanili o malriuscite ). Le opere minori, se sono tentativi o ripetizioni di uno stesso tema, non è necessario conservarle. E bene però averle lette. Una collezione personale e specializzata offre il piacere della selezione, della lettura e rilettura dei nostri autori preferiti. Consente citazioni da utilizzare per articoli. E' un punto di riferimento che accompagna durante tutta la vita. GIALLO, CHE PASSIONE guida per amatori, collezionisti e curiosi. di Bissoli Sergio Giudicati come esempi di letteratura scadente 40 anni fa, oggi i gialli sono stati rivalutati e vengono studiati perfino nelle università. Il periodo di massima diffusione in Italia sono stati gli anni ’50 e ’60 quando questi libretti erano molto comuni; si vedevano dappertutto, nelle edicole e sulle bancarelle, e il numero degli editori seguitava ad aumentare. La dicitura “Gialli” si applicava a un tipo di letteratura popolare che comprendeva gialli ma anche racconti del brivido, del mistero, dell’orrore, dell’occultismo, fantascienza, racconti western, sexy, soprannaturali. Ogni genere aveva poi i suoi sottogeneri con i propri lettori e collezionisti. Le copertine erano vere e proprie opere d’arte, prodotte da disegnatori bravi e appassionati. Il prezzo di ogni libretto era di 150 lire. Oggi questa stupefacente marea di pubblicazioni sono scomparse tutte e sono reperibili solamente nelle grandi biblioteche nazionali, nei mercati dell’antiquariato o negli scaffali dei collezionisti. Per far conoscere, a quelli che non c’erano o che erano distratti in quei tempi, tracceremo qui una mappa, forzatamente incompleta, di questa ricca produzione della fantasia. Incominciamo dalle pubblicazioni più diffuse e che si trovano anche ora: I GIALLI MONDADORI - una collana di fantascienza intitolata URANIA - una collana di spionaggio SEGRETISSIMO - le inchieste dello spassoso, divertentissimo commissario SANANTONIO. La Longanesi pubblicava: SUSPENSE col marchio a forma di occhio – I GIALLI PROIBITI col marchio raffigurante un gatto che strizza l’occhio. La Garzanti pubblicava I GIALLI DELLE TRE SCIMMIE. Edizioni abbastanza rare adesso sono quelle della ERP (Editrice Romane Periodici del barone Antonino Cantarella) che pubblicava mensilmente: I NARRATORI AMERICANI DEL BRIVIDO - I GIALLI DELLO SCHEDARIO - I GIALLI DELLA STERLINA - romanzi dell’occultismo I RACCONTI DI DRACULA - romanzi di genere western FAR WEST - romanzi di fantascienza GLI ESPLORATORI DELLO SPAZIO - romanzi di guerra PRIMA LINEA - romanzi di spionaggio CRIMINAL DIVISION. La GEI, grandi edizioni internazionali di Roma, pubblicava: I GIALLI DELL’OSSESSIONE – i romanzi dell’orrore KKK – I ROMANZI DIABOLICI – I RACCONTI DELL’ANGOSCIA – I SUPERGIALLI USA – una collana di classici ridotti intitolata I GRANDI ROMANZI DAL MONDO. Fra le pubblicazioni rare segnaliamo: L’editore Gino Sansoni che pubblicava: I RACCONTI DEL TERRORE dove compariva per la prima volta in Italia il racconto “I topi nel muro” di Lovecraft. L’editrice Astoria con: I GIALLI DELL’AMORE – I GIALLI HEROS – I GIALLI DEL BUCO – REALTA’ PROIBITE – I GIALLI SUPEREROS eccetera. Le edizioni Franco Signori pubblicavano la raffinata collana I GIALLI DEL QUARTO DI LUNA con la dicitura I gialli del Quarto di Luna sono freddi contrappunti di una carezza che scorre lenta nella tragica clessidra di un’ora. Di una notte. Sono gli appunti che il rasoio della vita incide e taglia sulla pelle dell’uomo. Sono tanto veri da sembrare irreali, perché la dolcezza di una carezza sincera troppo spesso si confonde col lampo spaccante di un colpo di revolver e nel click metallico d’un paio di manette che si serrano ai polsi della follia omicida. E nelle notti del crimine, implacabile, sta sempre a guardare, il lento, solitario, immutabile cammino d’un quarto di luna. Le edizioni ULPIA di Roma pubblicavano I GIALLI VIETATI contrassegnati dal segnale stradale rosso: Divieto di accesso. Le edizioni VITA di Roma pubblicavano IL GIALLO CHIAVE, dove la copertina era forata come il buco di una serratura e dietro si vedeva una donnina poco vestita. Fra le centinaia di collane rare scegliamo a caso. I GIALLI POLIZIA SOS con il marchio raffigurante un gatto nero inarcato dallo spavento sul tetto di una casa. I GIALLI DEL SECOLO col marchio di 7 gufi neri sui rami. I GIALLI DEL CERCHIO ROSSO comprendente foto di belle ragazze in costume da bagno. E ancora: GIALLI DELLA MEDUSA – I GIALLI DELLA NOTTE – I GIALLI DEL BUIO – I GIALLI DELLA GATTA – I GIALLI DEL DRAGO – I GIALLI DELLE ORE 23 – I GIALLI DELLA PIOVRA – I GIALLI DEL CANARINO – I GIALLI DEL DIAVOLO – I GIALLI DEL VIZIO -GIALLISSIMO – Per chi desidera saperne di più: L’editore Pirani Via Rimaggio 19 Molino del Piano Firenze ha pubblicato. L’ENCICLOPEDIA DEL GIALLO. Giuseppe Isnardi Strada Genova 313 Moncalieri Torino ha fondato il Club Giallo e pubblica un bollettino informativo intitolato Foglio Giallo. FONDAZIONE ROSELLINI per la letteratura popolare Viale Bonopera 21 Senigallia Bissoli Sergio GUIDA AI LIBRI GIALLI NERI E FANTASCIENZA DEGLI ANNI 60 di Bissoli Sergio Sono un fanatico delle edizioni pocket, tascabili o popolari. DI quei libretti che si vedono a pile sulle bancarelle dei libri usati. Questi libretti si leggono dovunque, in treno, ai giardini, in spiaggia e si portano a letto come una donna di piacere. Odio le edizioni di lusso rilegate, cartonate, con fregi e capitelli. Considero inutili e superati i testi classici che non danno piacere. Oltretutto sono pesanti da tenere in mano e assomigliano a quegli uomini eleganti e ben vestiti ma vuoti dentro. Le edizioni tascabili o popolari invece sono piene di sorprese per il lettore. A partire dagli anni 50 e 60 ne sono state stampate una marea. Purtroppo moltissime sono andate perdute o sono difficili da rintracciare. Per aiutare i collezionisti tracceremo qui una mappa veloce e per forza incompleta di queste edizioni. Incominceremo dai libri più conosciuti e commerciali fino ai più rari e quasi scomparsi. Mondadori pubblica: la famosa collana di fantascienza URANIA ( chi non ha mai letto un Urania durante la sua vita?) I GIALLI MONDADORI; SEGRETISSIMO (spionaggio); lo sbracato e spassoso commissario SANANTONIO ; I LIBRI NERI; FANTOMAS. Le Edizioni Romane Periodici fondate dal barone Antonino Cantarella negli anni 50 comprendono quasi tutti i generi. Giallo con tre collane: GIALLI F.B.I. NARRATORI AMERICANI DEL BRIVIIO GIALLI DELLA STERLINA. Genere supernaturale: RACCONTI DI DRACULA. Fantascienza: ESILORATORI DELLE SPAZIO. Spionaggio: CRIMINAL DIVISION ; DOSSIER SEGRETO. Guerra: PRIMA LINEA WESTERN: FAR WEST Le Grandi Edizioni Internazionali di Roma propongono le collane: RACCONTI DELL'ANGOSCIA GIALLI DELL'OSSESSIONE KKK CLASSICI DELL’ORRORE RÒMANZI DIABOLICI SUBERGIALLI U.S.A. GRANDI ROMANZI DEL MONDO. La Editrice Todariana di Milano pubblica gli SHOCKS (scosse) mensili a lire 450, direttore editoriale il sardo Teodoro Guttari. Sono romanzi di genere strano, insolito, misterioso. La Sansoni di Milano pubblica i rarissimi RACCONTI DEL TERRORE, 8 Numeri usciti nel 1963 a 150 lire, copertina rossa e nera con mezza testa di donna e mezzo teschio sul retro. Sono racconti di famosi autori inglesi del 1800 di Ghost Stories tradotti da Bruno Tasso. Anche i disegni sono tratti da vecchie incisioni. 2 La Longanesi pubblica: SUSPENSE con foto di ragazze in bikini; GIALLI PROIBITI (rilegati) con i marchi: un gatto che strizza l'occhio, un uomo prigioniero in una morsa e una lunga dicitura sulla qualità del testo, della carta, degli inchiostri e della legatura. La Garzanti: GIALLI DELLE TRE SCIMUIIE GIALLI GARZANTI. La CELT Casa Editrice La Tribuna di Piacenza pubblica libri di Legge; GALASSIA curata dal bravo Gianni Montanari ; GIALLISSIMO. La Editrice Ponzoni ha la collana di fantascienza: COSMO e i GIALLI DELLA MASCHERA. Edizioni RM di ROMA: OSCAR DEL GIALLO e SELEZIONE DEL GiALLO. Edizione Americane di Roma: GIALLI DI SEXTON BLAKE. Edizioni Vita di Roma poi Edizioni Seat Società Editrice d'attualità pubblica: il GIALLO SEXI (tra i quali compare Robert Bloch) e il GIALLO CHIAVE. Edizioni Stardust di Roma: GIALLI DELLA VIOLENZA. Edizioni Europer di Roma pubblicano ARCHIVIO SEGRETO (spionaggio) che per un certo periodo porta il marchio: un gatto sui tetti. GIALLI DELLA NOTTE SELEZIONE GIALLI AMERICANI GIOVINEZZA ATTACK CLASSICI DI GUERRA. Le Edizioni Maga pubblicano FBI e CERCHIO ROSSO gialli con: foto delle ragazze dei vostri sogni. Le Edizioni Franco Signori di Milano pubblicano i raffinati GIALLI DEL QUARTO DI LUNA che portano la dicitura: I Gialli del Quarto di Luna sono freddi contrappunti di una carezza che scorre lenta nella tragica clessidra di un'ora. Di una notte. Sono gli appunti che il rasoio della vita incide e taglia sulla pelle dell'uomo. Sono tanto veri da sembrare irreali, perché la dolcezza di una carezza sincera troppo spesso si confonde col lampo spaccante d un colpo di revolver e nel click metallico d'un paio di manette che si serrano ai polsi della follia omicida. E nelle notti del crimine, implacabile, sta sempre a guardare, il lento, solitario, immutabile camino d'un quarto di luna. Edizioni Clan di Roma: I GIALLI VIETATI contrassegnati dall'omonimo segnale stradale. La Tecnografica di Varese: I GIALLI SEGRETI con la silhouette di una donna seduta contro luce; successivamente di giorno in vestaglia. Edizioni Ziletti di Milano: GIALLI DEL DRAGO. Editrice Europea Milano; GIALLI CLASSICI. La Società Editrice SIC di Roma: GIALLO SERIE NERA. Editrice Canosa di Roma: GIALLO DEL BUIO. Sepi di Roma: GIALLI DEL TERRORE. Editrice Aurora di Milano: GIALLI CLASSICI. Ed. Ellisse Milano: GIALLI CLASSICI. Ed. Epi di Roma: NARRATORI AMERICANI DEL BRIVIDO. Ed. USA: I GIALLI USA con bandiera degli Stati Uniti. Ed. Adriana di Roma : GIALLI DELLA GATTA. Ed. Atlantica di Roma: GIALLI DELLA MEDUSA. Ed. Boselli di Roma : GIALLI DELLA NOTTE. Ed. Spada di Roma: GIALLI POLIZIESCHI AMERCANI. Ed .Brodway di Roma: OMICIDE SQUADRE GIALLI DELLA VIOLENZA. Ed. Europea Roma: IL CERCHIO NERO. Ed. Jane Naef Roma: GIALLI DELL’IPPOCAMPO. Ed. Tre Cerchi Roma: CRIMINAL. I GIALLI DEL DOMINO NERO di Milano. Ed. Romana Grani: IL POLIZIESCO. Ed. Casini di Milano : I GIALLI DEL SECOLO con il marchio: 7 gufi neri sui rami; successivamente diventati un solo grande gufo nero. Ed. Mercurius di Milano: GIALLI BEST SELLERS L’Editrice Armenia pubblica negli anni 70: PSICO quattro numeri simpaticamente presentati da Giuseppe Lippi. Ci sono ancora: I GIALLI ERREDI; I GIALLI DEL MOMENTO; I THRILLING; eccetera. I testi hanno un ottimo livello letterario. Le copertine con donnine maliziose e svestite sono splendidamente disegnate. Per finire insegneremo alcuni trucchi facili per restaurare questi libri: il dorso scollato staccatelo del tutto e poi incollatelo. Se la prima e ultima copertina sono lacerate incollate dietro un foglio di carta sottile per rinforzarle. Attenzione a non incollare le pagine con le dita sporche di colla. Le copertine se sono plasticate si possono lavare. Raddrizzate le pagine piegate. Occorrono carte di vari spessori da utilizzare per i restauri. Anche pastelli per ricolorare le parti rifatte. Pulite I bordi grigi delle pagine tenendo stretto il libro e cancellando lo sporco con la gomma o con una spugna abrasiva. Per ultimo conservate questi libretti senza commettere mai l'errore di buttarli o di farli rilegare. Essi rappresentano i segni di un'epoca e col passare del tempo e delle mode acquistano sempre più valore. BALDORIA NEI CARAIBI Questa è una rara locandina del film Baldoria nei Caraibi prodotto dalla Arethusa film nel 1961. Il proprietario della Arethusa era il siciliano barone Cantarella, trasferito a Roma insieme al fratello Antonino. Antonino Cantarella negli anni 50 fondò la ERP Edtrice Romana Periodici che pubblicò per oltre 20 anni Gialli e la ormai mitica Collana I RACCONTI DI DRACULA. Chi desidera maggior informazioni legga: SERGIO BISSOLI GLI SCRITTORI DELL'ORRORE E DEL SOPRANNATURALE I CAPOLAVORI DELL’ORRORE, DEL MISTERO, DEL BRIVIDO a cura di Sergio Bissoli Stiamo lavorando intensamente per salvare dall’oblio alcuni Capolavori pubblicati negli anni 60 da piccoli e appassionati editori ormai estinti. Con la scomparsa prematura dell’editore, dei suoi eredi e forse anche dell’Autore, queste Opere non hanno fatto in tempo a raggiungere il successo che meritavano; perciò sono state completamente dimenticate! A peggiorare la situazione c’era, in quei tempi, la consuetudine di non dare nessuna informazione biografica degli autori. Nessun editore (forse con qualche eccezione) faceva questo. Così dell’Autore non sapevamo nulla e neppure delle altre sue opere. Spesso non c’era neanche una riga di prefazione! E negli anni 30 la situazione era ancora peggiore. Ho scoperto alcuni capolavori pubblicati in quel periodo e nei libri manca: la prefazione, il titolo originale e perfino il nome del traduttore. Spesso i piccoli editori inglesi sparivano dopo pochi anni senza lasciare discendenti. Se l’autore usava uno pseudonimo, oppure se moriva in giovane età, senza aver fatto in tempo a raggiungere la notorietà; inoltre se mancavano eredi competenti in grado di diffondere l’opera, allora essa cadeva inevitabilmente nell’oblio più completo! Effettivamente molti capolavori pubblicati negli anni 60 da piccoli editori appassionati, sono difficili da trovare anche nelle librerie antiquarie inglesi. Sono edizioni economiche, scollate, ammuffite, reperibili solo nei mercatini dell’antiquariato. E poiché non hanno fatto in tempo a raggiungere il successo, solo pochi fortunati lettori le conoscono. Purtroppo di solito, dopo la morte dei loro proprietari, queste collezioni fanno una brutta fine. Desideriamo lanciare un appello per salvare alcuni capolavori dall’oblio. Ci sforzeremo di creare un ponte fra questi grandi Autori e i lettori, con la speranza che qualche editore futuro li scopra e decida di ristamparli. DRACULA E I SUOI FIGLI di Sergio Bissoli La editrice FBI (For Bestseller Increase) successivamente ERP Editrice Romana Periodici, è stata fondata a Roma nel 1955 dal Barone dott. Antonino Cantarella. I fratelli Cantarella provenivano da Catania e gestivano la Arethusa Film; finchè Antonino si staccò per fondare l’Editrice, prima in Via Lombardia e poi in Via Pietro da Cortona 8. L’Editore pubblicava collane mensili e quindicinali di molti generi: giallo (I narratori americani del brivido, I gialli della sterlina, I gialli dello schedario); fantascienza (Gli esploratori dello spazio); guerra (Prima linea); spionaggio (Criminal division, Dossier segreti); e una collana dedicata al soprannaturale intitolata: I RACCONTI DI DRACULA. Le opere migliori nei Racconti di Dracula, con le relative ottime copertine, sono state pubblicate durante la prima metà della Prima Serie e cioè dal Dicembre 1959 fino al Gennaio 1966. Dopo questa data incomincia (a giudizio mio e di altri collezionisti in tutta Italia) la decadenza inarrestabile della collana. Dal gennaio 1969 incomincia poi la seconda serie, molto inferiore alla prima. Noi ci occuperemo perciò solamente del Racconti di Dracula compresi nella prima metà della prima serie. Le rare copertine dei Racconti di Dracula che qui potete ammirare emanano un fascino ipnotico e che attira irresistibilmente. Suggestive e inquietanti, surreali e implicite. A volte decadenti e barocche, altre volte gotiche o vagamente erotiche. Queste immagini trasportano in un magico mondo di bellezza e paura, di suspense e mistero. I lettori che desiderano conoscere la storia della Editrice ERP e dei suoi straordinari Autori, leggano: Sergio Bissoli Gli Scrittori dell’Orrore Editore Massimo Ferrara Collegno Torino. IL PARADISO E L’INFERNO DELL’ANIMA NELLE OPERE DEL PITTORE LORENZO ALESSANDRI di Sergio Bissoli Questa galleria di immagini preziose e inquietanti sono un omaggio al grande Pittore e amico Lorenzo Alessandri di Giaveno Torino. Nei suoi quadri e disegni Alessandri esamina tutti gli aspetti dell’Incompleto, lo Sbagliato, il Distorto, il Monco, l’Eccessivo, il Turpe, lo Sfrenato… Alessandri è stato definito il pittore dei demoni; i demoni sottili e insidiosi che dimorano nella nostra anima. Alessandri è il pittore dei mostri che vediamo per le strade e di quelli ancora più terribili che sono dentro di noi. I mostri che passeggiano nella nostra anima e che talvolta esplodono con micidiale violenza. Alessandri ha analizzato la parte oscura della psiche umana (l’ombra di Jung) con tutte le sue stravolgenti possibilità. I mostri della strada sono gli stessi che ospitiamo nel tepore delle nostre case e che si nascondono dietro l’amore, il sentimento e le buone azioni. E’ l’energia vitale allo stato puro, non civilizzata, non impastoiata, non incanalata. L’energia vitale domata e dosata è indispensabile per la creatività e l’evoluzione; l’energia libera e incontrollata è portatrice di distruzione e morte. Il pittore Alessandri ci consente di esplorare i sotterranei della nostra anima, composta di molte personalità in contrasto fra loro, con le sfaccettature luminose o oscure, sublimi o ripugnanti del nostro io. E’ preferibile conoscere la Realtà, per non essere impreparati. E’ più saggio lasciare sfogare i mostri con la finzione, la letteratura e i disegni. E dopo potremo vivere nella società con maggior consapevolezza ed equilibrio. Maggio 2002 LE BELLE E I MOSTRI del Pittore Lorenzo Alessandri di Sergio Bissoli Nelle Opere che compongono il libro MUTAMENTI, Alessandri ha scisso il Mondo Reale, ha diviso la Realtà in Bello e Brutto. Da una parte egli ha messo le donne belle, sublimi e incantevoli. Dall’altra parte ha messo le creature dell’incubo. Da una parte ci sono le Dee e dall’altra parte ci sono i Mostri. I suoi mostri non si prestano a umorismo, essi non sono ridicoli. I mostri di Alessandri sono terribili, ossessivi, ributtanti, maligni. Sono le immagini che compaiono negli incubi peggiori, con la loro carica di ripugnanza e paura. Resta da capire perché un uomo prova piacere e interesse a dipingere anomalie e mostri. Ci vorrebbe uno psicologo per spiegare questo, anzi molti psicologi poiché ognuno darebbe una spiegazione differente. Per noi semplici fruitori, entrare nel mondo oscuro del Maestro Alessandri, è sempre una avventura unica ed emozionante. Giugno 2002 Il Pittore Lorenzo Alessandri di Giaveno Torino è nato nel 1927 ed è morto il 15 maggio 2000. ESTRATTI DAGLI SCRITTI DEL PITTORE LORENZO ALESSANDRI Scelti da Sergio Bissoli Io amo l’uomo nella sua bellissima forma e nei suoi aspetti di decadenza, nella pienezza di virtù e vizi, nella forza del suo ingegno quanto nella debolezza della sua condizione umana. Amo la natura con i suoi animali favolosi: insetti, rettili, pesci e uccelli, e vedo in essi (studiando l’anatomia comparata) tanti tratti umani, quanti sono gli elementi bestiali evidenti negli uomini. Hanno detto che io sono un fabbricante di mostri e che mi compiaccio nella loro raffigurazione. Può essere vero ma non è così. Io i mostri non li creo, perché i mostri ci sono già e sono intorno a noi, molti mostri siamo noi stessi. Io amo i mostri e li disegno. Hanno detto che il mio stile è antiquato. Cosa c’è di più antiquato dell’uomo con le sue inguaribili miserie, le sue ingenue trovate, i suoi sogni assurdi e i suoi rimorsi cocenti? Quando la città dorme vado a cercare i “miei uomini”. Ognuno di essi possiede una faccia tutta sua. Ognuno di loro ha inciso sul volto il romanzo lungo e talvolta crudele di tutta una vita. Io li guardo, li vedo, li amo; e quando torno a casa li disegno. Allora i fogli bianchi, senza fatica, si popolano di personaggi tutti miei. Sono i mendicanti, i filosofi pazienti, gli ubriachi, i derelitti, sono poveri diavoli che vivono rassegnati con i topi fin sulla testa. Si vedono per le strade uomini e donne che la cattiveria, la grettezza, la superstizione e la violenza morale hanno trasformato in uccelli impietosi. Sono gli infami. Tutti ne conosciamo. Perché non dovrei disegnarli? Ho anche disegnato delle figure che non si vedono in giro ma che popolano il buio delle mie notti, quando la ragione dorme. Ossia: bambole, veneri, surfanta, streghe, masche e demoni che ho raffigurato con l’incisione e la pittura. Alla mia età si ripercorrono volentieri con la memoria gli anni passati, e con commozione ho replicato esclusivamente per me tanti disegni che sono andati perduti, affinché non manchino troppe pagine ai miei ricordi. Lorenzo Alessandri. Tratto da LA MIA RACCOLTA DI PASCAL 1987. A 50 anni suonati non è più tempo di divagare. Occorre concludere…. Goya scrisse che “il sonno della ragione genera mostri”. Negli anni scorsi avevo compreso che il sonno della ragione può provocare anche quei sogni dolcissimi che sono le donne blu, verdi, turchesi. Lascio che i miei mostri colorati come arcobaleni se ne vadano chissà dove… Ne ho dipinti troppi. Donna dai capelli di luce di luna, donna come luna nella notte blu dei miei sogni. Per lei nel lontano 1975 ho scritto: Tu narrata dai poeti, suonata dai menestrelli, dipinta dai pittori, abbaiata dai cani, ululata dai licantropi, sii balsamo fresco a lenire i dolori di tutte le ferite. Per lei per la prima volta ho dipinto, e non solo sognato, un cielo pieno di stelle. Dipinsi gli anni: incubi molli e silenziosi che nuotano nel tempo, scendono dentro la mia coscienza e si sommano tutti uguali, con lo stesso volto: la morte. I folli: quanti ne avevo disegnati! Conturbanti, ispidi, incerti, chiusi nelle camice di forza, dopo lunghissime analisi sputare finalmente i rospi che avevano dentro. Dipingendoli, ho capito cosa sono quei rospi, e allora… buonanotte dottor Freud. Gli ammalati, gli infelici, gli sfortunati, i deformi. Non ci sono limiti alla sofferenza, decadenza, degradazione; ma talvolta esse generano colori bellissimi e addirittura una farfalla. Una farfalla. Io stesso ho incontrato più volte il demonio… da questa parte. Forte, invulnerabile nella corazza, maestoso, indescrivibile, ricco, inimitabile nella veste d’oro. Potente con l’invincibile spada di fuoco. Bello, incomparabilmente bello, nell’austera e raffinata eleganza. Ma lo dipingevo goffo e molle, ingombrante, grottesco, ridicolo e nudo, con gli ormoni in disordine: mezzo uomo e mezza donna. Un diavolo povero: si sa che il denaro del demonio va tutto in merda. Un diavolo ammalato, scornato, con lo scopino del cesso a portata di mano e le vene varicose. Gli mancai di rispetto e lui si vendicò. Ma il più delle volte il diavolo è dentro di noi con tutti i suoi orrori e non basta farci monaci e scappare in Tibet sperando di sputar fuori il cobra che abbiamo dentro. Le confessioni sono sempre dolorose e, talvolta, impossibili. Lasciai stare i demoni e mi rivolsi con fiducia a qualcuno più autorevole di loro e di me: psicoanalista, professoressa, console, usciere di tribunale, levatrice, impiegata dell’anagrafe, critico d’arte, massaggiatrice,teologo, portiere di notte, deputato, infermiera, notaio, prostituta, bidello. Ma rimasi deluso perché appena voltavo le spalle, le mie richieste erano già finite nel cestino della carta straccia. Lorenzo Alessandri. Tratto da MUTAMENTI 1981. LA DANZA DELLE DONNE IN VINICIUS PRADELLA Magritte dilatato. Magritte magico. Ma non solo Magritte. Delvaux più profondo, più intimo, più inquietante. E poi ragazzine, fate, ninfe, follette, sgualdrine e angelesse, maitresse e papesse… Femmine e femminilità, questo è l'universo che Pradella ci ha regalato, con la sua infinita gamma di visioni, allusioni e seduzioni. L'anima dell'uomo è femmina, insegna la psicanalisi. Solo l'anima di un uomo, meglio di un artista, nei momenti più alti dell'ispirazione può giungere al lato femminile della Natura. All' -immagine notturna, lunare, acquatica, stregonesca, pagana, composta di specchi e veggenza, di veli e profumi, fino ai rossori, agli odori; fino ai capelli, ai seni, ai pubi... Non aggiungiamo altro. Lasciamo parlare Pradella. Lasciamoci tentare dalle sue creature vergini o puttane, poichè tutte irraggiano dalla loro anima il fascino e la vertigine della Stagione dell' Amore. Il Maestro Vinicius Pradella di Pescantina Verona aggiunge un nuovo capitolo alla meravigliosa esperienza del Surrealismo. Bissoli Sergio FLORILEGIO DAL LIBRO L’IRLANDA (All Ireland) di STEPHEN RYNNE pubblicato in Italia nel 1965 dalla Garzanti. Frasi scelte da BISSOLI SERGIO. Stephen Rynne è il massimo rappresentante e descrittore dell’Irlanda. Nessuno ha mai descritto questa terra meglio di lui. Il suo libro dovrebbe essere letto da tutti gli amanti della cultura celtica, delle terre nordiche e dai lettori di storie di fantasmi, ambientate per la maggior parte in Irlanda. Poiché il libro è difficile da trovare, offriamo qui una selezione di frasi che descrivono il paesaggio irlandese. Ci presentiamo alla « ragazzina » : lei ha un viso roseo, oc¬chi come diamanti ed una testa più dorata dei cande¬lieri. Quanto poi a quel pasticcio di vecchio e di nuovo che è la chiesa di San Nicola, le pietre delle parti più antiche spiccano come tanti cioccolatini in una scatola. Il cielo tempestoso che sovrasta il Saint Dabheoc’s Seat è anch’esso una caratteristica tipica del Donegal. Spesso si ha la sensazione di stare sotto una fila di panni stesi ad asciugare su una corda, che sbattono e rumoreggiano percossi dal vento. La via principale per far ritorno a Galway attra¬versa l’Oughterard. Incontriamo laghi e laghi ancora (molti più di quanti possa indicare la carta geografica), alcuni gonfi di ninfee, e lasciamo la landa desolata del Connemara. È stata una grossa avventura. Oughterard, da questa parte, comincia con un boschetto oscuro che copre un fiume color birra pieno di salti e di cascatelle rumorose. “Le dico subito che genere di posto è Roundstone. Dopo un po’ che si sta qui, non si riconosce più il martedì dal mercoledì.” Dopo tutto, e una definizione del paradiso. Oggi il fascino di questa chiesa è soprattutto nella sua antichità: antri grigi, recessi bui e freddi ed un’eccessiva austerità. È una chiesa da uomini, senza un pizzico o un accenno di fem¬minilità. Per circa otto chilometri gli scogli di Moher si ergo¬no contro l’Atlantico, alti dai centoventi ai centosettanta metri. Per il turista che va in Irlanda, questa scogliera rappresenta una delle cose che debbono essere viste. Per me invece è proprio una di quelle da evitare: l’orrore delle grosse onde che si frangono silenziose giù in basso; il terrore di quegli uccelli che gridano a squarciagola, e nessuno sente; la orribile certezza che questa scena spa¬ventosa tornerà ad ossessionarci con centinaia di incubi. Anche a chi va a caccia di sensazoni, io consiglierei piuttosto quelle classiche dell’alcool e della droga, che in fondo rimangono sempre le migliori… Eccolo, il fiume Inagh, che spunta da un angolo, nascosto da una casa, vien giù lambendo le mura che recintano gli orti, e poi prende a danzare giù per una serie di gradini neri, a saltellare, cantando con voce profonda di contralto. È tutto un falpalà bianco, un luccicar di pagliette. Altro che le sdolcinate signore, dal sorriso pubblicitario, che scendono le scale del palcoscenico! L’Inagh che scorre saltellando per Ennistymon, senza nessuno che Io applau¬da, batte tutte le soubrettes. Oh, credere nella me¬tempsicosi e poter essere, in un’altra vita, un uccellino posato sulle cascate di Ennistymon! Il primo grande punto di riferimento, da accogliere con un grido di gioia, è Slievenamon, il Monte delle Donne. È una montagna tozza e rotonda, alta soltanto 700 metri circa; per nulla spettacolare, eppure dotata di un fascino straordinario. Ciò che incuriosisce di questa montagna isolata è il nome: perchè « delle donne »? Al¬cuni dicono che si trattava di fate, altri di pie donne. Non importa: l’attribuzione è perfetta. È una montagna capricciosa, dalle rivelazioni improvvise e dalle fughe subitanee e pudiche dietro nebbie e veli; talora è imbronciata talaltra radiosa, sempre ha un’aria di mistero femminile. Lough Neagh non ha niente di spettacolare. Quando Dio lo situò lì, in mezzo all’Ulster, non aveva di certo in mente il turismo e i turisti. E’ più probabile che si sia soffermato un momento a pensare alle aringhe o alle viscide anguille; ma trascurò senz’altro i turisti. Il lago è grande e vitreo, oppresso da un carico di nubi. Irlanda e Scozia: come sono vicine! Tra le loro sponde, che andirivieni di uomini, che passaggio di cro¬ci, di Bibbie, di spade, di bandiere, di vanghe, di falci! Nelle vicinanze di un paesino chiamato Ballintoy, c’è una chiesa bianca al cui richiamo non si resiste: una chiesa di un bianco accecante con un campanile che ha quattro corna come una lumaca. siamo aiiuafl a Per qualche felice combinazione siamo andati a finire nel giardino privato di Nettuno: i crepacci sono tutto un rigoglio di fiori marini; le onde si infrangono contro le rocce dai colori accesi; ciuffi di alga marrone e oleosa appaiono e scompaiono sull’acqua. Indubbia¬mente Nettuno ha buon gusto. Un fanatico dell’Irlanda potrebbe esclamare: « Che posto meraviglioso per poe¬tare! » Io sono meno romantico, e direi piuttosto che questo è un posto meraviglioso per studiare il problema delle sirene. Se veramente esistono creature di questo genere, credo non ci sia posto più adatto per appostarle: la scena è perfetta, non manca che sentirle cantare. Quando si va alla Causeway ci si sente un po’ sciocchi. E’ un altro Blarney Castle, un’altra KilIarney, e spesso gli irlandesi vorrebbe¬ro un paesaggio diverso per i turisti, un altro giro di carte per rianimare la partita. L’aria è mite ed il mare è calmo. Rostrevor è una goccia di sciroppo versata da un cucchiaio nel cavo della valle. Il porticciolo è avvolto nella luce del crepuscolo: è la sua ora romantica. Lampeggia un faro, le bar¬che da pesca affondano sempre di più nella sabbia, man mano che la marea si ritira; cassette di pesce stanno acca¬tastate contro un muro; accanto ad esse, sonnecchia un ragazzo con in testa un berretto e una faccia affilata. E Di là del porto, c’è un vecchio mulino ad acqua che pia¬cerà all’artista, forse meno all’uomo d’affari. Dietro il paese, il profilo dei monti del Mourne è spezzettato ed irregolare; mentre la notte scende sul paese, il sole ac¬cende i suoi ultimi bagliori su alcune falde dei monti. Annalong è bellissima. Non ha bisogno di noi, ne di voi, nè di me. A mezzo miglio da Thomastown si trova l’abbazia di Jerpoint, fondazione cistercense del 1158, soppressa nel 1540. È in buono stato di conservazione. Per metà della mia vita sono stato un assiduo frequentatore della strada Dublino-Waterford, e ad ogni viaggio pregustavo la gioia di vedere Jerpoint. L’ho vista pallida e spettrale nella luce lunare; l’ho vista presa al laccio dai raggi dell’alba, il lichene delle mura e del torrione tutto acceso di gial¬lo. L’ho vista color tortora nei crepuscoli invernali, che pareva piangere sulla propria sorte. La guglia della chiesa dei Cappuccini è inconsistente come un lavoro all’uncinetto. Nella parte nord della città, il Campanile rosa e azzurro sfumato di Shandon Church è all’altezza della sua fama. Il carillon delle campane e dolce fino alla nausea, specie quando suona i motivi richiesti dai turisti americani, la cui canzone preferita è When Irish Eyes are smiling. Lodate pure la luce elettrica quanto vi pare: a me fa ancora l’effetto di un’intrusa in quegli ambienti così caldi e raccolti, con le credenze tutte splendenti di maioliche colorate, lo sgabello a tre piedi, il cesto della torba, il paiolo che canta sul fuoco, l’orologio con le Ca¬tene e il gatto che fa le fusa. baci. È un divertimento onesto e pulito. La pietra è tutta colorata di macchie di rossetto. Al di sotto si vede un bel ruscello che scorre tra i ranuncoli; i cespugli sono vestiti di bianco; i boschetti risuonano del tubare dei piccioni selvatici. Mitchel era un nemico pericoloso, che intingeva una penna acuta come uno spillone in un inchiostro come acido solforico. Appena fuori di Kenmare,il viaggiatore si trova in mezzo a un nido di montagne. A proposito, non mi sembra giusto considerare i monti come semplici ammassi morti di arenaria rossa e di granito. Sono oggetti divini sempre vivi e animati; all’alba- danzano, nel pomeriggi fanno la siesta, corrono a tuffarsi nel mare, piangono sbadigliano, tessono ragnatele. Ora sembra che il lago sottostante sia stato frettolosamente spolverato con un piumino. Lough Neagh, che è il lago più grande tra queste isolette, non ha nessuna fama di bellezza: è una scodella d acqua presentata su una tovaglia verde spiegazzata. La superficie dell’acqua è increspata di azzurro, sotto un cielo a pecorelle. No, adesso è diventata di colpo grigia, come se rabbrividisse! Nel giro di pochi minuti sarà nera come il peccato e la pioggia verrà giù a torrenti. C’è chi è rimasto amorevolmente curvo su questa pergamena per ore e ore, per giorni e giorni, men¬tre fuori, nelle paludi, il chiurlo lanciava il suo richiamo, le allodole si libravano nel cielo, e il tempo si fermava, benevolo collaboratore. Nel Donegal tutto è rude: rude il paesaggio, rude il clima, rudi i corpi e gli spiriti. Basta guardare le carte geografiche di questa contea: è un quadro di guerra, con¬tinua, frenetica tra il mare e la terra, una bandiera in brandelli piantata come per sfida da un lembo proteso di questa zattera che è l’lrlanda. Il bacino della Silent Valley è sbarrato da una quantità di cartelli che vietano il passaggio a chi non è provvisto di speciale permesso, come se tutti morissero dal desiderio di entrare in quel luogo prosaico. Vicino a Louth, un capoluogo di contea dimostratosi tutt’altro che degno di tale onore, sorge la casa di San Mochta. È un piccolo edificio del decimo secolo con un alto tetto di pietra a punta, posto in mezzo a una distesa di campi tappezzati di ranuncoli. Una volta entrai nella stanza inferiore dal soffitto a volta: ero solo, mi facevano compagnia soltanto i raggi di un ardente tramonto. L’ambiente piccolo, disadorno, era tutto avvolto in questo bagliore arancione. Una sca¬letta a chiocciola di pietra porta ad una camera supe¬riore; non so se si può chiamarla camera da letto: cono¬sciamo tutti le abitudini dei santi ed il loro disprezzo per gli agi più comuni. Lassù non ci arrivava neppure un raggio di sole, perchè l’unica finestra si apre verso oriente. La camera era scura e silenziosa. Forse San Mo¬chta celebrava la messa nella stanza inferiore e saliva nell’altra a meditare. Rimasi un po’ lì n comunione con il Santo, poi improvvisamente decisi che c’ero stato anche troppo. In questi luoghi fondati da santi, il problema non è tanto come entrare in comunione con il loro santo abitatore, ma come liberarsi della sua presenza! Dal finestrino vidi un vecchietto, cosi vicino che mi pareva di toccarlo, in piedi accanto ad un piccolo cancello che divideva un campo di patate dai pascoli. Dietro di lui la sua casetta di ardesia. Il vecchietto stava meditando, con le mani dietro la schie¬na che rialzavano le falde del soprabito fuori moda; il berretto buttato in una maniera che sottolineava quella pensosità, volute di fumo che uscivano dal coperchio della vecchia pipa. Il viso e tutta la figura parlavano di una sola cosa: il lavoro dei campi. Nella sua faccia i solchi dell’aratro; il segno dell’erpice sulla fronte e quel¬lo della seminatrice intorno agli occhi. Che sia il caso di lavorare ancora un po’ la terra vicino a quelle patate? O di sfoltire un po’ con l’erpice quell’erba? I campi si riflettevano nella sua dignitosa figura. - In questa parte dell’estuario dello Shannon l’aria ha una leggerezza di piuma, ed è molto diversa dall’aria robusta e cruda del Kildare, la mia contea natale. Le strade del Kerry sono circondate da pantani: un paesaggio lucente, li¬quido, si confonde bizzarramente col cielo, come se un acquerellista avesse tracciato il confine tra cielo e terra con un pennello troppo bagnato. Dopo un violento ac¬quazzone, la strada incatramata diventa color blu di Prussia, i prati sono roridi. Gli inverni qui sono dolci e fangosi. Di sera, gli stornelli ti passano sopra la testa come proiettili. Si posano a squadre su una fila di fras¬sini, magri e adolescenti, che si ergono dietro qualche casetta colonica, ed ecco che i rami nudi si coprono di uno strano fogliame sibilante, tremulo come il fogliame del pioppo, chiassoso come scimmie. Se chi viaggia non è in grado di apprezzare le differenze tra una parrocchia e l’altra, se non possiede il dono di saper raffrontare tra di loro le cose più comuni, farebbe meglio a restarsene a casa. Metà dei piaceri della vita derivano proprio dal saper tracciare distinzioni sot¬tili, dal saper cogliere le sfumature e da una stretta ade¬renza a quella antica fede che è lo spirito di campanile. Su queste strade ci sono curve strettissime, a gomito e ad uncino (ma uncini così acuti che ci si potrebbe appendere davvero qualcosa). Ciò che incuriosisce di questa montagna isolata è il nome: perchè delle donne? Alcuni dicono che si trattava di fate, altri di pie donne. Non importa: l’attribuzione e perfetta. E’ una montagna capricciosa, dalle rivelazioni improvvise e dalle fughe subitanee e pudiche dietro nebbie e veli; talora è imbronciata, talaltra radiosa; sempre ha un aria di mistero femminile. Per metà della mia vita sono stato un assiduo frequentatore della strada Dublino Waterford, e ad ogni viaggio pregustavo la gioia di vedere Jerpoint. L’ho vista pallida e spettrale nella luce lunare; l’ho vista presa al laccio dai raggi dell’alba, il lichene delle mura e del torrione tutto acceso di giallo. L’ho vista color tortora nei crepuscoli invernali, che pareva piangere sulla propria sorte. Senza tentare di penetrare l’insondabile mistero della vita delle cittadine di provincia, si ha l’impressione che Cashel trotterelli dietro al tempo ( come un somarello dietro un treno) e che le sia del tutto indifferente raggiungerlo o no. Appena fuori da Kenmare, il viaggiatore si trova in mezzo a un nido di montagne. A proposito, non mi sem¬bra giusto considerare i monti come semplici ammassi inerti di arenaria rossa e di granito. Sono oggetti divini, sempre vivi e animati; all’alba danzano, nel pomeriggio fanno la siesta, corrono a tuffarsi nei mare, piangono, sbadigliano, tessono ragnatele. Laggiù in fondo, lontanissimo, c’è un lago scuro, color piombo; lo circondano vapori tempestosi, come ca¬valloni in un mare grosso; le nuvole vi passano davanti agli occhi, minacciosamente vicine. Le lunghe distese di sabbia tendono a diventare monotone. Mi fanno venire in mente l’osservazione del commesso di un ne¬gozio d’arte quando mi vide fissare un quadro moderno di arte astratta, quattro righe diritte e un quadrato nero: Riposante, non è vero?¬ Nel focolare c’era un grillo che cantava, fìnchè una fantesca, infasti¬dita dal suono monotono, non versò acqua bollente giù Per la fessura dove era annidato. A osservare Denny Street Street in una sera profumata e osservando i vapori del tramonto mescolarsi alle nebbie delle vette montane so¬pra il palazzo armonioso si diventa romantici come ado¬lescenti. In autunno il fru¬mento intesse una sarabanda sui campi; i pascoli sono sempre verdi, perchè il suolo è di una fertilità eccezio¬nale. Quanto poi ad Auburn, la famosa Auburn, uno po¬trebbe passarvi accanto ogni giorno per un anno senza notare niente di particolare. Per voi, o per me, è sol¬tanto una bella parte della nostra terra verde, bianca e dorata; per Oliver era l’Irlanda, quell’Irlanda che gli lacerava il cuore. Quando era sul letto di morte, il dottore gli chiese se la sua mente era tranquilla. « No, non lo è. » Queste fu¬rono le ultime parole del poeta. Il rigido dottor Johnson attribuì quella inquietudine a tutti i debiti che Goldsmith non aveva pagato. Ma se avesse conosciuto anche lui questo angolo recondito del Westmeath e la sua pace agreste, la sua diagnosi sarebbe stata diversa: nostalgia. Pochi posti inducono ad indugiare quanto questo: il mugghiare profon¬do, rauco, del fiume che scorre lì sotto; il canto dolce di un ruscello vicino; il tizit » delle grigie cutrettole, il ge¬mito del vento. Felci e tamarischi crescono tra i massi, e la ginestra dorata e odorosa riempie i fianchi del bur¬rone. L’acqua è cosi chiara che ogni altra acqua, in con¬fronto, diventa sospetta. Il mare si gonfia, spumeggia, le nuvole corrono : adesso è l’ora del tè! C’è un albergo in un posto chiamato Portballintrae, e c’è un salottino in quell’albergo. Se quel salottino non è un covo di fumatori d’oppio, non so che altro possa essere. Un vecchio signore sta termi¬nando le parole crociate sull’ultimo numero del Sun¬day Times; una vecchia signora lavora all’uncinetto; c’è un grosso fuoco di legna che scoppietta; il tè è guar¬nito con tartine di cetriolo e pane d’uva. Attraverso la spessa vetrata il sole risplende, le nuvole vanno alla de¬riva, il mare è un seguito di piccole onde che si rom¬pono su una piccola ansa sabbiosa. L’aria pura, quella merce odiosamente sopravvalutata, qui la si gode so¬ltanto con la fantasia. In un posto del genere niente di più facile che dimenticarsi di ogni dovere: la moglie, i bambini, il raccolto, gli editori e i redattori, i conti da pagare, il « termine ultimo », le lettere a cui rispondere, persino la salvezza della propria anima. Mettere piede a Portballintrae vuoi dir rischiare di « rilassarsi » per sempre. Formazioni di colonne basaltiche come quella della Causeway si trovano anche in Scozia. Forse ci sono in¬tere, stupende zone aventi questa bizzarra composizione geologica, solo che sono invisibili, sepolte nelle oscure viscere della terra. Gli artisti d’avanguardia trovano queste rocce di gusto troppo accademico; quelli della vecchia scuola le trovano troppo cubiste. Alle brave massaie ricordano invece le carote tagliate a dadini. Il « cittadino » incorreggibile deprecherà il fatto che un museo geologico venga lasciato all’aperto, e che il visitatore debba esser soggetto alle intemperie del clima. Ma tutto ciò non ha importanza: le gradazioni di colore sono stupende, tutte le sfumature del caffè e del ciocco¬lato; il mare galoppa intorno, le nubi si muovono in una specie di giostra. Naturalmente sia voi che io nutriamo un profondo disprezzo per tutti quei nomi fantasiosi: il salotto di Lord Antrim; il telaio del Gigante, l’Organo e la Sedia Magica... Ci ammanniscono tutti quei nomi belli e pronti, come sé non fossimo capaci di impiegare la nostra fantasia! Lungi da noi tali idiozie! Ad ogni modo c’è una « Vecchia » tutta curva sotto il peso degli anni e dei paludamenti, che tenta coraggiosamente di salire un pendio. La vedrete stagliarsi nitidamente con¬tro il cielo soprattutto quando lascerete la parte « ingab¬biata » della Causeway. Povera donna, il pendio è troppo ripido per le sue vecchie ossa di pietra; lei sale, sale, ed è sempre lì; è la pietrificazione del progresso. Il cielo è gremito di nuvole stracciate. Le nuvole, in questo angolo nord-orientale, hanno un fascino particolare; è difficile affermare che le nuvole rappresentano una ricchezza nazionale, però credo che bisogna riconoscere che abbiamo tipici pae¬saggi nuvolosi in tutta l’Irlanda. I cirri e i cumuli inglesi, sempre presenti nei paesaggi di Constable, qui appaiono raramente. E raramente appaiono anche quei grossi fiocchi a forma di barca che affascinarono tanto il pittore francese Boudin. Le nostre nuvole assomigliano a delle omelette sbattute e frullate. Fin qui lo scenario e stato estivo. Ma nel Connemara non si deve mai temere l’inverno: viene dolcemente, qua¬si come nel Kerry meridionale. Questo paese, che è sem¬pre desolato e selvaggio, d’inverno ha un’aria estiva (an¬che se secondo il vostro metro meteorologico d’estate vi potrà sembrare invernale...). I colori si rivelano con una freschezza incantevole, l’aria è pura come l’acqua di un pozzo artesiano, e tutto il paesaggio ha l’aspetto limpido e terso di un bel vaso di cristallo sfaccettato appena sciacquato e lucidato. Diamo un’occhiata a Cashel, appoggiata nel fondo di quella stretta insenatura di mare, in un mattino d’inver¬no inoltrato, uno di quei silenziosi mattini tipici della fine di dicembre. L’acqua è come uno specchio, riflette i villini della penisola di fronte, e gli ondeggiamenti del¬l’alga marrone dorato. Ad un gallo che canta di là dalla baia, risponde (o anche questo è un riflesso) un altro gallo dietro l’albergo. C’è un silenzio così profondo che se cadesse una spilla in Australia, si sentirebbe. -— ___ Lough Nambrckmore, Lough Lawna, Red Man’s Lough, Shandonnll Lough, Father Kane’s Lough, Lough Clogherbowbarleymede. Nonostante i nomi im¬ponenti, sono luoghi spogli. A parte qualche sorbo selvatico che cresce sulle isole, le piante più alte sono i tamarischi e le eriche; la fauna volatile si limita a qual¬che airone, qualche corvo e poche allodole; il paesaggio circostante è una banda monotona, di un color marro¬ne rossiccio, interrotta ogni tanto dalla macchia bianca di una casupola. Le montagne venate d’argento si er¬gono come una muraglia contro l’esterno. Vi regna un silenzio impressionante; non si sente proprio niente, e l’aria è frizzante come champagne. A parte la gente, non si può dire che il Connemara sia accogliente. Maam Cross, ad esempio, è un posto squallidissimo, annidato tra i monti: una bottega, una o due case, un campicello sconquassato dal vento e una fuga continua di nubi nei cielo. Ma se le antiche divi¬nità irlandesi amarono veramente danzare in cerchio nei crocicchi, questo sarebbe il loro arengo. Non è difficile immaginarsele a convegno in questa classica arena: Chu¬chulainn e Emer; Diarmait e Grania; Baile e Ailinn. C’era un uomo, seduto al cavalletto, in fondo a un sentiero… È incredibile come mi torni spesso in mente. Appartiene a quelle cose il cui ricordo rimane fino alla morte. Avevamo preso una svolta sbagliata, e ci eravamo ritrovati di fronte a un punto senza uscita, davanti alla vista stupenda di un fiordo tutto chiuso dalla terra. Quel¬l’artista ci bloccava la strada. Stava lavorando furiosa¬mente; il cielo mutevole, gli dava da fare; era così as¬sorto nel suo lavoro, che quando ci avvicinammo se ne accorse appena. Fermammo la macchina, e allora l’uomo ci rivolse uno sguardo feroce. Era lo sguardo di una vita, uno sguardo in cui c’era tutto: odio, ira, vendetta, e mol¬ti altri ancora dei sette peccati capitali. - Bundoran va avanti e prospera a forza di divertimenti. Eppure nonostante questa atmosfera di fri¬volezza e di contagiosa eccitazione, potrebbe benissimo darsi che dietro ogni risata udita nel lungo viale vi sia la consapevolezza di quella catena di montagne che si stende dolcemente al di là della baia, improvvisando uno spettacolo ininterrotto a base di luci e ombre, di spo¬gliarelli con le nuvole, di va e- vieni al capriccio del sole e della luna. Cushendall è una cittadina che strizza l’occhio un pò all’ industria turistica e un po’ ad attività più prosaiche. La curva a gomito di Garron Point è drammatica; in un batter d’occhio il viaggiatore piomba in un clima dif¬ferente. Il paesaggio è assolutamente nordico; e la vegetazione è in primavera arretrata di parecchi giorni rispetto a quella del lato sud della curva. Bisognerebbe mettere un segnale stradale speciale: « Pianissimo. Cu¬riosità di interesse turistico. » Quando era a Roma, dove usava rifornirsi per le sue dimore d’Irlanda, il vescovo si vestiva come un pavone: cappello bianco orlato di porpora, mantello di seta cremisi, fascia trapunta d’argento, calze purpuree e altre raffinatezze da lui stesso inventate. « Le navi van¬no e vengono continuamente da Dublino a Livorno, » scriveva a casa. « Mi si mandi, con la prima che viene, tanti metri di popeline sufficienti per farmi confe¬zionare due abiti, uno grigio e uno color pulce. » Ci sono molte cose interessanti da vedere a Enniskillen. La cattedrale, col suo campanile sottile come un ago, si staglia con grazia contro il verde. Attraverso frutteti, arbusti d’uva spina e macchie di i rabarbaro si arriva a Portadown. E’ una città vivace e scoppiettante come uno spettacolo di fuochi artificiali. Una volta il famosissimo drammaturgo Lennox Robinson¬ venne a Portrush, ospite del Northern Tourist Board, e si trovò subito circondato da una fol¬la di cittadini che gli magnificavano le mille attrazio¬ni della loro città. Ce n’è una, tra le mille, che è troppo caratteristica, troppo nota in tutto il mondo, per¬sino, troppo ovvia per essere menzionata. “Vedo che avete anche un campo da golf,” disse Lennox con ilsuo accento strascicato. Quelli che gli stavano intorno caddero a terra come tanti birilli. Due campi da golf a diciotto buche, di fama mondiale tra gli sportivi. Port¬rush non ammette neanche lontanamente che possa esi¬stere un rivale in materia di golf. Certo, Lennox volle fare lo spiritoso, tra l’altro era nel suo stile, ma fu anche molto scortese. Finchè si scherza si scherza, ma il golf non è affatto uno scherzo a Portrush. Derry è adagiata sui suoi colli, e medita sulla sua sto¬ria. Strangford Lough è solo una bottiglia di mare agitato, utile a nessuno e di¬lettevele solo per un ristretto gruppo di audaci sportivi. Una volta che si è a Portferry decidere di andarsene non è facile. Me ne sto, sul molo umido, a guar¬dare un uomo che prepara da mangiare su una barca che si chiama: L’amico di famiglia; sento il grido dei gabbiani e vedo, di là del mare, Strangford che sembra fremere nel vento, col suo castello quasi invisibile. Ma a un certo momento, bisogna pure andarsene. “Trecentosessantacinque isole, una per ogni giorno dell’anno, ” vi dice il paesano, guardando verso la baia. An¬che in altre parti d’Irlanda vi sparano la stessa cifra con eguale soddisfazione. Io non ci credo: Dio non guardò il calendario gregoriano mentre creava il mondo. Per godersi questa vista sinistra, bisogna arrampi¬carsi sul davanzale di una finestra: un fungo, disgustoso come un uovo in camicia, si attacca alle pareti ed al sof¬fitto a volta; sostanze viscide coprono la tomba. Tratto dal libro L’IRLANDA di Stephen Rynne pagine 268 Editore Garzanti Garzanti Gennaio 1965. Fumetti rari da collezione di Sergio Bissoli LE STORIE DI MOPSI GISO E LEO I lettori che nel 1958 avevano circa 10 anni, ricorderanno quasi sicuramente le storie di Mopsi Giso e Leo. Il 7 dicembre 1958, l’Albo della Rosa n° 213 conteneva nelle ultime pagine la prima puntata di una strano episodio. I personaggi di questa storia non erano quelli soliti di Walt Disney, ai quali i lettori erano abituati. Da queste tavole si sprigionava un fascino misterioso, una attrazione sottile e vagamente inquietante. I disegni erano barocchi, i personaggi fiabeschi e i dialoghi vagamente surreali. I disegni ricordano alla larga Jacovitti, ma sono più aristocratici e meno sgangherati. Era la prima puntata del primo episodio di Mopsi Giso e Leo. Altri episodi sarebbero seguiti, in appendice agli Albi della Rosa. Questi 3 personaggi, dopo le prime puntate, diventeranno migliori e più perfezionati. Anche le trame delle storie successive diventeranno più complesse e raffinate. Le inquadrature spesso oblique o prese da punti di vista originali e i disegni barocchi di città da sogno e personaggi bizzarri, arricchiscono queste storie di stupefacenti preziosità. Avventure drammatiche, misteriose, enigmatiche, ricche di pregi e originalità. Non anticiperemo di più, per non togliere le sorprese ai lettori. Aggiungeremo solo questo: al primo episodio mancavano alcune tavole, probabilmente andate perdute. Ciò risultava evidente perché alla fine della puntata sull’Albo della Rosa 217 i nostri amici si preparavano per andare a pescare; all’inizio della puntata successiva (Albo della Rosa 218) essi venivano liberati di prigione. Abbiamo inventato le sceneggiature e i dialoghi mancanti, sforzandoci di rispettare lo stile della storia e la successione logica degli avvenimenti. L’ultima puntata del 7° e ultimo episodio apparve sull’Albo della Rosa n° 291 del 5 giugno 1960. Dopo questa data i nostri personaggi sarebbero caduti nell’oblio. Sono passati oltre 40 anni, ma in tutto questo tempo nessuno ha mai ristampato le Storie di Mopsi Giso e Leo; inoltre nessun catalogo ne ha mai parlato. I nomi dello sceneggiatore e del disegnatore non compaiono mai, così possiamo fare solo delle supposizioni, ma i creatori di Mopsi Giso e Leo restano avvolti nel mistero. E’ toccato a un gruppo i Collezionisti il compito di trasmettere alle generazioni future questo materiale diventato raro. I vecchi lettori rileggeranno con piacere e nostalgia queste storie; e i nuovi lettori scopriranno questo nuovo fumetto unico al mondo, da aggiungere alle loro collezioni. Dicembre 2003 MOPSI GISO E LEO Di Bissoli Sergio Scena 1 Leo e Tigri stanno pescando lungo un fiume. Sulla riva sta un cartello con la scritta Divieto di Pesca. Dialoghi Leo: Qui non ci sono altri pescatori e potremo prendere molti pesci. Tigri: Urrah! Scena 2 Arriva una guardia, un personaggio grande, grosso e molto severo. Dialoghi Guardia: Alt. Qui non si può pescare. Qui è proibito. Scena 3 Leo e Tigri inteneriscono la guardia. Dialoghi Leo: Noi non sapevamo. Tigri: Noi credevamo che… Guardia: non avete letto il cartello? Per questa volta vi lascio andare, ma se vi scopro un’altra volta vi porto in cella. Scena 4 Leo e Tigri percorrono una strada attraverso i campi. Dialoghi Leo: C’è andata bene. Tigri: Però che paura abbiamo preso. Scena 5 Arrivano a un laghetto recintato dove si vedono altri pescatori. Però davanti all’ingresso c’è un cartello con la scritta: Vietato entrare senza permesso. Dialoghi Leo: Ecco. Là ci sono altri pescatori. Potremo unirci anche noi. Scena 6 Seduti sulla riva del lago Leo e Tigri felici tirano su un grosso pesce con la lenza. I pescatori vicini si voltano e li guardano arrabbiati. Dialoghi Primo pescatore: Che cosa fate voi qui dentro? Secondo pescatore: E’ proibito pescare a chi non è socio. Terzo pescatore: Mostratemi il vostro permesso per entrare qui. Scena 7 Dialoghi Leo: Permesso? Tigri: Noi non sapevamo che ci vuole un permesso! Scena 8 I pescatori sempre più arrabbiati. Dialoghi Primo pescatore: Non avete il permesso? Secondo pescatore: Chiameremo una guardia per multare i trasgressori. Scena 9 E’ arrivata la stessa guardia di prima. Dialoghi Guardia: Questi qui li conosco. Sono due recidivi che se ne infischiano dei divieti. Niente multa per loro. Li porterò in prigione. Scena 10 Una cella con sullo sfondo un finestrino con le inferriate. Dialoghi Tigri (triste): Chi immaginava che saremmo finiti in prigione. Leo (rassegnato): Chissà quanto tempo resteremo qui! Scena 11 Alla Corte Reale. Alcuni cortigiani parlano fra loro. In un angolo Mandrillin ascolta con la faccia preoccupata. Dialoghi Primo cortigiano: Hai sentito l’ultima novità? Hanno imprigionato Leo e Tigri. Secondo cortigiano: Davvero? NOSTALGIA E BELLEZZA DELE CASE DI CAMPAGNA di Sergio Bissoli Le nostre tipiche case contadine sono uniche al mondo e rappresentano l’ultima testimonianza della civiltà contadina veneta. Sono case cariche di storia e di ricordi delle vite di intere generazioni che le hanno abitate. Case sparse nella campagna, con le facciate colorate di giallo, rosso o azzurro sbiadito dalle stagioni. Sono solitamente esposte a sud, accanto hanno la stalla o il fienile. In alto c’è l’immancabile fumaiolo annerito. Esistono collezionisti degli oggetti più impensabili: macchine, automobili d’epoca, attrezzi, mobili... ma le case? Chi colleziona le case? Esistono enti per la salvaguardia delle ville venete. Ma chi salvaguarderà le case contadine? L’unico modo per ricordarle forse è quello di fotografarle. Ed eccole qui, solitarie e malinconiche, ultime testimoni di un passato vicino e lontano, di un mondo di cultura, tradizioni e valori perduto per sempre. Guardiamole per l’ultima volta, prima che il tempo e l’incuria le faccia sparire definitivamente. Lo scrittore Bissoli Sergio negli anni ‘60 ha scattato circa 2.000 foto di case contadine (corredate di testo) che sorgevano nei paesi della Bassa veronese. Si attende uno sponsor interessato a pubblicare le migliori foto in un libro. CHE FINE HA FATTO MINOU DROUET ? di Sergio Bissoli Ricordate Minou Drouet, la bambina francese che scriveva poesie? Negli anni ‘50 e ‘60 tutti i giornali parlavano di lei. Polemiche roventi si accesero in Francia, in Italia e in altri paesi. Molti sostenevano che la bambina era un genio, un prodigio. Altri affermavano che la madre scriveva per lei. Quattro perizie calligrafiche furono fatte. Due dichiaravano che la madre imitava la calligrafia della figlia. Altre due sostenevano che per la madre era fisicamente impossibile imitare la calligrafia della figlia. Le poesie furono pubblicate in Italia da Mondadori, nel 1957 con il titolo: Amico Albero, nella collana lo Specchio dei Poeti. Un altro libro era annunciato prossimamente. Nella prefazione si parlava del mistero della creazione poetica. Si parlava di una piccola stella apparsa nel cielo del nostro triste mondo. Si raccontava del professor Pasteur Vallery-Radit, dell’Accademia di Francia, che scoprì la bambina prodigio il 25 aprile 1955. Giornali e rotocalchi parlavano continuamente di lei, fino ai primi anni ‘60, poi... più nulla. Il caso finì e sulla giovane poetessa discese l’oblio. E’ un peccato. Le poesie sono gradevoli e meriterebbero di venir ristampate. Luglio 2005 SPIRITUALITA’ E PAZZIA di Sergio Bissoli A tutti quelli che (come me in passato) sono attirati dalle pratiche spirituali, suggerisco di leggere: Edward M. Podvoll LA SEDUZIONE DELLA PAZZIA Editore Astrolabio. Il libro comprende tre diari di persone che sono realmente impazzite e il resoconto di uno sperimentatore che provava su sè stesso la pazzia indotta, cioè la pazzia provocata con mescalina, che dura 8 ore ma è identica a quella naturale. L’Autore, psichiatra, fa notare che tutti noi possediamo l’attrezzatura psicologica per impazzire. La strada da seguire è questa: mangiare e dormire poco; isolamento in una celletta; recita ossessiva di un mantra, una nenia, o rosario; fissare l’attenzione sempre sullo stesso oggetto, crocefisso, santo, o buddha. Dopo mesi di questo esercizio, la mente si accende. I pensieri accelerano pazzamente, si trasformano in immagini di santi, cristo, angeli, demoni. Sopravviene un senso di potenza, di capacità miracolose. Si sentono voci che danno ordini. Si subisce uno sgretolamento della personalità che fa provare la bilocazione o l’ubiquità. Un’altra strada per ottenere la pazzia indotta, sono le droghe psichedeliche. Le esperienze di questi pazzi, sono identiche alle esperienze dei grandi santi o di padre Pio. Tutta la spiritualità è psicosi e tutte le visioni e le voci sono allucinazioni. Tutte le sensazioni di onnipotenza sono illusorie. Le pratiche spirituali, cristiane, buddhiste, spiritiche o magiche sono pericolose per la salute e l’equilibrio della mente. ANTIQUARIATO NERO di Sergio Bissoli prima parte Negli anni ’60 in Italia, per merito di alcuni editori appassionati, sono usciti alcuni libri considerati capisaldi del genere Horror, Nero, Gotico. Questi libri adesso sono molto difficili da trovare e il loro valore sale continuamente. Sono libri che possiedono un fascino particolare per la qualità e rarità dei testi, per le ottime traduzioni, per le bellissime copertine e per le prefazioni scritte da esperti di questo genere letterario. I libri sono circa una ventina e li recensiremo qui allo scopo di aiutare i collezionisti, i ricercatori e i lettori moderni. Incominciamo con: HORROR PRIMO 16 racconti dell’orrore Sugar editore Milano 1965, pagine 600, prefazione di anonimo. Questa rara antologia comprende i racconti di autori inglesi. In Horror secondo sarebbero apparsi gli scrittori francesi Jean Ray, Hellens,. Ma la seconda antologia, annunciata nel primo volume, non è mai stata pubblicata. HORROR PRIMO Nota editoriale pag. 7 I MEDIEVALISTI 9 L'abate nero di Puthuum, di CLARK ASHTON SMITH 11 Turlogh il Nero, di ROBERT HOWARD 43 POPOLI E IDDII PARALLELI . 81 L'artefice di meraviglie, di FITZ JAivIES O'BRIEN 83 L'orrore dalle colline, di FRANK BELKNAP LONG 137 ORRORI E PAURE DI QUESTO MONDO 247 Fortunato al gioco, di WILKIE COLLINS 249 L'acquario, dl CARL JACOBI 273 La porta di palissandro, di OLIVER ONIONS 289 Orrore a Red Hook, di H. P. LOVECRAFT 363 L'ALTRO MONDO 403 Strane avventure in via Aungier, di J. SHERIDAN LE FANU 405 La coperta trapunta, di AUGUST DERLETH 435 Xélucha, di M. P. SHIEL 451 Gli abitanti di Middle Isle, di HOPE HODGSON 467 L'ossessione alata, di H. RUSSELL WAKEFIELD 485 ALTRI MONDI ANCORA 521 Lo spirito nella pietra, di JoHN POKSY 523 La chiesa in High Street, di J. RAMSEY CAMPBELL 555 I sogni di Albert Moreland, di FRITZ LEIBER 575 INDICE 601 ANTIQUARIATO NERO di Sergio Bissoli 2 parte Proseguendo nella nostra rassegna di libri rari essenziali, incontriamo: UN SECOLO DI TERRORE 17 Più FAMOSI RACCONTI DEL TERRORE Editore Sugar Milano 1960, ottima traduzione e introduzione di BRUNO TASSO, pagine 490. Indice Introduzione Tè verde di Joseph Sheridan Le Fanu La casa del giudice di Brarn Stoker Markheim di Robert Louiss Stevenson I CLASSICI La cuccetta superiore di FraacIs Marion Crawford Oh, fischia e io verrò, ragazzo mio di Mon¬tague Rhodes James La zampa di scimmia di William Wymark Jacobs Pollock e l'uomo dei Porroh di H. G. Wells Confessione di Algernon Blackwood I topi nel muro di H. P. Lovecraft IL TERRORE SCENDE PER LE STRADE Le mani di Ottermole di Thomas Burke Delitto senza passione di Ben Hecht Lo zolfanello di Cornell Woolrich Sapendo quello che so ora di Barry Perowne LA METAFISICA DEL TERRORE Neve silenziosa, neve segreta di Conrad Aiken La festa di Stanley Ellin Un tuffo nell'oceano di Roald Dahl Un serto per i vivi di Charles Criswell In copertina del libro c’è il famoso quadro L’urlo di Munch. L’editore Sansoni ha pubblicato questi racconti con l’identica traduzione, nella collana TERRORE, 8 numeri mensili dal giugno 1962 fino al gennaio 1963. Questa collana comprende inoltre altri eccellenti racconti, mai stampati da nessuna parte: IL TERZO OCCHIO DI SATANAEL di Dorothy St. Cross IL SALE DELLA STREGA di Steve O’ Crevit L’ELEMENTO Q4 di Francis Earl IL VECCHIO AMICO JERRY di Peter C. Arnold IO SONO IL PAZZO CHE SA di Peter C. Arnold IL QUADRO DELLA FOLLIA di Rock Hundsved IL DOTTORE NERO E LA NOTTE DEI PIPISTRELLI DI William Kinston (alcuni si possono leggere sul sito scheletri.com) C’è inoltre la rubrica RIFLETTORI NERI dedicata al cinema del brivido e vignette di Pier Carpi. UN SECOLO DI TERRORE è stato ristampato dalla Sugar nel 1967 col titolo di BREVIARIO DEL BRIVIDO 17 più famosi racconti del terrore. Nel 1982 la Sugar ha ristampato 10 di questi racconti nel libro: OSCURE CIRCOSTANZE. Nel 1984 la Sugar ha ristampato 6 di questi racconti nel libro CREATURE DALL’ALTRO MONDO. ANTIQUARATO NERO di Sergio Bissoli 3 parte Nell’aprile 1965 alle bancarelle dei libri usati a Verona, c’erano pile di un libro strano, invenduto e che nessuno voleva: EMILIO DE ROSSIGNOLI IO CREDO AI VAMPIRI Editore Luciano Ferriani, settembre 1961, Collana del macabro N° 1, pagine 380. Lo comprai per 1000 lire, lo lessi di nascosto in campagna e lo prestai all’amico Roccaforte che dopo 2 mesi si trasferì a Conegliano portando il libro con sè. Col passare degli anni le cose cambiano: IO CREDO AI VAMPIRI è diventato un libro prezioso, costoso e ricercatissimo dai collezionisti. Io, quando ho deciso di ricomprarlo pochi anni fa, ho dovuto sborsare mezzo milione di lire. IO CREDO AI VAMPIRI è un bel saggio sui vampiri, nella letteratura, nella storia, nella leggenda e nel cinema, arricchito con moltissime fotografie. EMILIO DE ROSIGNOLI di origine dalmata è nato a Lussino (Pola) nel 1920. E’ stato critico cinematografico. Ha scritto: H COME MILANO Editore Longanesi 1965 LAGER DOLCE LAGER Editore Ciscato 1977 IL LIBRO DEI FILM Editore Rizzoli I GRANDI LIBRI DEL CINEMA IL MIO LETTO E’ UNA BARA GLI EFFERATI Editore Formichiere 1978. Emilio De Rossignoli ha lavorato al Corriere della Sera ed è morto nel 1990. Luciano Ferriani Editore. Un editore appassionato, scomparso nel nulla. A quel tempo aveva preannunciato un altro libro strano: Spiriti folletti e Vergini ossesse. IO CREDO AI VAMPIRI quando uscì fu un insuccesso. Dopo 40 anni questo libro ha anche troppo successo, visto che è ricercatissimo nonostante abbia un prezzo molto elevato. Emilio de Rossignoli IO CREDO AI VAMPIRI Indice -Una storia certa -9-Le origini -13-Anime a metà -16-Camminano nella notte -18 Conoscere il nemico -22 Nella nebbia dei secoli -25-Il tempo di Dio -29-Vento di follia -31-Voci del passato -33-Angoscia della solitudine -37-Triste destino -40-L'ultimo segreto -44-Il sale della terra -47-Il ferro del mestiere -50-Un brillante falsario -52-II medico incredulo -54-Il sacrificio della vergine -5-Un coperchio di bara -61-Caldo e soffice -63-Calano gli avvoltoi -65-Le ultime streghe -68 Testimonianze vive 72- Come in guerra -74 Il guardiano notturno -78-Gli scogli maledetti -82-Il tribunale del popolo -85-La morte della paura -87-L'uomo del vino -92-La città dei morti -94-La nonna in polvere 98-II fuoco nelle vene -100-Le armi -101-La croce -104-L'acqua -106-Lo specchio 108-L'aglio 111-La picca 113-La luce del sole 115-Il mondo delle ombre 116-Dracula 120-Il Conte della Transilvania 126-Gli artefici di mostri 131-Nosferatu 133-Vampyr 135-La strana avventura 138-Colui che era diverso 141-La stirpe di Dracula 144-La casa degli orrori 146-Gli spettri baciano 150-La maschera e il volto 15?- L'isola della Vrucolaca 157-Il contagio del sangue-1G3-Carmilla- 166-Morire di piacere 168-I vicini di casa 173-Musica d'oltretomba 176-Antichi canti di morte 178-II potere occulto 180-La bevanda immortale 184-Il velo macchiato 185-I lemuri 189-Le succubi 191-Gli incubi 195-La mandragora 197-II Golem 201-I piccoli uomini 203-Le signore del mare 208-Gli zombies 211-I cadaveri viventi 213-Quelli che ritornano 219-La mummia 221-Il banchetto di Satana 223-Gli uomini diventano belve 22C-I lupi mannari 230-Mal di luna 234-La notte del demonio 237-Quando fiorisce l’aconito 240-La bella e la bestia 244 Erotismo e terrore -247-Il seme perverso 249 Bivalenza vampirica 251-La venere macabra 253-Le terribili notti 255-Il libro dei libri 256-II Divin Marchese 258-Il fermento rosso 261-La morte sa baciare 265-L'amore impossibile 268-I fiori del male 271-Le donne infami 276-La città vampira 277-Il nero muta 279-La maglia nera 286-Più forte della morte 290-lo sono leggenda 295-Una malattia atroce 297-Lilith 298-La moda dell'orrore 300-Le tele insanguinate 302-L'eterno ritorno 304-I nuovi demoni 306-La magia indiana 308-Gli Assassini 309-Riti d'Oriente 313-Non sono soli 316-I pipistrelli 318-I mostri sopravvivono 320-La fame orrenda 324-La jena 326-Il mostro della Selva Nera 328-I violatori di tombe 332-Gli Immortali 338-La fiamma eterna 341-Volti della sventura 347-Essi ritornano 351-L'inflazione 353-L'ultimo Dracula 355-I figli del diavolo 358-Nove anni di carcere 359Finché brilleranno le stelle 361-Noi vampiri 364-Il mio credo 369-Bibliografia Sagra Veronella 2012 ANTIQUARIATO NERO di Sergio Bissoli 4 parte STORIE DI FANTASMI Antologia di racconti anglosassoni del soprannaturale. A cura di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. Prefazione di Carlo Fruttero. Editore Einaudi Torino, 1960, pagine 410. Un’antologia di ghost stories e tales of terror. Romanzi e racconti anglosassoni del principio del secolo, l’epoca d’oro del gusto del soprannaturale. Dopo la bella prefazione, c’è una nota interessante dove i compilatori ringraziano il Conte di Marmorito per la consulenza letteraria e per la sua vasta biblioteca. Io scrissi una lettera al Conte di Marmorito e iniziai con questo studioso una amicizia durata 40 anni, fino alla sua morte. Il Conte (che era specializzato nel genere nero) mi elencava i libri da leggere, gli Autori importanti, le edizioni italiane e inglesi. Una curiosità: in una sua lettera il Conte mi scrisse che i libri che prestò ai curatori, non gli furono più restituiti. Il libro è stato ristampato successivamente più volte dalla Einaudi in edizione tascabile. ¬ INDICE Prefazione di Carlo Fruttero M. R James Il tesoro dell'abate Thomas (p. 3) H.P. Lovcraft L'orrore di Dunwich (p. 27) W. F. Harvey Calura d'agosto (p. 67) Olivier Onions La bella adescatrice (p. 75) M. R James La mezzatinta (p. 139) A Machen La polvere bianca (p. 155) H. G. Wells La falena (p. 175) M. R. James Quis est iste qui venit (p. 189) H. P. Lovecfraft Il richiamo di Cthulhu (p. 213) W. W. Jacobs La zampa di scimmia (p. 247) A. Blackwood La casa vuota (p. 263) M. R. James Il numero 13 (p. 283) H. P. Lovecraft Nella cripta (p. 303) P. Kettridge Dalle tre alle tre e mezzo (p. 315) A. Machen Il terrore (p. 327) Anitiquariato nero di Sergio Bissoli 5 parte I vampiri tra noi 37 Storie vampiriche ordinate e raccolte da Ornella Volta e Valerio Riva. Presentate da Roger Vadim. Editore Feltrinelli 1960 pagine 790. Un bel librone, utile agli studiosi, necessario ai collezionisti, sorprendente per i lettori comuni. Prefazione di Roger Vadim John Haigh, Confessione Anonimo, Lettera di un uomo onestissimo Augustin Calmet, Vampiri d'Ungheria e din¬torni Voltaire, Non dura Louis Antoine de Caraccioli, II vampiro in convento Prospero Lambertini, I vampiri al lume della scienza Gerard Van Swieten Rapporto medico sui vampiri Papa Benedetto XIV, La colpa è dei preti Wolfgang Goethe, La fidanzata di Corinto John William Polidori, Il vampiro Ernst Theodor Amadeus Hoflomann, Vampiri¬smo Charles Nodier, il vampiro per bene Edgar Allan Poe, Berenice Larurence Durrell, Carneale Nikolaj Vasil'evic Gogol Il Vij Théophile Gautier, La macabra amante Alezandre Dumas, La bella vampirizzata Alekséj Konstantinovic Tolstój La famiglia del vurdalak Fitz James O'Brien, Che cos'era? Prosper Mérimée, Lokis Isidore Ducasse, conte di Lautréamont Il tuo amico vampiro Sheridan Le Fanu, Carmilla F. Marion Crawford Perché il sangue è vita Guy de Maupassant L’Horla Luigi Capuana, Un vampiro Montague Rhodes James Il conte Magnus Edward Frederic Bensen, La signora Amworth sir Arthur Conan Doyle Il vampiro del Sussex Ghérasim Luca Il vampiro passivo Thomm Narcejak Vampiro in mezze maniche Catharine L. Moore Sogno rosso Lawrence Durrel Carnevale Dalle Mille e una Notte Storia del sesto capitolo di Polizia Afanaev Il vampiro ballerino Paul Féval, La città vampira Guillaume Apollinaire L'ebreo che leggeva storie di vampiri Ray Bradbury, L'uomo del piano di sopra E. C. Tubb, Il pivello Note al testo Fonti e copyright Antiquariato nero di Sergio Bissoli 6° parte Romanzi e racconti neri Antologia a cura di Edmondo Aroldi, con 13 illustrazioni di Gustav Dorè, Editore Sugar Milano 1962, seconda edizione 1963, pagine 600. Questa antologia contiene brani di romanzi e alcuni racconti. “La testa della medusa” è un brano tratto da: Il domenicano bianco di Gustav Meyrink, uno stupendo romanzo esoterico e di atmosfera, come tutti quelli di questo grande scrittore. “Almani” è tratto da: Juliette, del Machese de Sade. “Nelle prigioni dell’inquisizione” è tratto dal capolavoro: Melmoth, di C. R. Maturin. “Il turpe notaio” è tratto da: I misteri di Parigi di E. Sue. “Delitto e castigo” è tratto da: Il monaco, di M. G. Lewis. “Una incursione del conte Dracula” è tratto da Dracula, di B. Stoker. “Il dottor Frankenstain crea un mostro” è tratto da: Frankenstain, di M. W. Shelley “La dannazione di padre Medardo” è tratto da: Gli elisir del diavolo di E. T. A. Hoffman “Il barone Saturno”: il suo vero titolo è: Il convitato dell’ultima cena, racconto tratto da I racconti crudeli di Villiers de l’isle adam. Consiglio i lettori di leggere i romanzi integrali e non questi semplici brani. I racconti invece sono integrali: Poe, Cechov, Stevenson, ecc. Prefazione H. Walpole L’elmo Il gigante Una apparizione Isabella nei sotterranei D. A. F. Sade Almani Pietra mala Statuto della società amici del delitto Rodrigo A. Radcliffe Il cavaliere La-Motte e la sventurata Adelina M.G. Lewis Delitto e castigo C.R. Maturin Nelle prigioni dell’inquisizione E. A. T. Hoffmann La dannazione di padre Medardo G. G. Byron Il monaco nero M. Shelley Il dottor Frankenstain crea un mostro W. Scott Isacco di York prigioniero di Frontde-Boeuf Front-de-Boeuf morente e la strega Ulrica E. A. Poe La maschera della morte rossa Metzengerstein La rovina della casa degli Usher N. V. Gogol La sera della vigilia di Ivàn Kupàla E. Sue Il turpe notaio Ferrand e la perfida creola Cecily N. Hawthorne La figlia di Rappaccini E. G. Bulwer-Lytton Gli incubi di Viola F. D. Guerrazzi Le larve La fine del conte Cenci P. A. M. Villiers de l’Isle Adam Il barone Saturno R. L. Stevenson Il diavolo nella bottiglia L. Gualdo La canzone di Weber A. P. Cechov Il monaco nero B. Stoker Una incursione del conte Dracula G. Meyrink La testa della medusa Note bio-bibliografiche Antiquariato nero di Sergio Bissoli 7 parte 20 Racconti del mistero a cura di Giosuè Musca, Editrice Leonardo da Vinci, Bari 1964 pagine 510. Dalla prefazione: Nei racconti del mistero (a differenza di quelli polizieschi) non c’è quasi mai l’eroe, ma la vittima. Nei racconti del mistero ( a differenza di quelli dell’orrore con sangue e mostri) c’è l’atmosfera, costruita con sfumature impalpabili e traslucide pennellate. Indice R. H. Barham La parrucca di Jerry Jarvis E. A. Poe La cassa oblunga N. Hwthorne La sepoltura di Roger malvin E. Gaskell Il gentiluomo C. Dickens Il tredicesimo giurato E. G. B. Lytton L’uomo della miniatura J. S. Le Fanu Tè verde W. Collins Un letto tremendamente strano R. L. Stevenson Il diavolo nella bottiglia A. G. Bierce Il combattimento della gola di Coulter J. S. Fletcher Il faro della sabbia tremante J. S. Clouston Il gioco del caso S. Aumonier Il rotto della cuffia J. Buchan L’isola degli uccelli A. J. Alan I capelli W. W. Jacobs Lazampa di scimmia A. Blackwood La donna e lo spettro H. S. Whitehead Cassius Antiquariato Nero di Sergio Bissoli 8 parte 5 Romanzi brevi del mistero a cura di Giosuè Musca, editore Leonardo da Vinci, Bari 1965, pagine 360. Dalla prefazione: La letteratura del mistero è un genere di difficile definizione che comprende il racconto di genere realistico, il racconto outrè, fuori dai limiti del razionalismo, storie del terrore, dell’orrore o storie di fantasmi. Indice J. S. Le Fanu Il diavolo custode W. Collins La follia dei Monkton R. L. Stevenson Il padiglione delle dune A. C. Doyle La mummia A. Blackwood I salici Antiquariato nero di Sergio Bissoli 9 parte William Hope Hodgson Carnaky, cacciatore di spettri Edizioni Siad Milano 1978, prefazione di giuseppe Lippi, collana I libri della paura, pagine 220. Indice La cosa invisibile Il varco del mostro La casa tra i lauri La stanza che fischiava L’inquilino dell’ultima casa Il cavallo invisibile Il Jarvee infestato Il ritrovamento Il maiale Ogni racconto pone un problema pazzesco che troverà una soluzione naturale, sovrannaturale o paranaturale. L’analisi della paura provata dai protagonisti è la parte più straordinaria del libro. Antiquariato nero di Sergio Bissoli parte 10 Emilio de Rossignoli Gli efferati Dallo sventratore alla saponificatrice. Edizioni il Formichiere, Milano 1978, pagine 192. Sommario Nota introduttiva L'uomo che era sempre altrove Un campo seminato di salme La casa nella prateria Il caso resta aperto L'amante dei morti Il segreto della piú bella casa dell'Indiana Il medico che sorrideva alla forca La cantina delle vedove Le spose finite nel nulla Il macellaio di Hannover La signora di pietra L'uomo che amava le bambine L'harem della baronessa Cinquantacinque bambini dedicati a Dio L'amico degli alligatori Scomparse in una bolla di sapone Una laurea per uccidere La reginetta dei forni crematori L'ultimo vampiro Una ragazza normale Il libro racconta storie vere di sadici, necrofili e pervertiti. L’argomento truce è trattato con dolcezza, poesia e humor nero, che rendono piacevolissima la lettura, Sergio Bissoli I LIBRI SONO NECESSARI Copyright by Bissoli Sergio I libri sono la vita, sono lo specchio della vita. Tutta la cultura, tutta l’umanità passa attraverso i libri. La cultura si propaga con i libri che rappresentano le esperienze e le osservazioni di altri che ci hanno preceduto. Le vie principali alla conoscenza sono: le osservazioni, le esperienze e i libri. I libri infatti sono le esperienze e le osservazioni reali di un altro uomo che ci ha preceduto. I libri sono la via secondaria alla conoscenza. Le vie principali sono le osservazioni e le esperienze. Ma non tutte le esperienze sono possibili. Dobbiamo quindi leggere i libri. Da un altro punto di vista i libri non servono a niente. Chi conosce la realtà non ha bisogno di libri. Chi non conosce la realtà non la imparerà dai libri, o la imparerà in maniera parziale. Molti i libri sono di fantasia. Però anche le fantasie sono realtà psichiche dell’autore. Questi libri ci permettono di vedere i pensieri dell’autore, le sue illusioni, i suoi desideri, i suoi gusti. Ad esempio: i mostri di Lovecraft sono costruzioni mentali, materializzazioni di paure e pericoli psichici. La mente di Lovecraft è assalita da pericoli e minacce (pazzia) e la sua mente nei sogni dà corpo a questi pericoli rappresentandoli come mostri. I buoni libri sono difficili da trovare, hanno scarsa distribuzione e scarsa rinomanza. Perchè, vedete, i libri sono come gli uomini. Ci sono uomini che si trovano al bar e altri che si trovano solo sulle vette dell’Himalaia, e bisogna andare lassù per incontrarli. Così è per i libri. Alcuni si trovano al supermercato, altri si trovano solamente nelle collezioni private di bibliofili e antiquari. Ci sono libri che si leggono una sola volta nella vita. Ci sono libri che si leggono a intervalli di mesi o anni. Ci sono libri da consultare. Libri che si leggono solo in determinate stagioni o con determinati stati d’animo. La scuola offre una cultura surgelata, minorata, in ritardo di secoli. I libri non scolastici invece, offrono una cultura viva, calda, fluida, ricca di interscambi. Quando un futuro lettore legge 4 o 5 libri stupidi, gli passa per molto tempo la voglia di leggere. A scuola ci propinano circa 100 libri stupidi, e i possibili futuri lettori scompaiono. Per scrivere un libro bisogna prima viverlo. Ogni vero libro ben scritto è una eiaculazione di energia. Un libro è un miracolo. Pochi sanno quanto lavoro, sforzo, passione c’è dietro. Credete che il successo di un libro sia proporzionale alla sua qualità? No! La risposta è no. Per ogni ottimo libro pubblicato ce ne sono almeno altri cento che non sono riusciti a raggiungere la pubblicazione, la diffusione e di conseguenza i lettori. Il libro non è un oggetto statico, estetico, antico e inutile. Il libro è fonte di conoscenza ed emozioni. Però, lo stesso romanzo, con l’identica traduzione, in due edizioni differenti, dà sensazioni differenti. E’ una realtà che tutti i bibliofili conoscono. Io ad esempio preferisco le edizioni brossura, tascabili degli anni 60, con disegno di copertina di erotismo soft. Un giorno ho riletto un romanzo (con la stessa traduzione) in una edizione anni 90, formato troppo grande, cartonata, rilegatura a colla (così che le pagine si staccano sfogliandole) disegno di copertina sfacciato o kitch. Il romanzo mi è sembrato brutto, e non mi ha dato piacere. Ho raccontato l’esperienza all’amico bibliofilo Riva Ercole e mi ha risposto: “Tutti i bibliofili provano quello che hai provato tu”. Ho riletto il romanzo nella edizione anni 60, cercata e pagata il triplo dagli antiquari, e ho riprovato lo stesso piacere della prima volta. Anche il formato del libro ha la sua importanza. Perchè il testo è contenuto in quello che teniamo in mano. Il libro deve essere maneggevole, la copertina, che spesso amo guardare quando interrompo la lettura, deve essere intonata al testo. Questo vorrei gridarlo agli editori che spesso fanno libri con formato sbagliato e copertina stonata. Io sono un letterato, un bibliofilo, un bibliomane, un bibliopatico. Sono un mangiatore di libri. Che cosa sono per me i libri? Tutto! Famiglia, figli, amante, Dio. Un bibliofilo non è un collezionista di libri nè di cartacce. E’ un collezionista di vite. Perchè dietro ogni libro c’è una vita. Affermo che i libri sono gli oggetti più preziosi che esistono al mondo. Al loro confronto i diamanti sono pezzi di vetro. Invece il libro non è un pezzo di carta, perchè esso possiede un’anima. Attenti! Un libro solo è pericoloso, è una prigione. Perchè presenta la realtà da un solo punto di vista! Molti libri sono altrettante finestre sulla realtà, sono punti di vista differenti. Esempio: una pendenza vista dall’alto è una discesa; vista dal basso è una salita. Chi legge tanti libri espande la sua mente; chi legge un libro solo imprigiona la sua mente. Scrive Werner Welgren: “Quale cosa meravigliosa e terribile è il libro! Vi trovate tutto, dentro: tesori di scienza e false teorie; idee sublimi e storie immorali; o assurde concezioni.” Werner Welgren da Il Cane Nero pagina 15. La scrittrice Olga Visentini (che ho conosciuto) scrive: “Di taluni oggetti non disfatevi mai: dei libri. Sono compagni fedeli. Li ritroverete sempre, ogni volta che avrete bisogno.” Con i libri l’uomo esce dallo standard, mette la testa fuori dal gregge, si libera dai condizionamenti di scuole, chiese, dottrine imposti da educatori, preti e professori. Attraverso i libri l’uomo si decondiziona, si risveglia e impara finalmente a vedere, e pensare con la propria testa. Questo comporta dei pericoli. Ancora la scrittrice Olga Visentini: “Quando voi ragazzi sarete grandi, comprenderete che l’originalità, l’irregolarità, costano care. La società degli uomini le teme, perchè rompono i comodi equilibri costituiti. Sappiate che essere gelosi della propria originalità (che è libertà) avrà sempre effetti pericolosi. Ma comporta pure una profonda gioia interiore.” Scrive Heinrich Heine: “Chi brucia libri, presto o tardi arriverà a bruciare esseri umani.” Scrive Marguerite Yourcenar: “Fondare biblioteche è come ammassare granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dell’intelligenza.” Scrive Paul Valery. “I libri hanno gli stessi nemici che l’uomo: il fuoco, l’acqua, le bestie, il tempo e il loro stesso contenuto.” Scrive Gaetano Colonnese: “Così come le medicine combattono le malattie, i libri combattono l’ignoranza e le relative degenerazioni:” Scrive Bee Ker: “I libri sono le finestre dalle quali l’anima guarda fuori. Una casa senza libri è come una stanza senza finestre.” Ho sempre desiderato una confraternita di scrittori e poeti, come quella delle religioni tradizionali, anche se aborro templi e liturgie. Adesso mi accorgo che questa confraternita esiste già. Essa è composta da appassionati, collezionisti, silenziosi e sconosciuti che lavorano per conservare e diffondere nel tempo, il ricordo degli scrittori e delle loro opere. Sergio Bissoli maggio 2006 Sergio Bissoli ALLA SCOPERTA DEI TESORI DELLA BASSA VERONESE Il nostro viaggio assomiglia all’avventura dei cercatori di tesori. Solamente che qui i forzieri da trovare sono molto più grandi e si chiamano palazzi. Sono gli stupendi e sconosciuti palazzi disseminati nella campagna veronese. Alcuni sono stati restaurati. Molti palazzi sono abbandonati, da decenni: a San Zenone; Isola Rizza; Oppeano; Veronella; Sabbion; Roverchiara; Terrazzo; Desmontà; Belfiore; Ravagnana; eccetera. Alcuni palazzi sono crollati a metà, come l’ex convento del 1500 a Palesella. Altri sono stati cancellati perfino dalla memoria: come il bellissimo palazzo di via Arzarin, Angiari. Adesso rimane solo un pilastro del portone di ingresso, ma ecco come era nel 1969. Foto 1. Durante le mie esplorazioni della pianura veronese seguendo sentieri, argini e stradine secondarie, ho incontrato, ammirato e fotografato alcuni di questi tesori, raccolti nel mio libro CASE NEL TEMPO Editore Ferrara Collegno Torino. Lo spettatore prova stupore davanti alle bellezze artistiche di questi edifici. Soffitti affrescati, decorazioni in pietra, ringhiere in ferro battuto, saloni vuoti dove la luce e la polvere hanno adesso il colore del tempo. Come il palazzo abbandonato di Via Bernardine a Bonavigo. Foto 2 e 3. E’ un viaggio nel passato, dentro anse della memoria. E’ la scoperta di un mondo che ci appartiene, dal quale proveniamo e che ha formato la nostra sensibilità. I ricordi di intere generazioni sono ancora conservati qui, adesso, fra la polvere e il silenzio. E noi possiamo fare qualcosa? Noi dobbiamo fare qualcosa perchè non vengano tranciate le radici della nostra cultura veronese, le nostre tradizioni, la nostra identità. Sergio Bissoli ALLA SCOPERTA DEGLI ANNI 60 di Sergio Bissoli Un’epoca affascinante, gli anni 60. Adesso servirebbero i sessantologi, cioè gli studiosi, storici, testimoni e narratore degli anni 60. Nei primi anni 60 un litro di latte costava 60 lire, come un litro di benzina. Il pane costava 120 lire al kilo. Il biglietto del cinema 130 lire. Apparvero i primi ciclomotori da 50 cc. Morini, Beta, Sachs. Uscirono film giudicati scandalosi: La voglia matta, con Tognazzi e la Spaak. La Noia di Damiano Damiani da un romanzo di Moravia. L’ape Regina con Tognazzi. Sexy al neon. Sulle spiagge il bikini faceva scandalo. Nel 1966 apparvero le minigonne: bellissime quelle a pieghe lanciate da Mary Quant e la sua possente organizzazione. Sulla scia dei Beatles arrivarono i capelloni, gli Hippy e si formavano i primi complessi musicali italiani: Equipe 84. Camaleonti. Dik Dik. I corvi.. I cantanti Adamo, Celentano, Nada, Pavone, Morandi, Cinquetti ci facevano sognare con le loro storie d’amore. Poche automobili sulle strade: le 500, le 600, Prinz, Miniminor. Sul successo di Dracula con Cristpher Lee, uscirono in Italia film dello stesso genere, girati da registi italiani con pseudonimi inglesi: Lo spettro. Danza macabra. L’orribile segreto di Hitchock. In edicola arrivò una marea di libri gialli, neri e fantascienza. Nascevano continuamente collane sempre nuove: Racconti di Dracula. KKK. Gialli del quarto di luna, della Medusa, della Gatta, della Chiave, delle Ore 23 e molti altri. A Milano nascevano tante piccole industrie e a Cerea Verona nacquero centinaia di botteghe artigiano di intagliatori del legno. Alla dolce musica di quegli anni, si aggiungeva il martellare delle mazzette sugli scalpelli e intanto il legno prendeva forme artistiche e attraenti. Dopo 40 anni, le cose sono molto cambiate e chi non ha vissuto quegli anni non può comprenderli. I film attuali sul tema degli anni 60, sono completamente sbagliati. La mentalità era differente: il modo di pensare, di percepire, di comportarsi. Nella foto la bottega artigiana di Roberto Tarocco a Cerea Verona. LE CASE DELLA MEMORIA, abbattute a Cerea negli anni 60 di Sergio Bissoli La casa del maestro Spagnolo, situata in Via Paride, aveva soffitti affrescati. Un’altra casa con soffitti affrescati era situata dove c’è adesso Via Dante. Questo edificio era citato nelle guide turistiche e arrivavano visitatori per vederlo. Una torre con merli sorgeva dove si trova adesso Via Grigolli. FOTO A. Il monastero del 1200 sorgeva nell’area della attuale Casa della Gioventù. Il monastero comprendeva una torre di mattoni nell’angolo nord est. La torre aveva 4 piani più il sottotetto ed era formata da due stanze per i primi tre piani e una stanza per i successivi. Le mura erano a barbacane (oblique fino a metà) e spesse quasi 2 metri. FOTO B. Nel 1961 è avvenuto l’abbattimento del parco nazionale Cabrini, situato fra Via Paride e Via Canonica. Nel marzo1964 è stato demolito il monastero di Santa Caterina. Io ero presente. La ruspa con la pala alzata si dava la rincorsa prima di scagliarsi contro la torre. Questa oscillava ma non cedeva. Finalmente anche questa crollò e un altro edificio storico venne spazzato via. In Via Palesella sorgeva un ex secolare convento, abitato fin negli anni 50 da famiglie di contadini. Negli anni 60 la famiglia Mantovani confinante e comproprietaria, mi permetteva di visitare l’edificio. Una mole imponente di 4 piani comprendeva un labirinto di stanzette, scale, botole, sottotetti con travature enormi. Nella facciata ovest si apriva una bellissima finestra con l’arco gotico. FOTO C. L’edificio definitivamente abbandonato, negli anni 90 subì un incendio. Nel 2004 è crollato a metà. Questi edifici con il loro fascino e i loro ricordi sono scomparsi per sempre. Alle generazioni future possiamo consegnare solo poche foto e alcune testimonianze. LE CASE DELLA MEMORIA, esistenti a Cerea fino agli anni 60. La casa del maestro Spagnolo aveva soffitti affrescati e sorgeva in fondo Via Paride. Un’altra casa con soffitti affrescati era situata dove c’è adesso Via Dante. Questo edificio era citato nelle guide turistiche e arrivavano visitatori per vederlo. La chiesetta di San Procolo sorgeva in via 25 Aprile. Una torre con merli sorgeva dove si trova adesso Via Grigolli. Il monastero di Santa Caterina del 1300 sorgeva nell’area della Casa della Gioventù. Il monastero era formato da un grosso edificio con cortile interno, una torre con mura a barbacane (oblique fino a metà) e un teatro. In Via Palesella sorgeva un convento abbandonato del 1500 con finestre gotiche. Era un grosso edificio di 4 piani formato da tante piccole stanze, con scale e sottotetti con grosse travi. Questi edifici, con il loro fascino e i loro ricordi, sono scomparsi per sempre. Alle generazioni future possiamo consegnare solo poche foto e alcune testimonianze. Sergio Bissoli CHI SI RICORDA ? di Sergio Bissoli Chi si ricorda la zucca garibaldina, rossa e verde. La zucca spaghetti che sostituisce la pasta. La zucca barettina, che ha la forma di un berretto. Sapori di un tempo, sapori di una volta, sapori perduti... E la zucca bottiglia, impiegata per custodire i liquidi. La zucca spugna, usata in bagno per la pulizia del corpo... I nostri nonni si ricordano queste cose che allora erano di uso comune. Chi si ricorda del Clinto bianco, l’uva fragola, il vino Bacò, il Seibel, il Greco? Altri sapori scomparsi dalle nostre tavole, ma non completamente... L’azienda agricola Passarini Efrem, in via Pozza Bassa a Cerea ha recuperato alcuni di questi tesori gastronomici; ha cercato, seminato e riprodotto questi cimeli e adesso... eccoli qui. Così, sulle tavole di oggi possiamo riscoprire e degustare i sapori autentici del passato. Nella foto la prof.ssa Luisa Passarini mostra una zucca garibaldina. POESIA FRANCESE A CEREA di Sergio Bissoli Alcune poesie dei Poeti maledetti dell’ottocento francese, sono state recitate in febbraio a Cerea nella ricca cornice del mobilificio di Rossato Giuseppe. I bagliori di luce e le tenebre di Baudelaire; la dolcezza e la musicalità di Verlaine; l’estro innovativo di Rimbaud; i preziosismi di Mallarmè, rivivono nella brillante recitazione di Renato Zuliani e con la partecipazione della modella Barbara Testoni, artista del vetro di Ostiglia. L’evento, ripreso dal regista Sergio Bissoli e inciso su video disco, è disponibile per gli appassionati di Poesia. Nella foto Renato Zuliani e Barbara Testoni. Un gruppetto di cultori della Poesia ha realizzato un video disco sui Poeti maledetti dell’ottocento francese. Nella splendida cornice del mobilificio Rossato Giuseppe di Cerea, lo speaker Renato Zuliani di Legnago e la modella Barbara Testoni, artista su vetro di Ostiglia, hanno dato vita alla stupenda realizzazione. Con la regia dello scrittore Sergio Bissoli di Cerea, con musiche di Chopin, sono recitate liriche di Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarmè. Il video disco è disponibile per gli appassionati. Nella foto Renato Zuliani e Barbara Testoni. IL GIRO DELLE DOLOMITI IN BICI DI RENATO FERRARESE CEREA di Sergio Bissoli Il signor Renato Ferrarese profumiere dal 1945 racconta: La mia avventura ciclistica è cominciata nel 1972 quando c’era l’austerity. Un giorno il dottor Criscuolo direttore della Banca Agricola, mi invitò a fare un tour Cerea, Angiari Legnago. Successivamente abbiamo acquistato una bici da Fraccaro e tutte le domeniche andavamo a fare il solito giro. Dopo 3 mesi, visti i risultati ottenuti, un ciclista ci suggerì di andare a Erbè da un artigiano che costruiva bici. (Aveva costruito bici per Moser e altri campioni). Qui mi feci costruire 2 bici da corsa, una da usare alla domenica e una per giri più lunghi. Ma mi abituai con la prima e usai poco l’altra. All’inizio i compagni di bici mi superavano facilmente, ridendo. Mi allenavo al sabato, partendo da Cerea fino a Castagnè, passando per Verona, poiché in quel tempo c’erano poche automobili. Poi mi impegnai di più, arrivando fino a San Giorgio. Un giorno ricevetti l’invito per fare il giro delle Dolomiti. Mi iscrissi. Lo sponsor era Vigorelli, macchine per cucire, Bolzano. Il dottor De Franceschi era il direttore. Dopo tre anni il dottor De Franceschi, visto il successo, cambiò nome alla ditta che diventò Altoatesina. Nella prima uscita eravamo in 72. Alla seconda uscita in 123. E così per 10 anni consecutivi ho fatto tutte le tappe delle Dolomiti, tutte le cronoscalate con qualsiasi tempo, anche sotto pioggia o neve. Sono stato l’unico, e posso documentarlo, a fare 10 anni consecutivi di tours ciclistici delle Dolomiti. Ho preso medaglia e diploma. E il medico Picone affermava che il mio battito cardiaco era identico a quello di Coppi. Negli anni successivi gareggiavano 600 corridori e io mi classificai al 5° posto. Tutte le volte ho soggiornato nell’albergo Maiserof , 17 Km dopo Bolzano. Sono tornato recentemente anche con mia moglie, dove ci hanno fatto una grande festa. Quest’anno cade il 30° anniversario del mio soggiorno nell’albergo Maiserof e lo festeggerò insieme agli amici da Milano, Roma e Cassino. Nella foto il profumiere Renato Ferrarese con la bici e diploma. OMAGGIO A STELIO RETTONDINI artista, musicista, scrittore. Di Sergio Bissoli Domenica 22 aprile, il Circolo culturale Daphne di Cerea ha organizzato la performance in memoria di Stelio Rettondini, scomparso alcuni mesi fa. Protagonisti: il professor Federico Meneghello, fondatore di Daphne; Fiamma Rettondini, la figlia dello scrittore; lo speaker Renato Zuliani che insieme alla professoressa Veronica Vantini ha recitato alcune poesie dello scrittore. Alla tastiera Giovanni Ferrarini e al flauto Elisa Bellini. Nel parco, esposizione di quadri, libri e altre opere di Stelio Rettondini. A tutti gli intervenuti è stato offerto un rinfresco nello splendido parco. Un ricordo da portare con sè per tutti quelli che hanno conosciuto Stelio e per quelli che lo scoprono ora. Nella foto Renato Zuliani. “VERONESINA” Musica del Maestro Renzo Bertù di Cerea. Parole di Sandrina Peroni. Il Maestro di musica Renzo Bertù di Cerea, racconta: conoscevo da sempre la poetessa Sandrina Egidia Peroni. Nel 1958 Sandrina scrisse le parole per due canzoni: VERONESINA e SPUNTA L’ALBA e mi chiese di scrivere la musica. Poi Sandrina fece l’esame alla SIAE e si iscrisse. In quegli anni alcuni fratelli di Rovigo tornarono dall’Argentina, dove erano emigrati e fondarono a Verona la casa discografica Rialto. Sandrina si rivolse a loro e fece stampare 500 copie di Veronesina. Io in quegli anni facevo le tournee in Germania e il disco venne poco pubblicizzato. Sandrina aprì un negozio di dischi a Cerea e vendette tutte le copie. Veronesina fu suonata anche alla sagra di luglio a Cerea e alcuni dischi arrivarono fino a Bologna. L’altra canzone intitolata SPUNTA L’ALBA, per coro e orchestra, rimase inedita. Però veniva suonata in chiesa con l’organo, mentre i bambini cantavano le parole. Nella foto il Maestro di musica Renzo Bertù di Cerea. RENATO DE PAOLI, L’OLMO E ASPARETTO di Sergio Bissoli L’amico dott. Renato De Paoli di Asparetto Cerea, cultore di storia locale, racconta: “La mia casa natale è ad Asparetto dove si trovava l’Osteria dell’Olmo. Era un’antica osteria nata a metà del 1800 e gestita dal mio bisavolo e suoi successori fino al 1970. Dalla mia osteria sono passate persone di ogni genere: semplici bevitori e poeti; carrettieri e pittori. Ricordo Donadoni, poeta di Bovolone, amico di Papini e poi rettore alla Biblioteca di Firenze. Di lui conservo tutte le dediche scritte ai miei genitori. Ricordo il pittore Segattini, del quale conservo 4 dipinti che ritraggono la piazza, le torbiere e i luoghi umidi dei dintorni. Nella mia casa poi conservo un bellissimo trumeau veneziano, costruito da mio padre, quando lavorava da Giuseppe Merlin. Quel trumeau ha una lunga storia; su commissione di Merlin, mio papà andò in bici fino a Venezia in una famiglia di nobili, per ritrarre l’esemplare originale. Perchè, vedete, mio padre, Paolo De Paoli, era artigiano, oste, falegname e altro ancora. Un poeta della vita, insomma. Conservo molti mobili da lui costruiti o restaurati e in particolare un tavolino che mi è molto caro. La mia proposta sarebbe questa: fondare ad Asparetto un museo con questo materiale. Il museo sarebbe curato da me e servirebbe per tramandare ai posteri questi tesori della Bassa.” Renato De Paoli è un personaggio indimenticabile. Lui sintetizza il ricercatore, il collezionista, l’artista e il mecenate. Cioè l’anima autentica di Asparetto. Nella foto Renato De Paoli Sergio Bissoli LUIGINA TAMBARA DI CEREA E LE SUE POESIE La poesia è un distillato di emozioni. La poesia è una goccia di realtà lontana donata ai lettori, in forma piacevole e originale. La poesia è una descrizione intrecciata con la sensibilità dell’autore. Sul tema della poesia ascoltiamo cosa ci racconta l’insegnante Luigina Tambara di Cerea: Ho incominciato a scrivere poesie dopo la morte della mamma. All’inizio scrivevo poesie in italiano e le mandavo al settimanale Confidenze, che le pubblicava. Successivamente ne ho scritte molte anche in dialetto. I miei temi preferiti sono: la vita in campagna, l’osservazione delle persone e della natura. Ho partecipato a molti concorsi. Nel 1995 ho vinto il primo premio a Villabartolomea, con la lirica intitolata “Gli occhi di mamma”. E poi ho ricevuto altri secondi premi, targhe, segnalazioni. L’organizzatore dei concorsi a Villabartolomea era Lino Zeffirino Ramarro autore del libro “La voce dell’anima”. Ho partecipato a concorsi a Porto, organizzati da Sante Zamboni (poeta pure lui) e musicati da Caltran. Anche a Porto hanno pubblicato le mie poesie sull’antologia annuale che comprendeva due poesie per ogni poeta. Io sono nata a Roverchiara ma ho vissuto a Isolarizza dove ho trascorso la mia giovinezza, ho frequentato le scuole, fatto cresima, comunione e matrimonio. Ho sempre vissuto nell’ambiente contadino che amo descrivere vividamente e con passione. Ricordo con nostalgia i filò invernali della sera, dove leggevamo libri e ascoltavamo poesie. Ho descritto la mietitura, la vendemmia, i giochi nei campi, dove mi arrampicavo sugli alberi per vedere gli uccellini appena nati. Ricordo tutto di quel periodo e avrei molti episodi da raccontare. Dopo i temporali mettevamo un mastello sul sentiero allagato, da usare come una barca. Giocavamo a nascondino e alla sera prima di cena c’era il rosario. Aiutavo a scartocciare le pannocchie a mano e dopo mangiavamo zucca lessata e vinello. In maggio prendevo le lucciole lungo le rive dei fossi e le portavo dentro un bicchiere sul comodino; ma quelle dispettose spegnevano i loro lumi. Ricordo che d’inverno in piazza c’era Annetta, una vecchietta magra, vestita all’antica, con sottane lunghissime. Aveva un banchetto con farina di castagna, arachidi, carrube. Nelle domeniche d’estate invece, arrivava Topino il gelataio, con un berretto come Garibaldi e ci vendeva gelati e amarene, dopo il catechismo. Anche cresime e comunioni erano avvenimenti importanti perchè c’era sempre un pacco di paste. Prima di sposarmi ho insegnato nella scuola di Rancan di Tregnago. D’inverno, con la neve, raggiungevo la scuola a piedi, seguendo le orme del postino. Chi vive di ricordi, vive due volte. Nella campagna di Isolarizza ho vissuto la mia stagione più bella in compagnia di galli, usignoli e rane. Sergio Bissoli Nella foto Luigina Tambara con la coppa del Primo Premio MOSTRA DI ARTE SACRA NELLA CHIESA DI SAN ZENO CEREA L’antica chiesa di San Zeno (del 1300) ha ospitato nei giorni 2 e 3 giugno, una originale mostra di Arte sacra. Dentro alla chiesa, di stile romanico, c’erano esposte icone e altre opere di notevole valore artistico. Questa mostra, organizzata dal gruppo Ars et Cultura Ceretae, viene allestita annualmente, in occasione della festa del Santo patrono. Hanno partecipato gli artisti: Anna Rosa Bongiovanni. Antonio De Carli. Paola Abella. Giusy. Stefano Marchioro. Luisa Borin. Flavio Perbellini. Charlie. L’evento è stato filmato dal regista Sergio Bissoli e inciso su videodisco. Nella foto il presidente del circolo Giancarlo Masaia e un’icona della Trinità Sergio Bissoli LE ANTICHE RISAIE RITORNANO AD ASELOGNA DI CEREA Le risaie sono ritornate ad Aselogna, per merito di un coltivatore intraprendente e di sua figlia Luisa. Passarini Efrem, proprietario dell’azienda agricola: I SAPORI ANTICHI in Via Pozza, racconta: L’idea della risaia è nata da un cartello situato all’ingresso di Aselogna . I vecchi non ricordano questa coltura e nemmeno la pila che sicuramente esisteva, forse in epoca veneziana. Sul rogito catastale della mia proprietà compare la dicitura: Risaia. Il nome stesso della strada è indicativo: Via Piletta. Sulla strada successiva, Via Bosco, esiste un antico edificio vicino al fiume Fociara. Nell’edificio sono presenti tre archi, ora interrati, che probabilmente servivano per l’entrata e l’uscita dell’acqua, usata per azionare la pila. Così, insieme al p.a. Emanuele Carrara, ho portato il terreno come era alle origini, cioè una risaia. L’acqua entra nei campi dal fiume Seriola, per caduta, senza bisogno di forza meccanica. La risaia è situata tra Via Piletta e Via Bosco di Aselogna, dove è possibile anche fare percorsi turistici. Infatti si possono ammirare gli aironi bianchi, grigi e le anitre che arrivano dalla vicina oasi del Brusà. Nella foto la prof.ssa Luisa Passarini e il coltivatore Efrem sullo sfondo della risaia. ANNUALE RADUNO DEGLI ARTISTI A SAN ZENONE DI MINERBE Anche questo anno, il BROLO DEGLI ARTISTI situato vicino alla chiesa di San Zenone di Minerbe, spalanca le porte agli artisti di qualsiasi provenienza e formazione. Una immersione totale nell’Arte in tutte le sue forme: culturali, ludiche, storiche, rappresentative e simboliche. Un’occasione imperdibile per conoscere e farci conoscere. Alcuni temi trattati: l’acqua in tutte le sue manifestazioni; le civiltà fluviali e Palladio; le case contadine. Inizio della kermesse: ore 16. Ore 18,30 presentazione del libro Case nel Temo di Sergio Bissoli. Ore 21 Insieme Musica Viva. Per informazioni: Associazione Assoannette Ronchin 347 191 55 35 Sergio Bissoli IVO VERONESI L’ARTISTA-AUTISTA Il bravo e modesto pittore Ivo Pasquale Veronesi di Cerea ci racconta: Sono un Autista-Artista. La prima barchetta l’ho disegnata a 8 anni su carta da macelleria. Era una gondola e mentre la disegnavo assaporavo il profumo delle matite. La passione per il disegno l’ho avuta da sempre, ma mi mancavano le possibilità economiche. Ho lavorato come cameriere e come autista per mandare avanti la mia famiglia. Lungo le strade vedevo case e paesaggi che mi ispiravano. Dipingevo solo nei momenti liberi, cioè a Natale e durante le ferie. Quando i figli diventarono adulti, disponevo di maggior tempo da dedicare alla pittura. Un giorno andai nelle grandi Valli per disegnare un suggestivo tramonto sopra il coperchio di una scatola da scarpe. Arrivato alla pensione mi sono dedicato interamente all’arte. Sono un autodidatta e ho imparato tutto da solo, passando per gli errori. Le Valli, le grandi Valli veronesi mi ispiravano e trascorrevo giornate intere, ospite di mia cognata, a San Zeno in valle, dopo Torretta. I miei soggetti preferiti sono la campagna, vigneti, animali da cortile, vecchie fattorie. Ho dipinto oltre 50 tele a olio. Certamente non sono un artista completo perchè ho ancora molto da imparare. Però l’arte è per me la cosa più importante e più bella della vita. Progetto di fare ancora molti quadri e di sempre migliore qualità. L’ultima mia opera è un monastero a Vittorio Veneto, che mi piace molto. Ma ho ancora progetti in mente: un cigno che si spaventa dell’onda e altri ancora. Qualche mia opera viene esposta negli uffici dove fa bella scenografia. Nella foto Ivo Veronesi con un suo dipinto. Bissoli Sergio L’ARTE SACRA DI ANTONELLA BURATO La pittrice Antonella Burato racconta: sono nata ad Arcole, mi piace l’ambiente ma mi piace anche viaggiare, soprattutto interiormente. Amo dipingere gli stati d’animo interiori dell’umanità, con una predilezione per i temi sacri. I soggetti sacri infatti sono un pretesto per scavare dentro agli esseri umani, per ritrovare nelle persone di oggi gli attributi dei Santi del passato. Io riconosco nelle persone moderne le sofferenze dei santi, le loro missioni, le loro autenticità. Sono stata allieva del Maestro Ezio Grandiello di S. Gregorio, un pittore classico, ritrattista, molto dotato anche se poco conosciuto. Ho frequentato l’accademia di Brera a Milano. Il più importante riconoscimento l’ho ottenuto nei giardini della Biennale di Venezia nel 1994, dove ho partecipato con opere bianche, cioè opere dove la cromaticità è data dai vari toni di bianco e dal rilievo dei materiali. Altro importante riconoscimento a una 30ennale rassegna d’arte nel Vicentino dove mi è stato assegnato il Pennello d’Oro per la mia arte innovativa. Un altro aspetto della mia personalità è il recupero degli oggetti del passato perchè l’oggetto costruito dall’artigiano assomiglia all’opera dell’artista. Una mia mostra era intitolata appunto IL SEGNO RICICLATO. Qui i dipinti raffiguravano ferri longilinei che sembravano segni materializzati. Spesso però, eseguo ritratti oppure dipinti del santo protettore. Io vivo il momento, anche se a volte esso mi sfugge. Non credo alla fama dei posteri e preferisco realizzare l’attimo presente. Il 10 agosto nella chiesa di Minerbe (sagra di san Lorenzo) ho presentato bozzetti di studi per realizzare opere sacre. Il 9 settembre è avvenuta l’inaugurazione della cappella dedicata a san Giovanni Nepomuceno di Arcole. In quell’occasione, insieme alle pittrici Annalisa Sartori e Antonella Busellato, ho presentato due nuovi quadri sulla vita del santo. Altre mie opere esposte in luoghi sacri: IL BATTESIMO DI GESU nella chiesa di Locara a san Bonifacio. LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE nella chiesa di Bonferraro. Il Rosario Biblico in 14 tele presso la chiesa alpina nella Casa del Fanciullo Gesù. Inoltre la pittrice Antonella Burato ha restaurato la pala d’altare nella cappella di Montebello Vicentino e la lunetta centrale che rappresenta Cristo fra i suoi familiari. Sergio Bissoli FOTO 1 La pittrice Antonella Burato FOTO 2 Sposalizio della Vergine FOTO 3 Il Battesimo di Gesù. CIAK SI GIRA UN FILM A RAVAGNANA (fra Cerea e Casaleone) 1 Il film è dedicato alla figura di un prete importante ma dimenticato ed è stato realizzato in luglio, nella Bassa Veronese ad Arcole, Aselogna di Cerea e nelle risaie di Passarini Efrem. E’arrivata una troupe di 45 persone, ma i personaggi sono circa 200 e molti uomini e donne hanno lavorato come comparse. Tutto è incominciato una mattina di giugno 2007, quando il regista Maffeo D’Arcole telefonò allo scrittore Sergio Bissoli di Cerea perchè lo aiutasse a trovare una vecchia fattoria con archi, dotata di un grande cortile. Dopo aver visitato 3 o 4 località, arrivammo in Via Ravagnana.Il regista e il direttore della fotografia Alessandro Zonin si entusiasmarono e presero accordi col proprietario, la Ditta Bozzola di Casaleone che gentilmente mise a disposizione terreno e fabbricati. Il film narra la storia semplice ma suggestiva di un sacerdote di Arcole che ha esercitato il suo ministero dal 1900 fino al 1930. Don Giovanni Sbalchieri è un uomo che prova profonda empatia per i suoi compaesani, per la gente comune, contadini, braccianti che in quel periodo vivevano in grande miseria. Don Giovanni vuole aiutare questa gente e con un prestito della Banca Cattolica, dà il via alle bonifiche del terreno, forma cooperative per coltivare la terra. Per stare più vicino alla gente Don Giovanni esce dalla canonica e vive insieme ai braccianti, proprio come un prete da campo. E’ un prete scomodo per quel periodo, che comprende il primo 900 con la malaria, la miseria, la guerra e l’avvento del fascismo. In quegli anni terribili e bui, la figura di Don Sbalchieri rappresenta un momento di serenità e di speranza. Don Giovanni Sbalchiero è interpretato da Sergio Bustric, attore che ha lavorato con Benigni nel film LA VITA E’ BELLA. Nella foto l’attore Sergio Bustric e Luisa Passarini nelle vesti di una mondina. Sergio Bissoli CIAK SI GIRA UN FILM A RAVAGNANA (fra Cerea e Casaleone) 2 Domenica 22 luglio, nella corte di proprietà del signor Franco Bozzola, dall’alba al tramonto, si sono svolte le riprese del film UN PRETE IN CAMPO. Regista Maffeo D’Arcole; direttore della fotografia Alessandro Zonin; interpretato da Sergio Bustric. Le 200 persone della troupe hanno affollato cortile, porticato e l’edificio di Ravagnana. Attori, attrici, tecnici, fotografi, comparse hanno dato il meglio in un meraviglioso scenario folkloristico. Una folla di curiosi ha circondato Corte Ravagnana, trasformata in Cinecittà. Lunedì 23 la troupe si è spostata nelle risaie dei signori Passarini Efrem e Carrara Emanuele per le suggestive riprese delle mondine al lavoro. Altre riprese ad Arcole e zone limitrofe. Nella foto l’attore Sergio Bustric e Luisa Passarini nelle vesti di una mondina. Sergio Bissoli CIAK SI GIRA UN FILM IN PROVINCIA DI VERONA. 3 In un assolato pomeriggio di Luglio 2007, Corte Ravagnana di proprietà di Franco Bozzola, situata fra Cerea e Casaleone, diventa una mini Cinecittà. Sotto gli archi giganteschi delle barchesse, nel cortile immenso attorniato dai tigli si girano le scene, a volte drammatiche, a volte commoventi e patetiche. Corte Ravagnana è affollata di attori, cineasti, comparse, tecnici. Le strade vengono bloccate. Un anello di curiosi è assiepato all’esterno. I costumi sono conformi all’epoca del primo 900. Uomini in pantaloni laceri e camicia e donne con gonne lunghe e cuffia. Cavalli, carri e carriole affollano il set. Fra mega schermi, telecamere e microfoni a giraffa, si eleva la voce concitata del regista Maffeo D’Arcole che dall’altoparlante lancia ordini e dà indicazioni su come deve procedere il lavoro. Anche gli utensili impiegati riflettono lo stile e le tradizioni dell’epoca. Infatti nel grande paiolo la donna, madre del focolare domestico, mescola la polenta. I saloni sono affollati di personaggi in costume e tecnici della revisione. Ogni scena viene ripetuta spesso anche dieci volte per arrivare al massimo realismo. All’esterno, un calesse passa sullo sfondo, mentre i due protagonisti sotto il sole a perpendicolo, protetti dall’ombrello, discutono su come aiutare i braccianti. Il prete è interpretato da Sergio Bustric, attore già apprezzato nel film LA VITA E’ BELLA. Adesso le telecamere si spostano sulla folla lacera dei lavoratori che chiedono un compenso e un trattamento più umano. Una grande commozione vibra sull’aia di Corte di Ravagnana, ed è recepita da tutti gli attori e spettatori presenti. Questa atmosfera di alta tensione emotiva, ma anche di profonda fraternità e comprensione, si ritrova durante tutto il film e ne renderà sicuramente partecipi anche gli spettatori. Poi le riprese si spostano nella risaia di Efrem Passarini ad Aselogna di Cerea, dove vediamo le mondine che lavorano cantando nostalgici ritornelli. Il film si intitolerà UN PRETE IN CAMPO e l’uscita prevista è per il mese di dicembre. Nella foto l’attore Sergio Bustric impersona Don Giovanni Sbalchiero e Luisa Passarini è nella parte di una mondina. Sergio Bissoli VILLA RAVAGNANA DIVENTA VILLA SOGNO Domenica 30 Settembre Villa Ravagnana situata fra Cerea e Casaleone, si è trasformata in Villa Sogno. Con la collaborazione del signor Franco Bozzola che ha concesso l’ambiente; del signor Efrem Passarini che messo a disposizione una macchina d’epoca Fiat 518S e prodotti agricoli di una volta (zucche fiasco, zucche barettine) e del Gruppo Alpini di Cerea. In questa cornice idilliaca, dentro saloni antichi e nel grande cortile dei tigli, hanno sfilato decine di splendide modelle in posa per il corso di fotografia, sotto la direzione del fotografo Paolo Pravadelli di Legnago. Un manifestazione artistica e culturale che ha lasciato nei partecipanti un ricordo indimenticabile di candore e bellezza. I prossimi appuntamenti a Este, Soave, Cerea. Per il calendario delle manifestazioni vedi il sito www.paolopravadelli.it Nella foto 1 la modella Luisa Passarini su una macchina d’epoca. Sergio Bissoli IL 31 OTTOBRE E’ HALLOWEEN LA FESTA DEI FANTASMI Storia, usanze e significato. La frase inglese All Hollows Ewe significa letteralmente Vigilia di tutti i santi ed è stata contratta in Hallowen. Essa deriva da una festa pagana più antica: la festa dei morti o degli antenati. Il 31 ottobre è la festa di mezzo autunno, situata a metà fra l’equinozio d’autunno e il solistizio d’inverno. Era il giorno dedicato ai morti e agli antenati. La simbologia è chiara: le notti lunghe, la morte dell’estate, la fine del caldo. In questa notte, secondo la tradizione, i nostri parenti e amici morti tornano a salutare i viventi. Le usanze: le maschere da vecchi avevano lo scopo di travestirsi e immedesimarsi nel defunto, per vedere, sentire come lui e quindi comunicare. E’ una forma primitiva di medianità. Durante Hallowen si festeggiava il Terzo Raccolto. Il primo raccolto riguardava frumento, orzo, segala… Il secondo raccolto mais, barbabietole, zucche, patata… Il terzo raccolto consisteva nell’uccisione di animali diventati inservibili al lavoro dei campi, da affumicare, salare e conservare per l’inverno. Festa di passaggio, festa di transizione che segna il passaggio dall’estate all’inverno. Nella notte di Hallowen si accendevano falò, dove si bruciavano fantocci raffiguranti le cose brutte e tristi dell’anno trascorso. I cibi tradizionali erano quelli di stagione e soprattutto le rape e le zucche. Nella foto le maschere di Tamborra Fedele di Cerea Bissoli Sergio STRANEZZE DI NOVEMBRE La zucca nella Foto proviene dalla Cina e si chiama Ton-Gua. In cucina è impiegata per fare marmellate, mostarda, eccetera. La sua polpa bianca è quasi insapore e assorbe il gusto del cibo col quale viene cucinata. Questa zucca è stata intagliata per Halloween dal signor Passarini Efrem di Cerea (Verona) nella sua azienda agricola I Sapori Antichi. Questi frutti sono le Maclure. Essi non sono commestibili ed erano utilizzati dalle nostre nonne per profumare la biancheria. In letteratura la maclura si trova descritta nel racconto di Bissoli Sergio LA RAGAZZA DEL PAESE STREGATO. Bissoli Sergio GUARDAMI NEGLI OCCHI Di Sergio Bissoli Dopo il film Diario di Anna, di Nelo Risi del 1968, il regista Sergio Bissoli ha girato un video sulla Cooperativa Sociale Anderlini di Cerea. Questo video toglie la lastra di vetro posta fra la normalità e l’handicap e porta lo spettatore all’interno di questa realtà, spesso sconosciuta o recepita in maniera incompleta. E’ un mondo interiormente ricco, quello dell’handicap, anche se poco appariscente e spesso purtroppo sottovalutato. C’è nobiltà d’animo, sensibilità acuta in queste persone che vedono la realtà da angolazioni differenti. Qui il tempo ha un differente valore e la vita è impostata su basi diverse. Eppure, basta entrare pochi minuti in questo mondo per stupirci di quante cose possiamo apprendere, noi normali, da ragazzi e ragazze diversamente abili. Giardinieri, musicisti, falegnami... ma anche addetti al computer, pittori e costruttori di modellini. L’ambiente, pur con le sue sofferenze, possiede una propria bellezza e suscita interesse e stupore. E’ merito della Cooperativa Sociale Anderlini, dell’Amministrazione, degli operatori e dei volontari, se queste risorse umane possono esprimersi e dare i loro frutti. Il video intitolato GUARDAMI NEGLI OCCHI è disponibile per gli interessati a queste problematiche. Nella foto 1: due Ospiti del Centro. OGNI POSTO E’ MAGICO di Sergio Bissoli Il secondo video del regista Sergio Bissoli si intitola: Ogni posto è magico. Ancora il mondo della Cooperativa Sociale Anderlini di Cerea con i suoi ospiti, i suoi lavori, le sue novità. C’è molto da scoprire in questo mondo parallelo al nostro. Ci sono bellezze e brutture, ma sopratutto avvenimenti che suscitano meraviglia e stupore. C’è grande senso di umanità, sensibilità e ricchezze interiori. Ripercorrere queste sale significa addentrarsi nella psiche degli ospiti. E ogni ospite è un mondo a sè, con le sue doti, i suoi limiti, le sue specialità. Amministratori, operatori e volontari aiutano a valorizzare e far emergere questi valori. La maggior consapevolezza è ottenuta con giochi, scambi e lavoro; ma anche con uscite e visite a negozi e fabbriche. Gli ospiti dell’Anderlini hanno molte cose da imparare, ma hanno anche molte cose da donarci e insegnarci. I due video sono stati proiettati in giugno, a Cerea durante la festa della Cooperativa. Nella foto 2: Sari alla tastiera. ANGELI A CASALEONE Domenica 30 Dicembre alle ore 16, nell’Auditorio seicentesco della chiesa di San Biagio a Casaleone, ci sarà una rappresentazione di DANZE SACRE, coordinate da Maria Teresa Moroni della Bottega dell’Anima di Lazise. Dentro una stupenda cornice di Angeli disegnati dalla Pittrice Antonella Burato di Arcole, si svolgerà la manifestazione organizzata dall’Assessorato alla Cultura di Casaleone e dall’Associazione Annette Ronchin di San Zenone di Minerbe. Un appuntamento imperdibile al quale tutti sono invitati. Sergio Bissoli VICISSITUDINI DI UN’AUTO D’EPOCA In dicembre si è svolto a Cerea, nel padiglione della Fiera, il consueto Mercatino di Natale. Presenti stand di oggetti da regalo e decorativi, bambole, cristalli, quadri. Fra le varie attrazioni una macchina d’epoca FIAT 518S trasformata negli anni 50 per uso agricolo. Eccola qui nella foto, vestita a festa con zucche dalla forma strana provenienti dall’Azienda agricola Passarini e riso Carrara in bottiglia. Questa auto è stata utilizzata in luglio nel film di Maffeo d’Arcole UN PRETE IN CAMPO girato in parte nelle risaie di Aselogna. Sergio Bissoli QUATTRO CHIACCHIERE CON MARIA PIA DE CARLI Facciamo quattro chiacchiere? Di cosa parliamo? Di vacanze, di moda, del tempo che farà? No. Le quattro chiacchiere di Maria Pia trattano temi più profondi che riguardano il cerchio della vita: la felicità e l’amore; l’adolescenza e la vecchiaia; la malattia e la morte. Temi cardinali, cari ai poeti romantici e agli esistenzialisti. Il merito di Maria Pia è di esporre queste situazioni con competenza, viste dal di dentro, in modo breve e cristallino. La scrittrice racconta anche il percorso a volte piacevole, a volte doloroso, lungo il quale è arrivata ad analizzare gli aspetti più importanti della vita. Ha osservato la realtà esterna, ha guardato dentro di sé e ci racconta quello che ha visto, con uno stile piacevole e coinvolgente. Dietro al libretto di Maria Pia c’è una lunga galleria di esperienze, unite a sensibilità e vocazione per lo scrivere. Venerdì 25 gennaio alle ore 21 in Palazzo Bresciani Via Paride a Cerea, ci sarà la presentazione del libro con intrattenimento musicale. Un appuntamento col libro di Maria Pia rappresenta un arricchimento e un dono. Sergio Bissoli DANZE SACRE AD ARCOLE Domenica 2 Marzo, si sono svolte ad Arcole (con ingresso libero) nell’Atelier di Annalisa Sartori le DANZE SACRE della Bottega d’Arte di Lazise. In un atmosfera di profonda spiritualità si sono susseguite le danze: Shiva Shambu (indiana) Bobe Shalon (ebraica) Rikud Hashabat (ebraica) Menousis (greca) Incontro con l’Angelo Kirie Missa (greca) Il coinvolgimento estetico ed emotivo è stato grande, tanto che il pubblico ha partecipato alla danza finale, con stupendi effetti coreografici. Riprese video di Sergio Bissoli, prossimamente visibile su youtube digitando bissolis. Danzatrici: Maria Teresa Moroni, Daniela, Ilaria. Per conoscere le date dei prossimi incontri telefonare a la Bottega d’arte 045 64 700 43 Il video precedente svolto a Casaleone è visibile su youtube digitando bissolis. Sergio Bissoli PRESENTAZIONE DEL LIBRO SU ZIMELLA Sabato 5 Aprile 2007 alle ore 17 nel teatro di San Stefano di Zimella, verrà presentato il libro: IL COMUNE DI ZIMELLA, STORIA CIVILE E RELIGIOSA DELLE COMUNITA’ DI BONALDO, SANTO STEFANO, VOLPINO E ZIMELLA. Ingresso libero. Zimella, Veronella e Pressana sono entrate nella letteratura col racconto di Sergio Bissoli: La ragazza del Paese Stregato, su Psycho Women, Editore MJM. Prossimamente su youtube apparirà un video su Zimella. Attualmente si trova già quello su Veronella. L’Uomo-Statua Chi è andato alla Fiera dei fiori a Cologna Veneta, in Maggio, avrà notato un signore con valigia e ombrello appoggiato a un lampione. Questo signore vestito di scuro sta immobile, mentre le persone gli passano davanti. E’ un uomo o un manichino di legno? E’ completamente fermo; neanche gli occhi si muovono. Non sembra vero, invece... Quando un passante lascia cadere una moneta sul piattino, l’uomo si anima per un attimo, gli allunga la mano con un sorriso, poi diventa ancora un oggetto inanimato. E’ un Artista di Strada e questa è la sua singolare performance. Visibile su Youtube, in Cologna in fiore. Bissoli Sergio IL COLLEZIONISTA DI OGGETTI STRANI CARRI FUNEBRI Siamo andati a intervistare Marco Morosato di Vangadizza, che ci racconta: Ho incominciato a collezionare modelli di macchine agricole d’epoca, trebbie, trattori. Successivamente mi sono appassionato ai Carri Funebri perchè esiste un’arte nella fabbricazione di queste macchine. Negli anni ’40 e ’50 il carro era arricchito con addobbi e decorazioni. Quelli moderni invece, sono più lineari e funzionali. Il Carro Funebre è una macchina strana, una macchina che nessuno vorrebbe vedere. Io invece amo fotografarle e collezionarle. Sono macchine create in maniera molto elaborata, con statue, fiaccole, angeli, fiori. Una autovettura totalmente strana per un evento particolare della vita. Ho visto carri stranissimi: col tetto di cristallo, con gli angeli intorno. I carri napoletani erano molto ricchi di addobbi, fregi, decorazioni e simboli che accennano al Mistero della morte. Per ottenere i modelli spesso mi rivolgo all’estero, USA o Inghilterra, dove i collezionisti e appassionati sono più numerosi. Attualmente la mia collezione comprende 23 modelli. Prossimamente visibile su youtube, digitando bissolis. Sergio Bissoli MUSEO MERCEDES DI STOCCARDA GERMANIA E CORTE MOROSATO VANGADIZZA ITALIA Che cosa hanno in comune questi due luoghi lontani fra loro? Nel Museo di Stoccarda è esposta una Mercedes degli anni ’70 trasformata in carro funebre dal carrozziere Pilato di ponte Priula, Treviso. La gemella di questa vettura si trova nella Corte di Marco Morosato, famoso collezionista. Ricordiamo che i carri funebri nascevano come vetture normali e venivano poi trasformate in chiese mobili da abili carrozzieri. Maestri carrozzieri sono stati: Casale di Bassano del Grappa; Grazia di Bologna; Poolluman in Germania. Il Museo tedesco ha scelto una vettura trasformata dal carrozziere Pilato e venduta a Catania negli anni ’70. Essa è risultata la più artistica e rappresentativa. Da adesso la Mercedes funebre 220/8 è visibile nel Museo di Stoccarda e in Corte Morosato a Vangadizza. Sergio Bissoli Foto a Marco Morosato Foto b la Mercedes trasformata ASCOLTANDO L’ANTICO ORGANETTO Siamo andati a vedere e sentir suonare l’antico organetto di Eugenio Bedon di Cerea che ci racconta: Possiedo questo organetto da oltre 50 anni. Girando la manovella laterale si seleziona una delle 10 canzoni: Walzer, Polka, Marcia, Mazurca, Tarantella, eccetera. Girando la manovella frontale si fa muovere il rullo chiodato che fa azionare i martelletti che battono sulle corde. Nelle decorazioni incise sul legno si leggono le scritte: Ginestroni Martelli Novara Fabbrica di Organi piani a cilindro e Pianoforti di ogni genere. Il signor Renzo Ferrari gira la manovella e le note di vecchie canzoni ci rallegrano il cuore. Il video è visibile su youtube digitando: antico organetto. Nella foto Renzo Ferrari e l’organetto. Bissoli Sergio NELL’ANTICO MONDO DEI CELTI Domenica 28 Settembre ad Asparetto di Cerea è stato girato un film sui Celti, antico popolo ricco di tradizioni e folklore. Hanno collaborato: Azienda Agricola di Cerea I SAPORI ANTICHI di Passarini Efrem e Luisa. Agriturismo di Umberto e Carlo Polazzo di Asparetto. Associazione Culturale Irminsul di Sandro Peterlongo. Regia di Sergio Bissoli. Il DVD del film si troverà allegato alla rivista IL SENTIERO DEI CELTI di Dicembre. Nella foto Efrem Passarini e Sandro Peterlongo. Bissoli Sergio VECCHI BARATTOLI raccontano la loro storia. Questo barattolo, raffigurante l’Arena di Verona e con la scritta GIARDINIERA ALL’ACETO, proviene dalla ditta Verdure Conservate di Aldo Ferrarese Cerea. La Fabbrica Verdure Conservate marca ARENA (e successivamente anche LUNA) fu fondata a Cerea (e successivamente anche a Bovolone) circa nel 1930 da Aldo Ferrarese ( 1890 1982 ). La fabbrica era un edificio color verde situato all’angolo di Via Battisti e Via Fossa (poi Via Libertà). L’edificio comprendeva: gli uffici; le sale di lavaggio delle verdure; le sale per selezionare le cipolle attraverso griglie forate in movimento; sale per la tranciatura di rape, carote, cavolfiori, sedani. La stanza della caldaia, dove si produceva acqua bollente per la cottura delle verdure. Altre sale per l’inscatolamento sotto aceto in lattine. Poi c’era la falegnameria per la costruzione di botti per l’aceto. Infine i magazzini per depositare le lattine in attesa di venir spedite. La ditta comprendeva circa 10 impiegati, fra i quali mia zia Cavaliere del Lavoro Irma Tarocco, e una cinquantina di donne. Producevano: peperoni, cetrioli, cipolline, carote, rape, sotto aceto. Capperi e olive in salamoia. Carciofini sotto olio. Questi prodotti venivano esportati anche in America. Sergio Bissoli Nelle foto: barattoli di sott’aceti. Foto in b/n della fabbrica. Foto di Aldo ferrarese Foto dell’impiegata Irma Tarocco decorata con Medaglia d’oro nel 1975 dopo oltre 35 anni di lavoro. Foto di alcune lavoratrici. Foto a colori della fabbrica dopo la cessata attività. di Sergio Bissoli IL PARADISO IN UN CASSETTO di Sergio Bissoli Apriamo il cassetto di un vecchio armadio e, voilà, scopriamo il paradiso. Quello dei collezionisti, ovviamente, che ci permette di viaggiare indietro nel tempo. Scopriamo: un diploma ornato con scritte decorative: l’Italia innanzi tutto. Valorizziamo i prodotti nazionali. Per la grandezza d’Italia. Per la ricchezza d’Italia. Prima Esposizione Generale del Tricolore. DIPLOMA di Medaglia d’Oro e Gran Merito conferito a TAROCCO SANTE di Cerea per perfetta lavorazione di Sirena Meccanica. Milano 1923. Raffigurazione di: SALUS INFIRMORUM Miracolosissima Immagine della MADONNA DI DOSSOBUONO. 100 giorni di indulgenza concessi dall’Eminentissimo Cardinale Nostro Vescovo Bacilieri.Comune di Verona. E più sotto le foto dei bisnonni Secondo e Veneranda. Un attestato consegnato agli alunni al loro Maestro: A Lei Signor Maestro Aldo Bertelè, come testimonianza della nostra affettuosa riconoscenza per i 5 anni trascorsi insieme, sempre sorretti dalla Sua buona, paziente e illuminata guida, resti questo ricordo. Cerea 25 Giugno 1958 seguono 39 firme. Il video intitolato Cose del Passato è visibile su youtube digitando bissolis. LE CASE DEL SOGNO del Pittore Antonio Ravelli di Bergantino Rovigo Le case. Case oblique, oscillanti, ondulate, pendenti, filiformi. Case che ricordano le distorsioni di spazio dei racconti di Lovecraft; le sue visioni multidimensionali di mondi remoti, di geometrie non euclidee, di contorsioni spazio-temporali. Case fisiche, ma anche case della mente. Abitazioni che inquietano e stupiscono, facendoci ricordare qualcosa, senza sapere bene che cosa. Case che, nella loro semplicità, alludono a forme estranee e complesse di cui ci sfugge sempre l’ultima comprensione. Case simboliche di mondi inconsueti e bizzarri, di universi lontani conosciuti a volte solamente nei sogni. I gatti sui tetti nelle notti di luna, suscitano nebbiosi ricordi di strade di paese; le case diventano allora ancora più magiche, ancora più segrete, ancora più stregate. L’Artista ha esposto a Cerea in Novembre 2008 nella Collettiva di Pittura organizzata dal Gruppo Ars et Cultura di Giancarlo Masaia. Il video su youtube. Digitare bissolis. Sergio Bissoli UN ARTISTA AL MESE: Antonio De Carli Mi dedico al mio hobby preferito, coltivato fin da giovane: la creazione di intarsi e oggettistica d’arte. I soggetti religiosi mi ispirano maggiormente, e quando ho visto L’Ultima Cena di Michelangelo, ho subito deciso di incominciare. Dopo oltre un anno di lavoro ho realizzato l’Opera a intarsio su legno. Il lavoro è stato esposto alla Fiera Campionario di Cerea, nello stand del Gruppo Ars et Cultura di Giancarlo Masaia. Nella foto Antonio De Carli con il suo intarsio. Sergio Bissoli EVENTO STORICO NELLA FESTA DI SANTA CECILIA A CEREA Il 22 Novembre in chiesa a Cerea si è esibita per la prima volta la nuova banda musicale intitolata al Maestro Ugo Pallaro (1885 1961) al quale è già stato dedicato un libro e una via. Erano presenti: l’Assessore regionale Raffaele Bazzoni, il Sindaco Marconcini, il presidente della banda Maria Grazia Moratello, le Autorità e i nipoti del Maestro scomparso: Rosanna e Edoardo Pallaro. Il nuovo Maestro di musica Gianfranco Zanchettin ha diretto musiche di Haendel, Clark, Pachelbel. Entusiasta la partecipazione del pubblico che ha applaudito calorosamente. Il video è visibile su youtube digitando: banda Ugo Pallaro di Cerea. Il prossimo appuntamento è all’area Expo domenica 21 Dicembre, ore 16, per il gran Concerto di Natale eseguito in collaborazione con il rinomato Corpo bandistico di Bovolone. Sergio Bissoli UN ARTISTA AL MESE Entra nel mondo dell’Arte: Ombretta Caiti Presente al Concerto di Natale, così la pittrice racconta: Sono nata a Scandiano (RE) risiedo a Villabartolomea e insegno informatica. Ho iniziato a dipingere riproducendo opere di Van Gogh, Signac. Seguendo un percorso di ricerca sono approdata a uno stile più realista. L'atmosfera di un paesaggio è ciò che il pittore può catturare e rendere sulla tela usando le sue due armi: forma e colore. Con linee e forme egli può imitare la realtà o ciò che la fantasia gli suggerisce. Con il colore può dare vita a quelle forme, cogliere l'atmosfera, fermare quell’istante che vuole rivivere e fare rivivere agli altri. Considero un quadro terminato solo quando si respira l’aria del paesaggio che mi ha ispirato. Nel 2008 ho partecipato a un concorso d’arte contemporanea e ho esposto al Mercato di Natale a Cerea. Il video è visibile su youtube digitando: Concerto di Natale Cerea. Sergio Bissoli LA FOTO CURIOSA Gli uomini con i baffi sono abbastanza comuni; ma baffi come questi sono rari. Io li ho incontrati solo due volte nella vita: la prima volta nel 1989 in un bar di San Martino Verona. Un signore aveva baffi a spada, lunghi 20 centimetri; ma purtroppo non avevo la macchina fotografica. La seconda volta, nel febbraio 2009, questo signore con baffi a manubrio, incontrato a Cerea, mi ha gentilmente concesso di farsi fotografare. Sergio Bissoli CONCERTO A NICHESOLA CON ORGANO DEL 1700 Nella stupenda cornice dell’antica chiesa di Nichesola (Verona) situata sulla riva sinistra dell’Adige, si è svolto domenica 15 Marzo 2009 il Concerto di Nichesola. Organista Flavio Faggion di Villabartolomea. Soprano Rossella Caloini di Porto di Legnago. Il concerto viene tradizionalmente eseguito nelle grandi festività: Natale, Pasqua Immacolata e durante la tradizionale Sagra dell’Anara, terza domenica di Ottobre. Ma, eccezionalmente, in occasione dei restauri, si è ripetuto questo evento musicale di grande potenza emotiva. Musiche di Flavio Faggion, Benedetto Marcello, Franz Schubert, Tomaso Albinoni, Johann Sebastian Bach, Andrew Lloyd Webber, Georg Friedrich Haendel, Laudario di Cortona. Il video del regista Sergio Bissoli è visibile su youtube. Foto: Rossella Caloini Flavio Faggion. Sergio Bissoli DANZE LITUANE A SAN SALVARO DI URBANA Come tutti gli anni si è ripetuta a San Salvaro di Urbana la tradizionale festa: PASQUETTA IN ALLEGRIA. Il 13 Aprile 2009, dentro l’antico ex monastero sono stati allestiti stand eno-gastronomici; mostra di quadri e oggetti di artigianato; gare con trattori d’epoca. Interessante esposizione di giochi e tradizioni contadine dentro il Museo. Nel pomeriggio si è esibito un gruppo folkloristico lituano con musica e danze di alto effetto coreografico. Il video è visibile su youtube digitando: San Salvaro Urbana. Sergio Bissoli Nelle foto il gruppo Malentalis arrivato dalla Lituania. OMAGGIO AL CAV. ADALGHISIO DALL’AGLIO di Porto Legnago Da oltre 30 anni conosco e stimo il cav. Adalghisio e durante questo tempo ho visto nascere e realizzarsi tutti i progetti di questo hobbista geniale. Nel suo laboratorio egli ha costruito un telescopio di 1500 ingrandimenti, con specchio concavo, anche esso autocostruito. Nelle sere d’estate insieme a un gruppo di astrofili, osservavo i pianeti del sistema solare: Marte, Venere, Giove, Saturno. Le costellazioni Lira, Orsa minore, Cigno, con le stelle Vega, Polare, Deneb. E oltre ancora, fino a vedere le galassie: Andromeda e altre. Il nostro meccanico, tornitore e appassionato ha inoltre costruito: un telescopio Newton. Un motore d’aereo. Una bici a propulsore a reazione. Il video è visibile su youtube digitando Adalghisio Dall’aglio. Nella foto il cav. Dall’aglio e un suo telescopio. CONCERTO DI SAN ZENONE DI MINERBE Domenica 3 Maggio nella chiesa di San Zenone di Minerbe si è svolto un concerto di musica lirica. Organista Flavio Faggion; soprano Rossella Caloini; baritono Antonio Rossetto. Musiche di Franck, Gounod, Haendel, Morricone, Schubert, Stradella, Tartini, Tosti. Il piccolo ma affascinante paese è stato prescelto dagli stessi Artisti a motivo della sua quiete e bellezza. L’antica chiesa ha ospitato la performance musicale che è in parte visibile su youtube,digitando: concerto san Zenone Minerbe. Nella foto: Antonio Rossetto, Rossella Caloini, Flavio Faggion. Sergio Bissoli Sergio Bissoli NEL NOME DELLA ROSA IN VILLA ORMANETO AD ASPARETTO DI CEREA Maggio è il mese dei fiori. Per onorare la tradizione, domenica 17 Maggio nella splendida Villa Ormaneto ad Asparetto di Cerea, il Circolo la Cassiopea ha presentato: NEL NOME DELLA ROSA: divagazioni poetiche e musicali su un pentagramma di rose. Introduzione di Antonio Trattenero. Poesie recitate da Renato Zuliani. Violista Erica Bazzani. Ballerini della scuola di ballo Harthur Murray.Esposizione floreale l’Olandesina di Legnago. Degustazione vini Villa Caplèt Verona. Il video è visibile su youtube digitando: Villa Ormaneto nel nome della rosa. Sergio Bissoli RICORDANDO IL MAESTRO ALDO BERTELE’ In palazzo Bresciani a Cerea, l’Associazione ex alunni Maestro Bertelè (1924 1998) ha allestito una mostra commemorativa del loro Maestro. Sono esposte costruzioni fatte dagli alunni, foto, diplomi, ricordi degli anni 1957 1958. Visibile su youtube digitando Aldo Bertelè. Tutti gli anni, viene proposto anche un concorso di poesia. Nella foto i promotori: Alessandro Sganzerla e Franco Margotto. Sergio Bissoli RIEVOCAZIONE STORICA DELLA DEA MINERVA Domenica 24 Maggio a San Zenone di Minerbe, il Gruppo Antropologia Sociale di Villa Dose (RO) ha rappresentato una rievocazione di storia romana. Alla Dea Minerva (che dà il nome al paese di Minerbe) artigiani, guerrieri e poeti offrono le loro opere. Suggestive danze, musiche e sfilata di personaggi in costume d’epoca. Si ringraziano: Emanuela Ronchin, Alberta Silvestri, Mariella Baroni. Visibile su youtube: Dea Minerva. Nella foto le danzatrici. Sergio Bissoli SOGNI DI PIETRA A SAN VITO DI CEREA È una foresta di pietra colorata che stupisce e sbalordisce. Torri cilindriche, coniche, massicce, filiformi. Archi intrecciati, merlature, pozzi, capitelli, scacchiere... Lo scultore assemblatore di queste opere d’arte in pietra è ORLANDO CHIAVEGATO di San Vito di Cerea. Da 40 anni progetta, inventa e costruisce queste creazioni in pietre colorate, utili per abbellire i giardini. Il video è visibile su youtube digitando: sagra san vito cerea. Bissoli Sergio STORIE DEL TERRORE Perchè mi piace scrivere (e leggere) storie paurose? La domanda dovrebbe essere: perchè tutte le persone non leggono e scrivono storie paurose? Al mondo tutti dobbiamo morire e questa è la più grande paura. E poi ci sono le paure di malattie, incidenti, epidemie, guerre, terremoti, pazzia, vecchiaia. La paura di questi pericoli ci accompagnerà per tutta la vita. Così, ogni tanto, per distogliere l’attenzione da queste paure reali, conviene leggere storie paurose, conviene spostare le nostre paure su cose simboliche. Spettri e fantasmi sono simboli di pericoli reali, ma più facili da gestire e da affrontare. Spiriti e fantasmi non ci fanno male, sono immaginari e con un po’ di occultismo (anch’esso immaginario) possiamo vincerli sicuramente. I giovani con la loro incoscienza non hanno paure e quindi non hanno bisogno di evasioni? Non è così. I giovani sono pieni di paure: paura dell’amore, paura di dover abbordare una ragazza sconosciuta, di affrontare il disprezzo femminile. Hanno paura del sesso e del corpo femminile che all’inizio spaventa e inibisce. Forse è per questo che io a 15 anni ho incominciato a leggere storie del terrore. Spettri e vampiri possiamo combatterli. Ma nella sala d’aspetto di un dentista, di un ospedale, di un preside; a un esame di scuola, di assunzione, al primo appuntamento con una ragazza.... Queste cose reali sono spaventose, danno brividi e tremarella più di mille fantasmi. La realtà impaurisce e sgomenta. E allora conviene allenarsi alla paura, che abbonda in questo mondo. Io preferisco stare in compagnia di fantasmi e spiriti. Sono migliori degli uomini. Sono meno crudeli e meno spaventosi. Con un po’ di intelligenza possiamo combatterli. E se perdiamo, alla fine del libro tutti i pericoli immaginari spariscono da soli. PEDALATA DI PROTESTA CEREA NOGARA Un gruppo apolitico della Bassa Veronese ha organizzato un tour in bici per protestare contro l’insufficienza delle piste ciclabili. La bici è ecologica e non inquinante, ma purtroppo nelle strade super trafficate i ciclisti non sono al sicuro. In Belgio (dove piove 3 o 4 volte alla settimana) NON esistono strade senza pista ciclabile. E da noi? La biciclettata Cerea Nogara si è svolta con molto entusiasmo nel solistizio d’estate, 21 Giugno. Il video è visibile su youtube digitando: bicicletta ecologica; oppure bissolis. Sergio Bissoli SAGRA PALESELLA 2009-06-27 L’antica sagra di Santa Eurosia a Palesella di Cerea, è stata rallegrata dalle musiche e canzoni della Jolanda Band. Visibile su youtube: sagra palesella. Questa ricorrenza ha ispirato il racconto: Sagra Paesana, nell’antologia: RACCONTI GOTICI Editore Ferrara Collegno Torino. Sergio Bissoli CAPRICCIO D’ESTATE AD ASPARETTO DI CEREA Solstizio: quando il sole raggiunge il punto più alto nell’emisfero nord della Terra; questo corrisponde al giorno più lungo dell’anno, 21 Giugno. Sposando Astronomia, Arte, Musica e Poesia, il Circolo Cassiopea ha organizzato un evento in questa magica data. Nel verde smeraldino dell’Agriturismo Le Cadabese di Asparetto Cerea, Renato Zuliani, Trattenero, Daniela hanno intrattenuto con poesie di Cardarelli, Montale, Hesse. Le note di Besame Mucho cantate dal soprano Rossella Caloini accompagnata dal pianista Mauro Zanon. Esposizione quadri di Adelchi Bottegal. Violinista Erika Bazzani. Passeggiate nel parco e rinfresco hanno concluso un pomeriggio colorato e indimenticabile. Riprese del regista Bissoli, visibile su youtube: capriccio d’estate le cadabese asparetto. Sergio Bissoli CAMERA OSCURA Un viaggio nel passato con la fotografia Entrare nella casa di Merlin Mario equivale compiere un viaggio nel tempo. Dentro i corridoi del Passato riscopriamo mondi scomparsi: attimi di vita, scene familiari, matrimoni, giorni di scuola. Momenti che il tempo ci ha rubato e che la fotografia ci restituisce. È un vero miracolo! Così le camere oscure della memoria si riaccendono con la gioia del ricordo. Merlin Mario di San Vito Cerea da molti anni colleziona, sviluppa e stampa foto d’epoca in bianco e nero. Partecipa a mostre, esposizioni di foto degli anni 50, dove si possono ammirare vestiti, pettinature, mode, stili di vita. È un tuffo nel passato e a volte qualche raro visitatore si riconosce nelle foto e si rallegra col ricordo degli anni giovanili. Merlin Mario possiede anche una pregevole collezione di macchine fotografiche d’epoca, visibile su youtube digitando: camera oscura merlin mario san vito. Bissoli Sergio GIOVANNI RANA a VERONELLA Giovanni Rana commemora l’amico pittore Elido Rossi a Veronella. Anche questo anno, alla sagra del Carmine a Veronella, Giovanni Rana insieme al Sindaco e alle Autorità, presiede alla premiazione dei giovani talenti della scuola di pittura intestata a Elido Rossi. Momenti magici nella sala della biblioteca e per le vie del paese, dove Giovanni Rana visita i luoghi della sua infanzia: Corte Grande, il Castello, il fiume Fibbio... Il regista Bissoli ha filmato la cerimonia visibile su youtube. Altre opere dedicate a Veronella: Case nel tempo. Psycho women. Notturne Carezze. Sergio Bissoli PERSONAGGI LEGGENDARI NELLA BASSA VERONESE Nella Bassa leggendaria (intatta fino agli anni 60 e che adesso sta per scomparire). Nella nostra Bassa nebbiosa o assolata, monotona e imprevedibile, con i suoi fantasmi, le sue chimere, i suoi abitanti geniali e strani. Negli anni 50 e 60 ho conosciuto artisti, poeti, erboristi, meccanici, inventori. La TV di Roma che non è mai arrivata fin qui, non li ha mai pubblicizzati. Io ne ho descritto qualcuno nei miei libri e adesso posso anche fotografarli. L’Uomo-Bici lo incontro da anni sulle strade dei paesi della Bassa: Minerbe, Veronella, Bonaldo, Pressana, Cologna, San Gregorio, San Stefano... Sempre di corsa con il freddo o con la calura. Passa silenzioso e veloce percorrendo grandi distanze. Per puro caso l’ho fotografato a San Zenone in un infuocato pomeriggio di Agosto. Stava seduto fra due ruote inclinate spinte da una manovella. Chi è? Dove va? È l’Uomo-Bici, ciclista strano e instancabile che scompare dopo pochi attimi. Incontrarlo porta fortuna. Vederlo è di buon auspicio. Diventerà anche lui un personaggio leggendario da raccontare e far rivivere nella memoria. Sergio Bissoli FOTO CURIOSA Per tutti gli appassionati di moto d’epoca. Claudio Castagnini di Bovolone sulla sua Lambretta 50 c, modello Lui del 1971. Sergio Bissoli DENTRO L’OASI “la Verbena dell’Adige” Da un pomeriggio trascorso insieme con Maurizio Antoniazzi di Legnago, abbiamo ricavato un video prossimamente visibile su youtube. Inesauribile appassionato di erbe fin da bambino, Maurizio è un erborista esperto che coinvolge con la sua passione, insegna e incanta; racconta e non finisce mai di stupire. Maurizio ha realizzato il suo sogno dando vita a un’oasi sulla riva destra dell’Adige, rifugio di animaletti, scuola di botanica, di zoologia e sopratutto, scuola di Vita. Maurizio è un poeta della Natura, che ci trasmette un messaggio di salute, serenità e gioia interiore. Sergio Bissoli NELL’ATELIER DI CINZIA OLIVIERI Una pittrice dotata ed emergente è Cinzia Olivieri di San Bonifacio. Stimata ed apprezzata da Vittorio Sgarbi, che gli ha recensito 10 sue opere. Una sera di Agosto siamo stati accolti nel suo salotto dove abbiamo ammirato alcune Opere destinate al successo: Allucinazione Notturna. Fecondazione. Il Cerchio del Pensiero. Music Life. Mondo Libero. Padre Pio. Raggi di Sole. Eccetera. Il video sarà visibile prossimamente su youtube. Qualche parola sull’Artista. Cinzia fa arte contemporanea, astratto materico, pop art, figurativo surreale. Nel 1999 ha esposto a Castelvecchio VR. Al Museo Ligabue RE. Palazzo Ducale Sabbioneta. Nel 2002 al Castello di Giulietta di Montecchia. Nel 2006 a Mega Arte di Canale Italia. Nel 2006 alla Gran Guardia e Fiera dei Cavalli VR. Nel 2007 alla Libreria Gheduzzi VR. I prossimi appuntamenti saranno a Palazzo Pisani Lonigo. E probabile partecipazione come comparsa in un film. Da queste colonne auguriamo alla Pittrice un sempre maggior successo e una meritata affermazione. PERSONAGGI ECCEZIONALI NELLA BASSA Dentro il Bazar Museo di Sereno Pravato di Asigliano e Cologna Veneta Raccoglitore di oggetti antichi, di testimonianze del Passato. Antiquario, storico, appassionato; questo è Sereno Pravato. La sua bottega è un bazar museo che incanta e stupisce; è una scuola per imparare; è una galleria di Arte popolare. Fra gli oggetti esposti: la “racola” che si usava il venerdì santo; le lanterne per carrozze; la bolla scaldaletto; stampi per cuocere le focacce; mola per le falci. E poi dipinti, campanelle, acquasantiere, fiori, libri, antica macchina per cucire, motore di Topolino.... Nella bottega di Sereno si trovano mille cose. Ma sopratutto si trova uno studioso di storia locale e delle usanze del Mondo Contadino. Il video con l’intervista è su youtube. Digitare bissolis. Sergio Bissoli IN RICORDO DI DINO COLTRO Il regista Maffeo d’Arcole ha commemorato l’amico Dino Coltro. Domenica 6 Settembre nel Teatro di Cologna Veneta, esposizione di quadri dedicati al Mondo Contadino, discorso di Maffeo d’Arcole e proiezione del suo ultimo film intitolato: Il Tempo dei Tabarri. La rievocazione di quell’epoca ha commosso le persone anziane che la ricordano, e ha meravigliato i giovani che non hanno fatto in tempo a conoscerla. Sergio Bissoli FOTO CURIOSA Solitamente i pescatori esagerano, ma questa volta di esagerato c’è solo il pesce! È una carpa regina pescata da un pescatore locale in una cava della Bassa. Pesa 26 Kili e ha circa 24 anni di età ( le carpe crescono un Kilo all’anno.) Sergio Bissoli FESTA DELLA VENDEMMIA A PRESSANA Domenica 20 settembre grande Festa della Vendemmia a Pressana. Aratura del campo con trattore Landini; pigiatura dell’uva alla maniera tradizionale con belle ragazze dentro il tino; karaoke; elezione di miss Bontà, una bella ragazza senegalese; esibizioni; degustazioni e fuochi d’artificio. Il video è visibile su youtube digitando bissolis. Sergio Bissoli FOTO CURIOSA Per gli appassionati di auto d’epoca, il signor Renzo Tarocco di Cerea presenta la sua magnifica Ford A modello Torpedo del 1931. Sergio Bissoli FOTO CURIOSA 1964. Anno magico. I Beatles, l’Equipe 84, i Rokes... I ragazzi di allora andavano alle sagre in bicicletta per ascoltare le musiche di questi complessi. E pochi fortunati ci andavano su una vespa come questa. È una Vespa 5r del 1964, di proprietà dei fratelli Osvaldo e Bruno Massagrande di Cerea. Sergio Bissoli GIRL Ragazza con le lunghe ciglia, che guarda la luna, stesa sull’erba, in gonna bianca. Ragazza con le trecce che attinge l’acqua dal pozzo; o culla una bambola sotto le stelle. Ragazza che si pettina davanti allo specchio, si dà la cipria e il rossetto. Che legge la fortuna nelle carte o gioca con gli spilli, nascosta dietro alle tendine. Ragazza che chiacchiera, ma racchiude i segreti. Ragazza bella e misteriosa. Sergio Bissoli PERSONAGGI ECCEZIONALI NELLA BASSA Sassi, gusci, vetri, conchiglie, turaccioli... Da ognuno è ricavata una piccola opera d’arte. Decorati, dipinti, intagliati, da soli o riuniti in gruppo, questi materiali rappresentano qualcosa, esprimono una emozione, abbelliscono l‘ambiente e stupiscono l’osservatore. Pasqualina Rossin di Pressana realizza queste opere con cura, inventiva e grande creatività. E poi ci sono le sue poesie che hanno per tema la Natura e l’amore. In un lento pomeriggio di Ottobre, nella sua casa a Pressana, i fogli scorrono, le immagini sfilano, colorate e irreali. Un album contiene lettere di elogi da personaggi famosi: Principe Vittorio Emanuele di Savoia; presidente Regan; presidente Clinton; Papa Wojtyla; signora Thatcher e molti altri. Una vita dedicata all’arte, quella della signora Rossin e proseguita dalla figlia Luisella, cantante di meritato successo. Il video con l’intervista a Pasqualina Rossin è visibile su youtube digitando bissolis. Sergio Bissoli CARTELLI CURIOSI Cartello affisso sulla porta di in una toilette a San Sebastiano di Cologna Veneta. La scritta tenta di regolamentare il comportamento degli utenti della toilette. Funzionerà? Sergio Bissoli GRONDAIE ARTISTICHE AD ASIGLIANO VENETO Se sfogliate un libro di arte moderna, vedrete disegni enigmatici, raffigurazioni di immagini stilizzate, di stati d’animo sfuggenti e soggettivi. Se passeggiate per via Roma di Asigliano Veneto, osservate i tubi delle grondaie; troverete disegni che trasmettono un senso di bellezza e di mistero. Sono linee in bianco e nero simboliche e sorprendenti. L’Autrice è la signora Franca Santarossa, tabaccaia di Asigliano. La sua proposta è quella di decorare tutte le grondaie per trasformare il paese in un galleria di arte moderna all’aperto. Sergio Bissoli L’UOMO DEI CARRI ARMATI Poco conosciuto ma di grande interesse storico, è il Museo dei Carri Armati a San Sebastiano di Cologna veneta. Curato dall’ appassionato signor Antonio Tomba, il Museo comprende carri armati in grandezza naturale e ridotta. Al piano superiore si trova una intera collezione di oggetti militari d’epoca: gavette, boracce divise, stemmi, foto, bandiere, antichi estintori, bengala, elmi di tutte le nazioni, eccetera. L’impressione che si ricava è di forte impatto visivo. L’ambiente è saturo di ricordi che trasmettono emozionanti rievocazioni. Il Museo comprende anche una sezione dedicata alla Civiltà Contadina con filatura della canapa e altri lavori oggi dimenticati. Il video è visibile su Youtube digitando bissolis. Nella foto Antonio Tomba. Sergio Bissoli LE BRUTTURE DELLA LINGUA ITALIANA Parliamo qui del problema degli omonimi, argomento trattato con insufficienza dalle grammatiche. Porta una mela. Apri la porta Secondo me. Questo è il secondo arrivato Bevo il latte. Le latte del fabbro. Aspetto il treno. Luigi ha un bell’aspetto. Faccia un bel lavoro. La sua faccia è piena di rughe. Un bicchiere anche per me. Le anche di Luisa sono splendide. Sei intelligente. Sei è il mio numero preferito. Luigi sale le scale. Ho comprato il sale. Anna era una bella ragazza. L’era preistorica è lontana. Nei cinema c’è buio. Maria ha dei nei sul corpo. Compro dei sigari. L’uomo ama gli Dei. Elena è partita. I bianchi hanno vinto la partita. Sette sono le candele ebraiche. Le sette del cristianesimo sono molte. Ho dato l’elemosina. Un dato statistico. Ho l’ordine di partire. In ordine alfabetico. Le vite degli scrittori. Questa vite dà uva nera. Qui serve una vite di ottone. Bisogna amare le donne. Queste ciliege sono amare. Facciamo i conti delle spese. I conti abitano nel castello. Elena mente. La mente di uno scienziato. Disegnate dei cerchi. Se cerchi funghi vai nel bosco. Luigi sale le scale. Il sale è amaro. Mi danno un premio. Arturo ha causato un danno grave. Le lenti degli occhiali. Quei bambini sono lenti. Mario è un capo di partito. Ho male al capo. Capi di partito. Capi di abbigliamento. Posseggo diversi libri. Quei fratelli sono molto diversi. Elena mi è grata per il dono. La grata della cella. Seguo le peste delle capre. La peste è una malattia terribile. Maria è stufa di cucire. Mi scaldo vicino alla stufa. Voi fate il vostro dovere. I bambini credono nelle fate. Un folle è scappato dal manicomio. Il motore è in folle. Il cancello non si apre. Io cancello questi disegni. Giovanni ha successo con le donne. Ieri è successo un incidente. L’eroina è una droga. Questa donna è una eroina. Volta pagina e prosegui. La volta della sala è affrescata. Feci in tempo a partire. Luigi deve fare l’esame delle feci. Questa pietra è dura. Una candela accesa dura poco. Una torta divisa in due parti. I parti cesarei all’ospedale sono molti. Le tessere del cineforum sono scadute. Per tessere la lana ci vuole il telaio. Il fuso orario. Metallo fuso. Un chiodo storto e uno diritto. Ho diritto di parlare. Gianni mi chiese un favore. Le chiese di quella città sono antiche. Dopo aver ascoltato la barzelletta, ridiamo tutti insieme. Ridiamo speranza agli ammalati. Sono stato al mercato. Lo stato protegge i cittadini. I bianchi perdono la partita a scacchi. Io perdono chi mi ha offeso. Le pecore sono buone e miti. I miti degli antichi greci. Amo passeggiare nel parco. Carlo è parco nel mangiare. Arrivo subito. Luigi ha subito una perdita di denaro. Mangio fichi secchi. I secchi sono pieni di acqua. Ho letto un bel romanzo. Dormo in un letto duro. Tante teste, tanti pareri. Il teste è interrogato dal giudice. Questa è la fine del libro. Il fine del lavoro è il guadagno. C’è nebbia fitta e non vedo niente. Ho una fitta (dolore) al ventre. Ho bucato una ruota. La mamma sta facendo il bucato. Sono stato in villeggiatura. Lo stato fa le leggi. Queste stoffe sono troppo scure. Ha ammazzato il vicino con la scure. Accetta questo modesto dono. Il boscaiolo taglia la legna con l’accetta. Il bambino vuole ancora marmellata. La nave cala l’ancora. Alla roulette è uscito il numero venti. I venti dal nord sono molto freddi. C’è un fiume al termine della regione. In questa frase c’è un termine arcaico. Il bambino prende le botte. Il vinaio riempie la botte. Queste coperte sono leggere. Amo leggere le poesie. Ho vinto al lotto. Un lotto di terreno in vendita. Ho la tessera del partito. Giovanni è partito ieri. Il prete dice messa. Se la chiave l’hai messa qui, qualcuno può averla presa. Le messe per i defunti. La messe dei cereali è stata abbondante. Dove hai messe le forbici? Dobbiamo porci un rimedio. I porci sono scappati dalla stalla. Quei ragazzi non pagano i debiti. Un pagano è seguace della vecchia religione. I cancelli sono aperti. Per favore, cancelli questo numero. La barca fa rotta verso ovest. Questa bambola è rotta. C’è un saggio di musica al teatro. Quel filosofo è un saggio. Se fosse possibile ringiovanire. Le fosse dei caduti in guerra. Una diligenza trainata da cavalli. Lucia fa i compiti con diligenza. Fate il vostro gioco signori. I bambini credono alle fate. Si sbrighi, faccia presto. La sua faccia non mi piace. Siamo soli in questa spiaggia. Una esplosione potente come mille soli. Un negozio di caccia e pesca. Questa pesca è ancora cruda. Bisogna fare piano per non svegliare i bambini. Giulia suona il piano. Ho dato un bacino alla fidanzata. Le ossa del bacino. Carla ha detto una bugia. Metti la candela nella bugia. Due principi inglesi. Un uomo di saldi principi. Al principio ero molto povero. Non parlo mai con sconosciuti, per principio. C’erano lunghe tende bianche. Il bandito tende un agguato al passante Io abito a Roma. Luigi indossa un abito nuovo. Sandra è fiera di suo marito. Ho comprato un computer alla fiera. Il salumiere taglia il salame. Questo vestito è di taglia troppo grande Se fossi più giovane partirei. Il contadino scava i fossi. I temi di inglese sono facili. Se temi il freddo non andare in montagna. L’epidemia di peste che colpì l’Europa. Il ladro ha lasciatole peste sul terreno. I becchini misero la bara nel loculo. Ho avuto un misero compenso. Un mostro terrorizza la città di notte. Adesso ti mostro la mia collezione di farfalle. Elena saliva il ripido sentiero. Il dentista asciuga la saliva nella bocca del paziente. Una muta di cani correva per la campagna. Quella donna è muta. Tutta muta con le stagioni. Questa è la verità, io non mento. Mi sono fatto un taglietto sul mento. Sono stato a Venezia pure io. Quelle ragazze sono caste e pure. Sette sono le note musicali. Le conseguenze dell’errore sono note a tutti. La corte del duca era addobbata a festa .Elena ha le unghie corte. Quella ragazza ha una voce adatta per il canto. Ieri ho buttato in un canto tutta la roba vecchia. Gli atleti sono protesi verso la vittoria. Il dentista fa le protesi dentali. Questa è una vettura a 6 marce. Ho buttato via le mele marce. Il verso del poeta è lirico e sentimentale. La carovana va verso occidente. Mario ha un modo artificioso e affettato di corteggiare le ragazze. Compro un etto di salame affettato. Dopo un lungo percorso siamo giunti all’albergo. I giunti del termosifone sono arrugginiti. Mario ha gran rispetto per i suoi superiori. Oggi c’è più ricchezza rispetto al passato, ma meno gioia. La cassa è chiusa con lunghe viti di ferro. È arrivato il tempo di tagliare i tralci alle viti. Errare è umano. Tutta la vita è un lungo errare verso la morte. Certi uomini non capiscono le donne. Adesso siamo certi della vittoria. Ridiamo per questa farsa stupida e insensata. Ridiamo dignità ai lavori umili di una volta. Gli impiegati vengono pagati ogni sabato. Quell’uomo crede negli Dei: è un pagano. Una collezione di soldatini di stagno. Pesco nello stagno delle anitre. una muta di cani. Una donna muta. Anche le donne vanno in automobile. Le anche delle donne sono più larghe. Un perito meccanico è perito nell’incidente. Due mesi fa feci le feci da analizzare. Secondo me Carlo arriverà al secondo posto. La marea saliva e l’assetato non aveva più saliva in bocca. In lente giravolte il bacillo si muoveva sotto la lente d’ingrandimento. Luigi chiese a un passante la strada che portava alle due chiese. Tu vai via, mentre io vado da Elena in via Mazzini. Una visita al MUSEO Casa Contadina di Adriana Caliari Concamarise Verona La signora Adriana Caliari racconta: ho dedicato la vita a raccogliere. Ho sempre amato la mia terra; ho imparato ad amare la sua gente, usi, costumi e tradizioni. Per molto tempo, con l’aiuto di amici, ho raccolto gli oggetti che mettevo negli scatoloni. Un lavoro lungo, durato 40 anni. E’ stato come comporre un grande arazzo. Alla fine tutti questi oggetti dimenticati hanno trovato i legami fra loro e perciò si è ricreato l’ambiente, si è ricreata l’epoca e il sapore di quei giorni lontani. Arrivata a questo punto ho trovato giusto condividere, esporre ed è nato il Museo. Qui rivive e si ritrova tutto il nostro passato, cioè la Civiltà Contadina. Qui rivivono le attività ora scomparse, ma che sono durate millenni, al ritmo delle stagioni. Ogni oggetto dentro al museo si valorizza perché è inserito nel suo ambiente familiare e così si comprende a cosa serviva e come veniva adoperato. Una visita al museo Casa Contadina è un viaggio nel tempo, emozionante, spettacolare. Il museo è aperto al pubblico su appuntamento. Qui i ragazzi imparano a conoscere la differenza fra la vita di oggi e quella di 50 anni fa. Inoltre comprendiamo che i nostri nonni con poco hanno costruito molto e ci hanno dato basi e insegnamenti tutt’ora validi. Visibile su youtube: bissolis Nella foto Adriana Caliari 340 28 29 626 Sergio Bissoli 2222222222222222222222222222222222 Una visita al MUSEO Casa Contadina di Adriana Caliari a Concamarise Verona Sergio Bissoli In un piovoso pomeriggio di Febbraio la signora Adriana ci accoglie nel lungo edificio che costituisce il Museo. “Buongiorno. Benvenuti nel museo Casa Contadina. Qui ci troviamo nell’entrata: due seggiole in vimini, un tavolino che serviva quando c’era un defunto in casa e gli amici venivano a dire le preghiere o a fare le condoglianze ai parenti. Qui siamo nella cucina; la stanza più usata; cucina con secchiaio. Abbiamo il camino, la parte principale; successivamente il camino è stato sostituito dalle stufe a legna che servivano anche per cuocere i cibi; e per ultimo è arrivato il fornello. Ci sono pentole e pentoloni; utensili in legno della cucina, mestoli, cucchiai; le tafferie panare per la polenta; i matterelli per le lasagnette (le fettuccine), la sessola per il riso, il batticarne. Questo cucchiaio serve per raccogliere la camomilla; questo piatto in legno è la piadena e serve per mondare il riso; lassù ci sono le varie moka per il caffè. Ecco qui vediamo l’antico frigorifero, la moscaiola: a questi ganci attaccavano la carne che veniva calata giù nel pozzo. Questa è una moscaiola per i ricchi, con molti ganci. Quella dei poveri aveva un gancio solo e lì attaccavano un pezzetto di carne da tenere al fresco, dentro il pozzo. Qui abbiamo i vari vasi in vetro per mettervi i peperoni che dovevano durare per tutta l’annata. I nostri nonni, nella loro povertà, erano dignitosi e avevano una stanzetta per accogliere gli ospiti, il tinello; la stanza era dotata di un pigliamosche in vetro, in modo da poter stare tranquilli e chiacchierare in santa pace. Ci sono tutti i bicchierini per offrire il rosolio, la crema marsala e in questo modo facevano onore all’ospite con questi doni. Ogni pezzo che mi è stato donato ha un cartellino con il nome del donatore. Se manca, significa che sono cose mie o che ho comprato per completare il museo. Entriamo nella camera da letto; la camera da letto degli sposi e dei bambini. Qui c’è la culla, dove mettevano il neonato. La signora si sta scaldando i piedi perché c’è freddo, manca il riscaldamento. D’inverno la stanza è gelida e sui vetri si disegnano arabeschi fantasiosi; sono prodotti da vapore acqueo ghiacciato. Il letto veniva scaldato col trabiccolo: un telaio in legno contenente un braciere in terracotta o ferro. Nell’angolo abbiamo il lavandino costituito da portacatino, catino e brocca con la riserva di acqua. Qui abbiamo gli indumenti di una volta: la bustina, i mutandoni, il vestito da sposa, un vestito da festa, il velo per la prima comunione. Una volta non c’era il cappotto: gli uomini indossavano il tabarro e le donne si coprivano con gli scialli, leggeri d’estate e pesanti in inverno. Gli asciugamani e la biancheria era tutta ricamata a mano. Le nostre nonne sapevano cucire, ricamare e confezionavano vestiti, maglie, maglioni, tutti fatti in casa. Questa invece è una delle prime macchine per fare le maglie. Mentre questa serviva per fare le calze. Le prime macchine da cucire erano da tavolo, si appoggiavano sul tavolo e funzionavano con la manovella. Il guindolo serviva per svolgere la matassa di lana in modo poi da poter fare il gomitolo. Sopra vediamo i ferri da stiro: a brace, la ferretta da scaldare sul fuoco. Le matasse di cotone, (bombaso) aghi, aghetti, aghini, spilli, che servivano per ricamare, perché le nostre nonne ricamavano tutto il loro corredo: lenzuola, camice, mutandoni, tutto insomma. I nostri nonni erano religiosi si recavano sempre in chiesa. E questo è l’angolo dedicato alla chiesa. Paramenti sacri, immagini sacre, tutte le medagliette ricordo; quando facevano una gita si recavano sempre alla Madonna della Corona, a Monte Berico, visitavano qualche santuario importante e come ricordino portavano a casa una medaglietta. Qui c’è la lavanderia. Il bucato di una volta era ben diverso da adesso. Il detersivo era la cenere. Si faceva il bucato grosso delle lenzuola, delle camice una o due volte all’anno. Si buttava tutto qua dentro la tinozza si copriva col telo bianco il colaoro, si metteva la cenere e poi si buttava sopra l’acqua bollente. Il bucato veniva candido, candido. Qui siamo nel portico. Sopra abbiamo tutte le ceste fatte a mano con i rametti di salice i stropei. Là abbiamo anche un rullo girante per pelare i stropei. Qui abbiamo tutti gli arnesi che servivano per riparare gli attrezzi agricoli durante l’inverno, quando c’era brutto tempo. Qui abbiamo il carro, un ventilatore per la pula, le varie carriole con le ruote di vario tipo: la più antica in legno, poi in ferro e infine in gomma. Un particolare riguardo ai nostri caduti che ci hanno lasciato una patria libera. In questa stanza troviamo Coperte di prigionieri, una valigia in legno della prima guerra mondiale, zaini, secchi, elmetti e un paracadute. Siamo arrivati adesso al pollaio o gallinara. Guardate le gabbie, le varie stie, la zucca che serviva alle nostre nonne per portare i pulcini al mercato, dentro una zucca. Poi la corghina (cestino con coperchio) il corgo (una stia rotonda in vimini) e le varie gabbie. La bicicletta del pollivendolo col porta pacchi anteriore e dietro la cassetta. La cantina. Le viti; tutti i nostri contadini coltivavano l’orto, con le viti. Avevano poche viti; in settembre raccoglievano l’uva, la portavano nella loro cantina, la pigiavano, poi tenevano il mosto nelle botti; alla fine spillavano il vino. Lo mettevano nelle damigiane e nei bottiglioni. In cantina si andava volentieri a fare un giretto, perché dalla cantina si usciva allegri. Questi sono i secchi per il latte, i bidoni per i latte con il carrettino. Attrezzi per i cavalli. Queste sono le scarpe di una volta le sgiavare o scalmare. Queste qui invece sono un paio di scarpe particolare: i cassoni in legno. Servivano quando il contadino andava a cavare il fosso. Molto larghe, dentro le riempiva di paglia così non si bagnava i piedi. Qui abbiamo un banco di scuola in legno, con il calamaio in vetro che veniva riempito di inchiostro dal bidello. Questo è un vecchio passeggino per bambini piccoli. Il bambino si infilava dentro il buco di una tavola che scorreva nella guida di un contenitore lungo due metri. Il bambino poteva andare avanti e indietro in quello spazio; purtroppo a volte ai lati si schiacciavano le dita contro le pareti in legno. Qui ci sono i giochi di una volta: la trottola, lo s-cianco, la fionda, il cerchio il cavallo a dondolo. Il camino d’estate non si usava e allora davanti mettevano un telo sorretto da un telaio, per nascondere la cavità annerita dal fumo. Questo telo è stato ricamato a mano 72 anni fa, mi ha detto una signora, che a quel tempo era bimbetta. In cucina per far luce c’era un lume a olio o una candela. Per non consumarla, si infilava un chicco di ricino su un bastoncino e si accendeva; questo faceva luce per salire le scale e andare a letto. Questa gabbia è una pesa bilancia per pesare gli animali. Si apre lo sportello, l’animale va dentro, si chiude e poi si pesa. Qui ci sono anche i vari pesi. Qui c’è lo un ceppo dove costruivano i paioli o le ramine. Su questa asta mettevano il rame e lo battevano col martello. Battevano in continuazione e giravano il rame finché ottenevano il paiolo. Qui abbiamo le cartucce confezionate in casa dai nostri nonni e usate per la caccia. Qui un aratro leggero; un macchina per fare i solchi dove veniva piantato il tabacco. Gli orinatoi, da nascondere sotto il letto; la comoda, sedia gabinetto per i signori, mentre gli altri usavano il casottino fuori, sul bordo della concimaia.” La signora Adriana Caliari continua a raccontare: “Ho dedicato la vita a raccogliere. Ho sempre amato la mia terra; ho imparato ad amare la sua gente, usi, costumi e tradizioni. Per molto tempo, con l’aiuto di amici, ho raccolto gli oggetti che mettevo negli scatoloni. Un lavoro lungo, durato 40 anni. E’ stato come comporre un grande arazzo. Alla fine tutti questi oggetti dimenticati hanno trovato i legami fra loro e perciò si è ricreato l’ambiente, si è ricreata l’epoca e il sapore di quei giorni lontani. Arrivata a questo punto ho trovato giusto condividere, esporre ed è nato il Museo. Qui rivive e si ritrova tutto il nostro passato, cioè la Civiltà Contadina. Qui rivivono le attività ora scomparse, ma che sono durate millenni, al ritmo delle stagioni. Ogni oggetto dentro al museo si valorizza perché è inserito nel suo ambiente familiare e così si comprende a cosa serviva e come veniva adoperato. Una visita al museo Casa Contadina è un viaggio nel tempo, emozionante, spettacolare. Il museo è aperto al pubblico su appuntamento. Qui i ragazzi imparano a conoscere la differenza fra la vita di oggi e quella di 50 anni fa. Inoltre comprendiamo che i nostri nonni con poco hanno costruito molto e ci hanno dato basi e insegnamenti tutt’ora validi.” Per saperne di più Adriana Caliari 340 28 29 626 Visibile su youtube: bissolis Sergio Bissoli RACCONTI MISTERY Editore MJM 63 storie misteriose della civiltà contadina. CEREANI ILLUSTRI Ogni paese ricorda i suoi figli più importanti (uomini e donne) che hanno dato e lasciato qualcosa nel luogo dove hanno trascorso la vita. A volte i posteri dedicano loro un monumento, una targa o una via. Altre volte no. Ecco alcuni nomi che meriterebbero di essere ricordati: SANDRINA EGIDIA PERONI poetessa e pittrice GIUSEPPE PAVAN San Vito, pittore LUIGI POLETTO meccanico geniale. Ha costruito da solo un elicottero. Il padre ROSSENE era meccanico di Tazio Nuvolari. SALVINO COREZZOLA pittore ZUCCCOLO MARIA PIA pittrice. GINO RIGATELLI astronomo PAOLO MANARA pittore BISSOLI FRANCESCO meccanico di precisione, orologiaio. Bissoli Sergio UOMO STATUA Immobile come un monumento. Ma non sempre... È una statua di pietra, un busto di marmo senza pensieri né emozioni ed è così perfetto che sembra un uomo vero. Poi un passante lascia cadere una moneta nel piattino e come per miracolo la statua si anima. La statua si china, sorride, allunga la mano e poi ritorna nella sua posizione statica, immobile e immutabile. L’Uomo Statua è presente alla Fiera di Lonigo. Si chiama Gualtiero Bassanese ed è di Montecchia maggiore. Questo signore è un artista che ha realizzato su sé stesso la sua opera d’arte, bizzarra e sorprendente. Sergio Bissoli UNA CANZONE DEDICATA A VERONA di Sergio Bissoli Anno 1957. La signorina Sandrina Egidia Peroni (1912 2004) gestisce l’omonima osteria in Via Paride a Cerea. Sandrina è poetessa e pittrice per hobby; è dotata di spiccato senso estetico e nelle ore libere scrive le parole per 8 canzoni: La Campanella del Mattino, che viene cantata in chiesa; e fra le altre VERONESINA, dedicata a Verona. In quel periodo il maestro di musica Renzo Bertù apprezza il testo e decide di musicarlo. Scrive la musica, un walzer, prima di partire in tournee in Germania. Il disco all’inizio viene inciso amatorialmente nel laboratorio del tecnico Gelmino Bissoli di Cerea. Successivamente, Sandrina con testo e spartito musicale si mette alla ricerca di una casa discografica per una produzione professionale. Dopo molte difficoltà (comuni a tutti gli aspiranti scrittori, cantanti) approda alla Casa Discografica RIALTO di Verona, gestita da due fratelli da poco tornati dall’Argentina. La Rialto mette a disposizione sala di registrazione, orchestra Nando Moretti e il suo Complesso e la cantante Lidia Lydi. Il disco viene stampato in 500 esemplari. Sandrina deve affrontare adesso l’altro grosso compito: la promozione e la distribuzione. Nel 1960 in via XXV Aprile apre un negozio di dischi, poi trasferito in fondo alla via. La musica è piacevole, le parole sono poetiche e il disco ha un buon successo. Viene suonato alla sagra in Prato della Fiera a Cerea e qualche anno dopo viene venduto anche a Bologna. Per ascoltarlo adesso, entrate in youtube, canale bissolis e cercate Veronesina Bertù Peroni. Nelle foto: Renzo Bertù Sandrina Egidia Peroni LA DOTE DELLA NONNA Il passato rivive negli indumenti di una volta Durante una passeggiata lungo il fiume Adige è nata l’idea di allestire una mostra di vestiti di una volta. L’assessore alla cultura Rosetta Salmaso di Cerea ha interpellato le sorelle Giuseppina e Carla Ambrosi che gentilmente hanno acconsentito di mettere a disposizione il materiale della loro collezione privata. La collezione proviene dai cassettoni dei bisnonni scomparsi 35 anni fa. La signora Ambrosi commenta: “C’erano tante cose antiche che abbiamo voluto conservare per le generazioni future, come testimonianza di un’epoca.” La collezione comprende vecchi indumenti femminili: camiciole, lenzuola, copri letti, guanti, biancheria intima, tovaglie, giocattoli del 1800 e primi 900. La ragazza del passato fin da bambina, con il telaio e filo di canapa, tesseva e confezionava i capi di vestiario che avrebbe portato in dote il giorno del matrimonio. La mostra è allestita al palazzo Bresciani di Cerea sabato 2 Ottobre fino a martedì 5, in concomitanza con la mostra dell’Aeronautica. Sergio Bissoli VENETO SENZA VELI (titolo provvisorio) Foto artistiche di Nudi Femminili nel Paesaggio Veneto Presentazione di Sergio Bissoli Censurato, sequestrato, demonizzato da preti, censori, bigotti. Esaltato, celebrato, divinizzato da poeti e artisti. Di che cosa stiamo parlando? Del Nudo, naturalmente, del meraviglioso Nudo Femminile. In questa epoca di parità sessuale e di moda unisex, la donna corre il pericolo di perdere la cosa più preziosa che possiede: la sua femminilità. Quell’insieme di caratteristiche (pregi o difetti, dipende dai punti di vista) che la classificano donna: l’incostanza, la volubilità, l’indecisione, la grazia, la ritrosia, la sensibilità, la bellezza. Questo libro è un invito a riscoprire la donna. Nel medioevo condannata come strega, giudicata inferiore e tentatrice. I Padri della Chiesa si chiedevano se la donna avesse un’anima. Per Tertulliano la donna è la porta del diavolo. Per Tommaso d’Aquino la donna è un essere meschino. Per Clemente Alessandrino la donna reca vergogna al solo pensare di esistere. Per San Agostino bisogna fuggire il talamo coniugale. Nei tempi moderni si cade nell’errore opposto. Si tenta di maschilizzare le donne, di renderle uguali agli uomini. E molte donne cadono nell’errore di emulare il maschio, nel lavoro, nella moda, nella società, nella vita. Ma la donna rimane unica e meravigliosa. E’ il lato notturno della Natura. E’ il cielo stellato; è la luna e l’acqua; il segreto e il mistero; la vita e la morte. Questa galleria di nudi femminili non è segregata dentro artificiosi studi fotografici. Qui le donne sono rappresentate in mezzo alla Natura. Qui la donna è regina, Dea. Le immagini ricordano le antiche religioni agricole e matriarcali, quando la terra era considerata la femmina da fecondare. C’era quiete e ritmi stagionali;c’era venerazione per la Natura produttrice di alimenti, vita e piacere. Questa pacifica religione è stata annientata dalla religione patriarcale, fatta di un dio maschio guerriero, imposto da nomadi predatori. Queste brevi considerazioni riassumono secoli di storia umana obbrobriosa. E allora, benvenuti i libri come questo. Un grazie all’editore, al fotografo e alle modelle che si sono dedicate a una operazione artistica e culturale. Togliamo i veli, togliamo le maschere imposte dalla società e ammiriamo l’unica cosa preziosa nella vita: la Bellezza, in tutto il suo multiforme splendore. Sergio Bissoli LA ROSA SEXY CATALOGO DELLE EDIZIONI POPOLARI AMOROSE SEXY GALANTI IN ITALIA DAL 1950 AL 1980 di Sergio Bissoli Censurato, sequestrato, demonizzato da preti, censori, bigotti. Esaltato, celebrato, divinizzato da poeti e artisti. Di che cosa stiamo parlando? Del Nudo, naturalmente, del meraviglioso Nudo Femminile. In questa epoca di parità sessuale e di moda unisex, la donna corre il pericolo di perdere la cosa più preziosa che possiede: la sua femminilità. Quell’insieme di caratteristiche (pregi o difetti, dipende dai punti di vista) che la classificano donna: l’incostanza, la volubilità, l’indecisione, la grazia, la ritrosia, la sensibilità, la bellezza. Questo libro è un invito a riscoprire la donna. Nel medioevo condannata come strega, giudicata inferiore e tentatrice. I Padri della Chiesa si chiedevano se la donna avesse un’anima. Per Tertulliano la donna è la porta del diavolo. Per Tommaso d’Aquino la donna è un essere meschino. Per Clemente Alessandrino la donna reca vergogna al solo pensare di esistere. Per San Agostino bisogna fuggire il talamo coniugale. Nei tempi moderni si cade nell’errore opposto. Si tenta di maschilizzare le donne, di renderle uguali agli uomini. E molte donne cadono nell’errore di emulare il maschio, nel lavoro, nella moda, nella società, nella vita. Ma la donna rimane unica e meravigliosa. E’ il lato notturno della Natura. E’ il cielo stellato; è la luna e l’acqua; il segreto e il mistero; la vita e la morte. Questa galleria di nudi femminili non è segregata dentro artificiosi studi fotografici. Qui le donne sono rappresentate in mezzo alla Natura. Qui la donna è regina, Dea. Le immagini ricordano le antiche religioni agricole e matriarcali, quando la terra era considerata la femmina da fecondare. C’era quiete e ritmi stagionali;c’era venerazione per la Natura produttrice di alimenti, vita e piacere. Questa pacifica religione è stata annientata dalla religione patriarcale, fatta di un dio maschio guerriero, imposto da nomadi predatori. Queste brevi considerazioni riassumono secoli di storia umana obbrobriosa. E allora, benvenuti i libri come questo. Un grazie all’editore, al fotografo e alle modelle che si sono dedicate a una operazione artistica e culturale. Togliamo i veli, togliamo le maschere imposte dalla società e ammiriamo l’unica cosa preziosa nella vita: la Bellezza, in tutto il suo multiforme splendore. Dal 1950 fino al 1980 in Italia esisteva una censura molto forte e c’era il peso opprimente della chiesa sessuofobia con i suoi divieti e condanne. Moltissimi libri, film, settimanali, foto e altre opere d’arte vennero demonizzate, distrutte o cancellate dalla memoria. Nonostante ciò, negli anni 60 nacquero i blue jeans, gli urlatori, il twist, i Beatles, le ragazzine ye ye, le minigonne, le camice a fiori, gli hippies, i complessi musicali, i ciclomotori 49cc, le riviste per uomini e i tascabili dell’amore . Durante questo periodo fiorirono le edizioni popolari sexy. Le edicole si riempirono di libretti con copertine attraenti, dove donnine semi spogliate promettevano un contenuto erotico spesso inesistente. Infatti, il testo non era mai esplicitamente erotico, ma allusivo, soft. C’erano romanzi rosa, gialli, saggi medici, storie di costumi, usanze di paesi esotici, biografie, fanta erotismo, riduzioni di opere erotiche di autori famosi, eccetera. I testi erano vari, a volte ottimi, a volte mediocri, ma le copertine erano quasi sempre dei capolavori da conservare e ammirare. Adesso sono giudicate caste queste copertine, ma negli anni ’50 e ’60 davano scandalo, spesso venivano sequestrate e i ragazzi si masturbavano davanti a questi disegni. Il disegno di copertina indica chiaramente l’epoca a cui appartiene. Negli anni ’50 le donne (disegnate o fotografate) indossano un costume a un pezzo che va dal petto fino alle gambe; oppure un grosso bikini con largo reggiseno e grandi mutandoni. Negli anni ’60 il bikini diventa sempre più minuscolo e ridotto. Nelle copertine degli anni ‘70 si intravede il seno nudo. Negli anni ’80 si intravede il pube. Questi libri sono stati sottovalutati per decenni da studiosi, insegnanti e biblioteche. Solamente i collezionisti e i bibliofili li hanno salvati dall’oblio e adesso li possiamo ammirare anche noi. Immaginiamo il percorso di uno di questi libretti. Immaginiamo una fumosa stazione ferroviaria con lo sferragliare del treno, fra il vapore della caldaia. Fioche lampadine rischiarano le copertine colorate dei libretti, esposti dietro i vetri di un’edicola. È una sera fredda e buia. Un viaggiatore attirato da una copertina acquista un libretto per 150 lire. Poi sale sul treno, si accomoda sui sedili di legno e sfoglia il libretto che promette momenti deliziosi.... Sono passati 50 anni. il libretto è finito su uno scaffale, poi dentro uno scatolone in cantina o in soffitta. Poi è finito sulle bancarelle dei libri usati, è passato nelle mani di altri lettori ed è arrivato fino a noi. Per ogni romanzetto popolare salvato, oltre cento sono andati distrutti, al macero, nelle immondizie o stracciati. Ci sono dei tesori e dei capolavori nascosti in questi libretti, spesso scollati e sciupati. L’elenco che segue è incompleto, ma purtroppo non ne esistono altri. Spero che questo mio scritto sia uno stimolo per futuri ricercatori. La Cultura non è in mano a professori, scuole o biblioteche; la Cultura è in mano a bibliofili e collezionisti. Esiste il catalogo della fantascienza, dei gialli, dell’horror, dell’erotismo classico. Manca il catalogo delle edizioni popolari che apparvero in Italia dal 1950 fino al 1980. Un amico libraio mi diceva che è più facile trovare un libro del 1800 che una edizione popolare del 1960! Così ho deciso di colmare un po’ questa lacuna attingendo alla mia collezione privata. È impossibile fare l’elenco completo delle case editrici. Alcune cambiavano nome Astoria Astorina. Oppure chiudevano dopo 4 numeri. Impossibile risalire all’identità degli autori; molti usavano lo pseudonimo e non sempre lo stesso. A volte è impossibile stabilire il luogo di stampa; Lugano, Copenhagen... Infine è impossibile stabilire quanti numeri di una collana sono stati pubblicati; alcune volte la numerazione comprende i numeri bis, o le ristampe, o i numeri doppi o tripli ricavati mettendo insieme le rese. L’amore è una esperienza molto importante nella vita di ogni persona. Le storie d’amore sono simili ma molto diverse fra loro. La letteratura si è occupata di queste storie descrivendole in modo più o meno vero, a volte esagerando, distorcendo, ma sempre con un fondo di realtà e di originalità. I temi trattati sono: l’innamoramento, la psicologia amorosa, le malattie, il matrimonio, i figli, i problemi di coppia; descritti come narrativa o saggistica. Il risultato di queste fatiche sono migliaia di libretti usciti dal 1950 al 1970 e destinati alle persone comuni. In quegli anni la censura era ferrea ed escludeva tutto quanto si riferiva ai fatti amorosi o sessuali. Il decennio 1950-60 è stato un periodo di grande oscurantismo. Radio, TV, scuola, giornali, libri non parlavano mai di questi argomenti considerati tabù. La censura ferrea escludeva tutta questa materia. Alla radio esisteva perfino un elenco di parole da non pronunciare: seno, mestruazioni, partorire, eccetera. La censura arrivava fin nei libri di biologia dei licei: il capitolo Riproduzione parlava solamente del moscerino dell’aceto. Così proprio negli anni ’50 e ‘60 nacquero e si diffusero le edizioni popolari sexy. Spesso denunciate, sequestrate e condannate dalla cultura ufficiale avevano il merito di dare un po’ di ciò che la gente aveva bisogno. Dopo il 1970 e più ancora nel 1980 arrivò la libertà sessuale. Perciò questi libretti non avevano più lo scopo di esistere. Tutte queste case editrici chiusero, le loro pubblicazioni sparirono dalle edicole. Le biblioteche non hanno conservato queste pubblicazioni, ritenute minori e adesso, dopo il 2000 se ne è perso anche il ricordo. È così un piacere grande rivederle, scoprirle o riscoprirle nella collezione di qualche appassionato. Questi libri ci insegnano qualcosa con le loro ingenue malizie, con il sapore di proibito che adesso fa sorridere e che suscita incredulità e stupore. Quella di oggi è una umanità più matura che guarda con nostalgia i peccati della propria passata giovinezza. ELENCO INCOMPLETO DELLE EDIZIONI Zibetti editrice Capitol editore De vecchi Poker d’assi I giaguari I libri della donna di cuori Dell’albero Lucciole Grandi narratori Attualità edizioni Zoom Malpiero La Pianta Stelle RASOI ELETTRICI DA COLLEZIONE Provengo da una famiglia di artigiani. Mio nonno Francesco era orologiaio. Mio padre Gelmino radiotecnico. I suoi tre fratelli Amelio e Mario orologiai; Gino radiotecnico. Io sono entrato nella bottega di mio padre nel 1958; avevo 11 anni. Papà mi ha insegnato a riparare ferri da stiro, rasoi elettrici, aspirapolveri, phon e altri elettrodomestici. Un operaio assomiglia a una macchina che esegue sempre le stesse operazioni. Il lavoro di un artigiano invece è molto più avventuroso. Quando un artigiano fa qualcosa non sa cosa lo aspetta. Un artigiano è esploratore quando ricerca il guasto. Operaio quando smonta le parti. Artista quando cerca la soluzione. Inventore quando risolve il problema. Ogni artigiano possiede grande creatività; ha molte risorse e ha bisogno di grande esperienza. Successivamente nel corso della vita ho fatto tanti altri lavori, ma i rasoi elettrici mi sono rimasti nel cuore. Nel 1985 ho incominciato a collezionare rasoi. Li compravo ai mercatini, li ripulivo, li riparavo e poi mi radevo la barba, prima di deporli nella cassettiera. È stupefacente quanti modelli hanno costruito, tanto differenti fra loro. PHILPS Una lunga serie di modelli costruiti in Olanda o Francia. Il primo modello è bianco a guscio curvo, con una testa radente. Segue un modello bianco con due teste. Poi bianco celeste. Poi bianco celeste a guscio spigoloso. A 2 teste oscillanti bicolore bianco blu o bianco marrone. Con 3 teste, grigio, nero, bicolore, rosso. Con taglia basette. Un modello a velo e uno a batterie. DATI TECNICI. Motore elettrico formato da statore, spazzole e rotore a 3 poli. Spina contenente resistenza per ridurre la tensione a 125; filo dritto, non separabile dal rasoio. Nei modelli successivi rotore a 6 poli; cambio tensione incorporato nel rasoio; filo a spirale estraibile; taglia basette. La velocità del rotore viene ridotta per mezzo di ingranaggi. Questi fanno girare i coltelli sotto una testina in acciaio con fessure. REMINGTON la serie incomincia con un modello grigio orizzontale. Segue un modello bianco verticale panciuto. Poi verticale, bianco, squadrato. Verticale nero spigoloso. Per la rasatura hanno un pettine che scorrevole sotto una griglia. DATI TECNICI Lo statore è formato da un avvolgimento di filo su ferro lamellare per provocare l’elettrocalamita. Il rotore è una farfalla di ferro. L’elettrocalamita fa girare il rotore di mezzo giro. Adesso il rotore apre due contatti che interrompono la corrente. L’elettrocalamita cessa; il rotore supera per inerzia. il punto morto, richiude i contatti e l’elettrocalamita lo attira per un altro mezzo giro. Questo moto rotatorio per mezzo di un eccentrico fa oscillare due lame sotto 2 griglie. All’accensione, se i contatti sono chiusi, il motore parte subito. Se i contatti sono aperti, una rotella esterna permette di chiuderli e far partire il motore. SUNBEAM significa raggio di Sole. Tutti verticali, colori nero, cenere, vinaccia. A uno poi a 2 veli di rasatura. DATI TECNICI Motore elettrico composto di statore, rotore, spazzole. Un eccentrico con biella muove le lame con movimento pendolare. Modelli con una lama con retina; tre lame con retina; oppure 6 lame con due retine. BRAUN verticali, bianco a linee curve, poi spigoloso, nero, con velo di rasatura e poi con taglia basette. DATI TECNICI due elettrocalamite fanno vibrare un’ancora a destra e a sinistra. Alla sommità è attaccato il pettine con le lame, sotto il velo in acciaio con fori. Altre marche più rare: Arvin; Ticino; Payerlux; ecc. RIPARAZIONE smontate e pulite con benzina le testine, coltelli o veli. Pulite con uno spazzolino per togliere la ruggine. Detergete e pulite il guscio del rasoio con ammoniaca. Date olio leggere ai perni; a volte c’è un panno per trattenere l’olio. Sostituite le spazzole se consumate. Lucidate i contatti del rotore con carta smeriglio 10 zeri. (non carta vetrata) In mancanza va bene anche carta da giornale. Soffiate la macchina con un phon per ripulirlo dalla barba. Controllate filo, spina e cambio tensione (spesso ossidato). Lucidate viti, ganci, parti metalliche con spazzolino da denti e benzina. I condensatori all’ingresso della corrente servono per evitare scariche elettriche sui vecchi radio a onde medie. Si potrebbero anche togliere. I condensatori sulle spazzole invece servono per ridurre le scintille. Le resistenze all’ingresso servono per ridurre la tensione: da 220 a 125 volt. La tensione 125 volt non esiste più; mettere il cambio tensione su 125 fa bruciare il rasoio. Le resistenze in parallelo alle puntine di apertura servono per ridurre le scintille. E’ una soddisfazione guardare questi vecchi modelli di rasoi rimessi a nuovo e perfettamente funzionanti. È un modo per viaggiare nel tempo. E un’altra soddisfazione è sceglierne uno e usarlo per radermi la barba. Sergio Bissoli VERONELLA nella Letteratura, nella Poesia; nelle immagini e film Leggendo le biografie degli scrittori e le storie della letteratura, scopriamo i luoghi dove sono ambientati i romanzi, racconti o poesie. Il luogo ispira emozioni che, vissute da uno scrittore, si trasformano in pagina scritta. È il miracolo della Letteratura che ci consente di vedere e sentire con i sensi di una persona lontana nello spazio e nel tempo. Anche Veronella ha ispirato opere letterarie: il romanzo La Ragazza del Paese Stregato in STORIE D’AMORE E DI MISTERO. Alcune poesie in: NOTTURNE CAREZZE Edizioni Booksprint Buccino Salerno. L’Autore Sergio Bissoli ha elaborato queste opere ispirato dalla bellezza dei luoghi. Dunque la finzione poggia su qualcosa di vero. La realtà è stata elaborata per ottenere una storia di genere misterioso, di cui l’Autore è specialista. Anche alcune poesie della raccolta NOTTURNE CAREZZE sono state ispirate e scritte a Veronella. Qui il luogo simboleggia un sentimento fuggevole e prezioso. Così questa ricchezza non v perduta, ma rimane cristallizzata e fruibile per tutti i lettori. Chissà, forse in un futuro, alcune persone vorranno vedere i luoghi che hanno ispirato le opere di Bissoli. L’augurio è che questi luoghi non debbano subire eccessivi cambiamenti. Veronella è presente anche in altre opere di Bissoli: RACCONTI INTIMI; e RACCONTI MISTERY editore Booksprint Salerno. Bissoli è anche fotografo e regista. Alcune foto di Veronella si trovano nel suo libro CASE NEL TEMPO editore Lulu.com Due video: CASTELLO DI VERONELLA e VERONELLA CASTLE sono visibili su youtube, canale bissolis. Aprile 2011 Renzo Ferrari IL MONDO CONTADINO DIVENTA OPERA D’ARTE di Sergio Bissoli Il signor Augusto Bertè di Bovolone racconta: Negli anni ’50 mi venne l’idea di rappresentare tutta la civiltà contadina che già allora incominciava a scomparire. Nelle ore libere visitavo le fattorie con i loro attrezzi agricoli, poi a casa, li riproducevo in miniatura. Adoperavo materiali di recupero; legno, ferro, ottone, rame... In dieci anni di lavoro ho costruito oltre 60 pezzi: aratri, falci, torchio, tini per vendemmia, motobotte, triciclo del gelataio, biciclo, zappe, badili, sgranatoio del mais, molino, eccetera. Il risultato è un museo in miniatura della Civiltà Contadina, affascinante e sorprendente. Nel 2011 ho deciso di donare l’intera collezione al Museo Casa Contadina di Concamarise, della signora Adriana Caliari. Il 18 settembre, giorno di premiazioni delle poesie, questa collezione verrà esposta al pubblico con targa di riconoscimento. Nella foto Augusto Bertè e Adriana Caliari INTRODUZIONE (che si può anche saltare) I libri sono la vita, sono lo specchio della vita. Tutta la cultura, tutta l’umanità passa attraverso i libri. La cultura si propaga con i libri che rappresentano le esperienze e le osservazioni di altri che ci hanno preceduto. Le vie principali alla conoscenza sono: le osservazioni, le esperienze e i libri. I libri infatti sono le esperienze e le osservazioni reali di un altro uomo che ci ha preceduto. I libri sono la via secondaria alla conoscenza. Le vie principali sono le osservazioni e le esperienze. Ma non tutte le esperienze sono possibili. Dobbiamo quindi leggere i libri. Da un altro punto di vista i libri non servono a niente. Chi conosce la realtà non ha bisogno di libri. Chi non conosce la realtà non la imparerà dai libri, o la imparerà in maniera parziale. Molti i libri sono di fantasia. Però anche le fantasie sono realtà psichiche dell’autore. Questi libri ci permettono di vedere i pensieri dell’autore, le sue illusioni, i suoi desideri, i suoi gusti. Ad esempio: i mostri di Lovecraft sono costruzioni mentali, materializzazioni di paure e pericoli psichici. La mente di Lovecraft è assalita da pericoli e minacce (pazzia) e la sua mente nei sogni dà corpo a questi pericoli rappresentandoli come mostri. I buoni libri sono difficili da trovare, hanno scarsa distribuzione e scarsa rinomanza. Perchè, vedete, i libri sono come gli uomini. Ci sono uomini che si trovano al bar e altri che si trovano solo sulle vette dell’Himalaia, e bisogna andare lassù per incontrarli. Così è per i libri. Alcuni si trovano al supermercato, altri si trovano solamente nelle collezioni private di bibliofili e antiquari. Ci sono libri che si leggono una sola volta nella vita. Ci sono libri che si leggono a intervalli di mesi o anni. Ci sono libri da consultare. Libri che si leggono solo in determinate stagioni o con determinati stati d’animo. La scuola offre una cultura surgelata, minorata, in ritardo di secoli. I libri non scolastici invece, offrono una cultura viva, calda, fluida, ricca di interscambi. Quando un futuro lettore legge 4 o 5 libri stupidi, gli passa per molto tempo la voglia di leggere. A scuola ci propinano circa 100 libri stupidi, e i possibili futuri lettori scompaiono. Per scrivere un libro bisogna prima viverlo. Ogni vero libro ben scritto è una eiaculazione di energia. Un libro è un miracolo. Pochi sanno quanto lavoro, sforzo, passione c’è dietro. Credete che il successo di un libro sia proporzionale alla sua qualità? No! La risposta è no. Per ogni ottimo libro pubblicato ce ne sono almeno altri cento che non sono riusciti a raggiungere la pubblicazione, la diffusione e di conseguenza i lettori. Il libro non è un oggetto statico, estetico, antico e inutile. Il libro è fonte di conoscenza ed emozioni. Però, lo stesso romanzo, con l’identica traduzione, in due edizioni differenti, dà sensazioni differenti. E’ una realtà che tutti i bibliofili conoscono. Io ad esempio preferisco le edizioni brossura, tascabili degli anni 60, con disegno di copertina di erotismo soft. Un giorno ho riletto un romanzo (con la stessa traduzione) in una edizione anni 90, formato troppo grande, cartonata, rilegatura a colla (così che le pagine si staccano sfogliandole) disegno di copertina sfacciato o kitch. Il romanzo mi è sembrato brutto, e non mi ha dato piacere. Ho raccontato l’esperienza all’amico bibliofilo Riva Ercole e mi ha risposto: “Tutti i bibliofili provano quello che hai provato tu”. Ho riletto il romanzo nella edizione anni 60, cercata e pagata il triplo dagli antiquari, e ho riprovato lo stesso piacere della prima volta. Anche il formato del libro ha la sua importanza. Perchè il testo è contenuto in quello che teniamo in mano. Il libro deve essere maneggevole, la copertina, che spesso amo guardare quando interrompo la lettura, deve essere intonata al testo. Questo vorrei gridarlo agli editori che spesso fanno libri con formato sbagliato e copertina stonata. Io sono un letterato, un bibliofilo, un bibliomane, un bibliopatico. Sono un mangiatore di libri. Che cosa sono per me i libri? Tutto! Famiglia, figli, amante, Dio. Un bibliofilo non è un collezionista di libri nè di cartacce. E’ un collezionista di vite. Perchè dietro ogni libro c’è una vita. Affermo che i libri sono gli oggetti più preziosi che esistono al mondo. Al loro confronto i diamanti sono pezzi di vetro. Invece il libro non è un pezzo di carta, perchè esso possiede un’anima. Attenti! Un libro solo è pericoloso, è una prigione. Perchè presenta la realtà da un solo punto di vista! Molti libri sono altrettante finestre sulla realtà, sono punti di vista differenti. Esempio: una pendenza vista dall’alto è una discesa; vista dal basso è una salita. Chi legge tanti libri espande la sua mente; chi legge un libro solo imprigiona la sua mente. Scrive Werner Welgren: “Quale cosa meravigliosa e terribile è il libro! Vi trovate tutto, dentro: tesori di scienza e false teorie; idee sublimi e storie immorali; o assurde concezioni.” Werner Welgren da Il Cane Nero pagina 15. La scrittrice Olga Visentini (che ho conosciuto) scrive: “Di taluni oggetti non disfatevi mai: dei libri. Sono compagni fedeli. Li ritroverete sempre, ogni volta che avrete bisogno.” Con i libri l’uomo esce dallo standard, mette la testa fuori dal gregge, si libera dai condizionamenti di scuole, chiese, dottrine imposti da educatori, preti e professori. Attraverso i libri l’uomo si decondiziona, si risveglia e impara finalmente a vedere, e pensare con la propria testa. Questo comporta dei pericoli. Ancora la scrittrice Olga Visentini: “Quando voi ragazzi sarete grandi, comprenderete che l’originalità, l’irregolarità, costano care. La società degli uomini le teme, perchè rompono i comodi equilibri costituiti. Sappiate che essere gelosi della propria originalità (che è libertà) avrà sempre effetti pericolosi. Ma comporta pure una profonda gioia interiore.” Scrive Heinrich Heine: “Chi brucia libri, presto o tardi arriverà a bruciare esseri umani.” Scrive Marguerite Yourcenar: “Fondare biblioteche è come ammassare granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dell’intelligenza.” Scrive Paul Valery. “I libri hanno gli stessi nemici che l’uomo: il fuoco, l’acqua, le bestie, il tempo e il loro stesso contenuto.” Scrive Gaetano Colonnese: “Così come le medicine combattono le malattie, i libri combattono l’ignoranza e le relative degenerazioni:” Scrive Bee Ker: “I libri sono le finestre dalle quali l’anima guarda fuori. Una casa senza libri è come una stanza senza finestre.” Ho sempre desiderato una confraternita di scrittori e poeti, come quella delle religioni tradizionali, anche se aborro templi e liturgie. Adesso mi accorgo che questa confraternita esiste già. Essa è composta da appassionati, collezionisti, silenziosi e sconosciuti che lavorano per conservare e diffondere nel tempo, il ricordo degli scrittori e delle loro opere. Sergio Bissoli maggio 2006 Mostra Civiltà Contadina a San Stefano di Zimella Con la collaborazione dello storico Antonio Corain, in occasione della sagra patronale, terza domenica di agosto, a Santo Stefano di Zimella si è allestita una importante mostra storico - culturale. Dentro alle scuole sono state ricavate camere che riproducono il mondo contadino ora scomparso. La cucina, con gli utensili, pentole in rame, camino. La camera da letto, con scaldaletti, coperte ricamate. La cantina, con damigiane,tini, botti. Il salotto con grammofono e arredi d’epoca. La stalla con selle, briglie, morsi, pinze per cavalli. Nella foto alcuni dei collaboratori. Da sinistra: Federico Savoia. Antonella Zanardo. Loretta Fustegato. Patrizia Spagnolo Manega. Katia Bari. Augusto Bertè. Il regista Sergio Bissoli ha ricavato un video visibile su youtube: bissolis. Con questo si spera che i ragazzi imparino a conoscere la nostra storia e attingano dalle nostre radici la linfa per una crescita migliore. IL PADIGLIONE DELLA SCIENZA ALLA FIERA CAMPIONARIA A CEREA di Sergio Bissoli Per avvicinare i ragazzi alla scienza. Per scoprire le meraviglie della scienza in modo istruttivo e divertente. L’associazione LA VITE DI ARCHIMEDE di Melara RO ha presentato alla 13° Fiera Campionaria di Cerea una rassegna di illusioni ottiche, esperimenti scientifici dilettevoli e sorprendenti. Annalisa ed Anna, con esperimenti e macchine dimostrative, hanno illustrato il mondo della fisica coinvolgendo piacevolmente i visitatori. ARTE E BELLEZZE FEMMINILI NELLA CASA DEL PITTORE Domenica 17 Giugno, nella rilassante cornice del Parco privato di Bonavicina si è svolta la Vernissage del Pittore Charlie. Decine di splendide modelle hanno sfilato davanti alle Opere esposte nel parco. Il fotografo Paolo Pravadelli e altri professionisti, critici d’arte e appassionati hanno contornato questa importante manifestazione. All’antica sagra del Carmine a Veronella, la terza domenica di Luglio: mostre culturali organizzate all’associazione Adige Nostro; raduno auto d’epoca; fiera; luna park; gastronomia e lavaggio dei camion da parte di belle ragazze in bikini. Su youtube il video tra breve, al canale bissolis LIBRI E VITA I libri sono lo specchio della vita. Tutta la cultura, tutta l’umanità passa attraverso i libri. La cultura si propaga con i libri che rappresentano le esperienze e le osservazioni di altri che ci hanno preceduto. Le vie principali alla conoscenza sono: le osservazioni, le esperienze e i libri. I libri infatti sono le esperienze e le osservazioni reali di un altro uomo che ci ha preceduto. I libri sono la via secondaria alla conoscenza. Le vie principali sono le osservazioni e le esperienze. Ma non tutte le esperienze sono possibili. Dobbiamo quindi leggere i libri. Da un altro punto di vista i libri non servono a niente. Chi conosce la realtà non ha bisogno di libri. Chi non conosce la realtà non la imparerà dai libri, o la imparerà in maniera parziale. Molti i libri sono di fantasia. Però anche le fantasie sono realtà psichiche dell’autore. Questi libri ci permettono di vedere i pensieri dell’autore, le sue illusioni, i suoi desideri, i suoi gusti. I buoni libri sono difficili da trovare, hanno scarsa distribuzione e scarsa pubblicità. Perchè i libri sono come gli uomini. Ci sono uomini che si trovano al bar e altri che si trovano solo in cima a una montagna, e bisogna andare fin lassù per incontrarli. Così è per i libri. Alcuni si trovano al supermercato, altri si trovano solamente dagli antiquari o nelle collezioni private dei bibliofili. Ci sono libri che si leggono una sola volta nella vita. Ci sono libri che si leggono a intervalli di mesi o anni. Ci sono libri da consultare. Libri che si leggono solo in determinate stagioni o con determinati stati d’animo. Per scrivere un libro bisogna prima viverlo. Ogni vero libro ben scritto è una eiaculazione di energia. Un libro è un miracolo. Pochi sanno quanto lavoro, sforzo, passione c’è dietro. Credete che il successo di un libro sia proporzionale alla sua qualità? No! La risposta è no. Per ogni ottimo libro pubblicato ce ne sono almeno altri cento che non sono riusciti a raggiungere la pubblicazione, la diffusione e di conseguenza i lettori. Il libro non è un oggetto statico, estetico, antico e inutile. Il libro è fonte di conoscenza ed emozioni. Però, lo stesso romanzo, con l’identica traduzione, in due edizioni differenti, dà sensazioni differenti. E’ una realtà che tutti i bibliofili conoscono. Io ad esempio preferisco le edizioni brossura, tascabili degli anni 60, con disegno di copertina di erotismo soft. Un giorno ho riletto un romanzo (con la stessa traduzione) in una edizione anni 90, formato troppo grande, cartonata, rilegatura a colla (così che le pagine si staccano sfogliandole) disegno di copertina sfacciato o kitch. Il romanzo mi è sembrato brutto, e non mi ha dato piacere. Ho raccontato l’esperienza all’amico bibliofilo Riva Ercole e mi ha risposto: “Tutti i bibliofili provano quello che hai provato tu”. Ho ricomprato dagli antiquari l’edizione anni 60 , ho riletto il romanzo, e ho riprovato lo stesso piacere della prima volta. Anche il formato del libro ha la sua importanza. Perchè il testo è contenuto in quello che teniamo in mano. Il libro deve essere maneggevole, la copertina, che spesso amo guardare quando interrompo la lettura, deve essere intonata al testo. Questo vorrei gridarlo ai grandi editori che adesso pubblicano libri con formato sbagliato e copertina stonata. Io sono un letterato, un bibliofilo, un bibliomane, un bibliopatico. Sono un mangiatore di libri. Che cosa sono per me i libri? Tutto! Famiglia, figli, amante, Dio. Un bibliofilo non è un collezionista di libri nè di cartacce. E’ un collezionista di vite. Perchè dietro ogni libro c’è una vita. Affermo che i libri sono gli oggetti più preziosi che esistono al mondo. Al loro confronto i diamanti sono pezzi di vetro. Invece il libro non è un pezzo di carta, perchè esso possiede un’anima. Attenti! Un libro solo è pericoloso, è una prigione. Perchè presenta la realtà da un solo punto di vista! Molti libri sono altrettante finestre sulla realtà, sono punti di vista differenti. Esempio: una pendenza è una salita vista dal basso e una discesa vista dall’alto. Chi legge tanti libri espande la sua mente; chi legge un libro solo imprigiona la sua mente. Con i libri l’uomo esce dallo standard, mette la testa fuori dal gregge, si libera dai condizionamenti di scuole, chiese, dottrine imposti da educatori, preti e professori. Attraverso i libri l’uomo si decondiziona, si risveglia e impara finalmente a vedere, e pensare con la propria testa. La scrittrice Olga Visentini (che ho conosciuto) scrive: “Di taluni oggetti non disfatevi mai: dei libri. Sono compagni fedeli. Li ritroverete sempre, ogni volta che avrete bisogno. Quando voi ragazzi sarete grandi, comprenderete che l’originalità, l’irregolarità, costano care. La società degli uomini le teme, perchè rompono i comodi equilibri costituiti. Sappiate che essere gelosi della propria originalità (che è libertà) avrà sempre effetti pericolosi. Ma comporta pure una profonda gioia interiore.” La scuola offre una cultura surgelata, minorata, in ritardo di secoli. I libri non scolastici, invece, offrono una cultura viva, calda, fluida, ricca di interscambi. Quando un futuro lettore legge 4 o 5 libri stupidi, gli passa per molto tempo la voglia di leggere. A scuola ci impongono circa 50 libri stupidi, e così i possibili futuri lettori scompaiono. La Cultura non è nelle università, nelle scuole. La cultura è nelle mani di bibliofili e collezionisti che la trasmettono alle generazioni future. BIBLIO FILIA Alla scoperta dei libri Esistono libri di letteratura o poesia che illuminano il mistero dell’Esistenza; che descrivono situazioni, emozioni, o percezioni profonde e originali. Una videocamera non potrebbe fare questo, perché la videocamera fotografa e descrive il mondo esteriore, mentre il libro descrive il mondo interiore dell’anima. Quando la letteratura descrive il mondo esteriore, lo fa mescolando alle immagini il carattere dell’osservatore, i suoi gusti, le sue predilezioni. Cioè la letteratura descrive in modo soggettivo. Letteratura e Poesia sono mezzi ideali per la psicologia, per introspezioni o descrizioni di cose invisibili: emozioni, sentimenti, stati d’animo. Pubblicheremo qui brani di grandi Autori italiani poco conosciuti o ingiustamente dimenticati. Ho scoperto i loro libri negli 60 alle bancarelle di libri usati in Piazza Erbe. Mi hanno affascinato più degli autori famosi o di quelli delle antologie scolastiche. Ho fatto delle ricerche durate oltre 40 anni e ho scoperto che la fama di un autore dipende non dal suo valore, ma da circostanze fortunate che lo hanno reso celebre. Questo libro ha lo scopo di diffondere Autori meritevoli e poco pubblicizzati. GIOVANI MODELLE E VECCHIE MACCHINE FOTOGRAFICHE Di Sergio Bissoli Domenica 2 settembre nel parco e nella sede comunale di Villa Gobbetti si sono svolte importanti manifestazioni: sfilata di modelle per fotografi professionisti. Mostra fotografica con esposizione di apparecchi fotografici del passato. Pittori in estemporanea. Esposizione moto d’epoca. Nella foto una modella in posa per i fotografi. Il video è visibile su youtube al canale bissolis.

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